Costruire comunità di pratiche riflessive nei contesti formativi e professionali Maura Striano Università degli Studi di Napoli Federico II
Dobbiamo diventare capaci non solo di trasformare le nostre istituzioni in risposta a mutevoli situazioni e richieste, dobbiamo inventare e sviluppare istituzioni che siano “sistemi di apprendimento” cioè sistemi capaci di realizzare la loro continua trasformazione D.A. Schön
Comunità mutua implicazione (i soggetti stabiliscono relazioni reciproche e sono implicati in pratiche di cui negoziano costantemente i significati); impresa comune (risultato di un processo collettivo di negoziazione definita dai partecipanti mentre lo perseguono; non si tratta di un obiettivo astratto ma concreto, che crea relazioni di mutua affidabilità); repertorio condiviso (attività, relazioni, oggetti che riflettono la storia di mutua implicazione e negoziazioni ed implicano nuove e diverse negoziazioni di significati).
Pratica “Fare situato in contesti storici e sociali che danno struttura e significato a ciò che facciamo” (Wenger, 1998: 47) Elementi espliciti (linguaggi, strumenti, documenti, immagini, simboli, ruoli stabiliti, criteri specificati, procedure codificate, regolamenti e contratti). Elementi impliciti (relazioni implicite, convenzioni tacite, indizi sottesi, regole non dette, intuizioni, percezioni, sensazioni, comprensioni, assunzioni sottese, visioni del mondo condivise)..
Dove è situata e come evolve la pratica? E’ situata in/nelle : comunità di persone relazioni di mutua implicazione sulla base delle quali i soggetti fanno ciò che fanno. Evolve in termini di: “storie di apprendimento condivise”
Comunità di pratiche Sottosistema sociale che implica: condivisione e socializzazione di pratiche sostenute da linguaggi, copioni, script, orientamenti e “filosofie”, teorie più o meno implicite, valori. co-costruzione di processi di apprendimento (Brown. Campione, 1990)e di “storie di apprendimento condivise” (Wenger, 1998).
Comunità di apprendimento “Tessuto sociale dell’apprendimento dell’organizzazione” (Wenger, 1998) Funzione delle comunità di apprendimento : costruzione e sviluppo di conoscenze e competenze condivise e negoziate.
Apprendimento come: esperienza situata (Lave, Wenger, 1991) e distribuita (Solomon, 1993); esperienza culturalmente mediata; esperienza socialmente condivisa; negoziazione di nuovi significati; creazione di strutture di conoscenza emergenti; trasformazione di identità (Wenger, 1998) e di “strutture di significato” (Mezirow, 1991); costruzione di “traiettorie” di partecipazione (Wenger, 1998, cit.).
Apprendere in una “comunità di pratiche” costruire forme di mutua implicazione; comprendere e sintonizzare il lavoro apprenditivo inteso come “impresa” comune; sviluppare e costruire nuove teorie, nuove forme di discorso, nuovi stili apprenditivi e cognitivi, nuovi repertori operativi.
Riflessione come processo euristico (Schon, 2006) Percorso di indagine che emerge dalle situazioni uniche ed irripetibili in cui la pratica è situata. Si esercita: nel corso dell’azione ed è situata nel cuore stesso della pratica, che viene in questo modo organizzata e direzionata.
Percorsi ed oggetti della riflessione come processo euristico –“conversazione con la situazione” ed identificazione dei problemi emergenti; –messa a fuoco, formulazione, negoziazione, validazione di ipotesi interpretative; –analisi del repertorio (di situazioni analoghe, di saperi, di procedure operative, di strategie, di strumenti da utilizzare…); –messa a fuoco, formulazione, negoziazione di ipotesi di intervento; –pianificazione e realizzazione delle “mosse”; –osservazione e monitoraggio delle “mosse”; –Revisione e/o validazione dell’ipotesi di intervento. –Riconfigurazione del repertorio con un nuovo elemento di conoscenza trasferibile ad altri contesti e situazioni.
Finalità accompagnare e sostenere la pratica nella “palude” delle situazioni indeterminate, uniche, problematiche in cui è costantemente situata; arricchire i repertori di pratica di saperi (pratici) e di esperienze che ne consentono una migliore conoscenza ed un miglior controllo; generare e sviluppare nuove conoscenze, abilità, comprensioni che si traducono in competenze personali e professionali.
Piste di lavoro formativo per attivare e sviluppare processi di riflessione nel corso dell’azione: Presentare e discutere situazioni di pratica complesse chiedendo di: mettere a fuoco il problema (o i problemi); formulare ipotesi interpretative; identificare nel proprio repertorio saperi funzionali ad interpretare e comprendere il problema, protocolli operativi, situazioni analoghe; formulare ipotesi di intervento identificando le possibili conseguenze in caso di successo o insuccesso.
Metodologie e strumenti Metodologie: Focus group Comunità di ricerca Case study Strumenti: materiali video diari di pratica professionale “storie di guerra”
Riflessione come processo critico (Mezirow, 2003) identificazione ed analisi delle credenze, delle ideologie, dei modelli, delle teorie, dei presupposti culturali, ideologici, istituzionali, sociali sottesi alle pratiche professionali; identificazione, analisi e trasformazione degli schemi e delle prospettive di significato che orientano gli apprendimenti in un contesto di pratica. Si esercita: sull’azione nella misura in cui essa diventa oggetto di revisione critica sulla base delle condizioni contestuali, culturali e sociali che la vincolano. E’ situata a monte ed a valle della pratica.
Finalità esplicitare e condividere credenze, idee, modelli, premesse, teorie… impliciti nelle pratiche in atto; riflettere sulle credenze, sulle idee, sui modelli, sulle premesse sulle teorie di cui i professionisti sono portatori (sulla loro coerenza, sulla loro praticabilità, sul loro impatto sulle pratiche agite…); negoziare e co-costruire nuovi modelli e nuove teorie condivisibili nell’ambito di una comunità di pratiche; revisionare e trasformare gli schemi e le prospettive di significato attraverso cui i professionisti e le comunità di pratiche organizzano i loro apprendimenti.
Piste di lavoro formativo per attivare processi di riflessione critica: far descrivere o narrare una pratica riferita ad una situazione percepita come critica; analizzare le narrazioni identificando le credenze, i copioni, i modelli, le rappresentazioni, gli script, le teorie sottesi alla pratica (anche attraverso una analisi categoriale e socio- linguistica); discutere le credenze, i copioni, i modelli, le rappresentazioni, gli script, le teorie identificate mettendo a fuoco le incoerenze, le fallacie, le rigidità ma anche gli elementi di efficacia, di praticabilità, di validità emergenti.
Metodologie e strumenti Metodologie Dialogo critico a coppie Dialogo critico in piccoli gruppi Role playing Drammatizzazione Strumenti Incidenti critici Narrazioni Canovacci per drammatizzazioni