Intervento dello Stato per lo sviluppo economico
Sviluppo economico: definizione AUMENTO DELLA QUANTITA’ DI BENI E SERVIZI PRODOTTI ALL’INTERNO DI UN PAESE IN TERMINI DI: LIVELLO DEL REDDITO NAZIONALE (Y) LIVELLO DEL REDDITO PRO CAPITE (Y/POP) indice del benessere sociale
Dibattito teorico Lo sviluppo viene realizzato dal libero operare delle forze di mercato o è necessario l’intervento pubblico sui fattori d’offerta?
TEORIA KEYNESIANA DELLO SVILUPPO (Harrod) Il sistema economico tende a ristagnare in una situazione di sotto-occupazione Definiamo: Gn : il tasso di crescita della popolazione e del progresso tecnico (tasso che garantirebbe la piena occupazone) Gw: il tasso giustificato di crescita che garantisce l’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato reale Se: Gn>Gw nessun meccanismo di mercato ci porta alla piena occupazione Implicazione di politica economica: Necessità di un continuo intervento dello Stato
TEORIA NEOCLASSICA DELLO SVILUPPO (Solow) se Gn>Gw i salari diminuiscono e si torna al pieno impiego (non è necessario l’intervento dello Stato), inoltre: tutte le economie tendono a convergere spontaneamente verso lo stesso livello del reddito pro capite (stato stazionario) e i tassi di occupazione tendono ad eguagliarsi il capitale tenderà a spostarsi nelle zone più povere alla ricerca di impieghi più produttivi e l’occupazione nelle zone povere aumenterà così come il reddito pro capite lo spostamento dei fattori produttivi continua fino a che spontaneamente le diverse aree raggiungono lo stesso livello del reddito pro capite.
INTERVENTI STRUTTURALI PER FAVORIRE LO SVILUPPO Interventi che incidono sui fattori dello sviluppo economico 1. L: lavoro 2. K: capitale 3. PROGRESSO TECNICO Y= f (L, K, PROGRESSO TECNICO) La crescita del PIL (Y) dipende dalla crescita dei fattori dello sviluppo economico
INTERVENTI PER ACCRESCERE LA FORZA LAVORO POLITICHE CHE TENDONO AD AUMENTARE: 1. ILTASSO DI CRESCITA NATURALE DELLA POPOLAZIONE (ad esempio con interventi sulla salute, che permettono di perseguire allo stesso tempo due obiettivi, sviluppo ed equità ) 2. L’IMMIGRAZIONE Effetto ambiguo sul reddito pro capite (accrescono la forza lavoro ma riducono il reddito pro capite se l’aumento della popolazione non da luogo ad un aumento più che proporzionale della produzione)
INTERVENTI PER ACCRESCERE L’ACCUMULAZIONE DI CAPITALE Capitale fisico (incentivi agli investimenti) Capitale umano (istruzione)
INTERVENTI PER FAVORIRE IL PROGRESSO TECNICO ACCRESCERE LA SPESA PUBBLICA PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA INCENTIVI ALLE IMPRESE CHE INVESTONO NELLA RICERCA E NELL’INNOVAZIONE
INTERVENTI PER LA SOSTENIBILITA’ DELLO SVILUPPO La definizione oggi ampiamente condivisa di sviluppo sostenibile è quella contenuta nel rapporto Brundtland, elaborato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo e che prende il nome dall'allora premier norvegese Gro Harlem Brundtland, che presiedeva tale commissione:rapporto Brundtland1987Gro Harlem Brundtland « Lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali » (equita’ inter-generazionale) « Lo sviluppo sostenibile impone di soddisfare i bisogni fondamentali di tutti e di estendere a tutti la possibilità di attuare le proprie aspirazioni ad una vita migliore (...) Il soddisfacimento di bisogni essenziali esige non solo una nuova era di crescita economica per nazioni in cui la maggioranza degli abitanti siano poveri ma anche la garanzia che tali poveri abbiano la loro giusta parte delle risorse necessarie a sostenere tale crescita. Una siffatta equità dovrebbe essere coadiuvata sia da sistemi politici che assicurino l’effettiva partecipazione dei cittadini nel processo decisionale, sia da una maggior democrazia a livello delle scelte internazionali »(equità intra-generazionale)
Il problema del sottosviluppo Caratteristiche dei paesi in via di sviluppo: 1. attività prevalentemente agricola 2. bassa istruzione 3. carenza di infrastrutture 4. disoccupazione strutturale (non congiunturale in quanto non ci sono impianti e macchinari inutilizzati) 5. disoccupazione nascosta prevalentemente nel settore agricolo (produttività marginale del lavoro (PML) eguale a zero per cui spostando un lavoratore dal settore agricolo ad altro settore la produzione agricola non cambia) 6. reddito pro capite(Y) basso, risparmio (S) basso e scarsa capacità imprenditoriale che portano a bassi investimenti (I) Circolo vizioso della poverta’ (Myrdal) Y basso S basso I bassi Y basso
Modello di Lewis (1954) Il motore dello sviluppo è l’abbondante disponibilità di manodopera in agricoltura se i salari in agricoltura sono bassi i lavoratori sono disponibili a spostarsi in città nell’industria a bassi salari i profitti sono alti quindi gli investimenti e la produzione crescono molto in agricoltura la produzione non diminuisce sino a che la PML dei lavoratori che si spostano in città è zero quando il salario agricolo comincia a crescere, perché la manodopera è divenuta scarsa, anche i salari in città cominciano a crescere e i profitti a diminuire, gli investimenti rallentano e lo sviluppo rallenta