Le imprese verso Basilea 2 VALENTINA CARLINI Le imprese verso Basilea 2 Convegno “La nuova direttiva europea in materia di adeguatezza patrimoniale delle banche” organizzato con il patrocinio della Facoltà di economia dell’Università di Firenze Firenze, Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze venerdì 11 novembre 2005
Le imprese verso Basilea 2 Firenze, 11 novembre 2005 Valentina Carlini Nucleo Fisco e Finanza Confindustria
L A REGOLAMENTAZIONE SUL PATRIMONIO MINIMO DELLE BANCHE Basilea 1 Basilea 2 Il comitato di Basilea è stato istituito dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974. I membri attuali del Comitato provengono da Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Il Comitato: opera in seno alla Banca dei Regolamenti Internazionali, con sede a Basilea, un'organizzazione internazionale che promuove la cooperazione fra le banche centrali per perseguire la stabilità monetaria e finanziaria; formula linee guida, ma le sue proposte sono accettate come normativa vincolante in oltre 100 paesi. I suoi lavori intendono estendere la regolamentazione di vigilanza bancaria a tutte le istituzioni bancarie del maggior numero possibile di paesi. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Dov’è la differenza?? … nei sistemi di ponderazione! ponderazione per categorie di controparte: Governi e banche centrali 0% Banche (e altri soggetti) 20% Mutui per acquisto di immobili residenziali 50% Imprese e altri soggetti, altre attività 100% Esempio: - Banca: 100 € x 20% x 8% = 1,6 € - Impresa: 100 € x 100% x 8% = 8 € Basilea 1 Basilea 2 ponderazioni basate sul rating: valutazione del rischio del debitore. Nella stessa categoria di soggetti sono individuati diversi livelli di rischio a cui corrispondono diverse ponderazioni. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
LE PONDERAZIONI SECONDO BASILEA 2: METODO STANDARD Questo metodo rappresenta un'evoluzione di quello attuale. Rimangono invariate le categorie di controparti (stati OCSE, banche, mutui ipotecari, imprese non bancarie e altre attività). La novità consiste nell'introduzione di diversi livelli di ponderazione nell’ambito della stessa categoria di soggetti mentre nel sistema vigente è previsto un solo coefficiente di ponderazione per ogni categoria. Le diverse ponderazioni previste dal Comitato all'interno di ogni categoria corrispondo ai diversi livelli di rischio di credito espresso in termini di rating, secondo la prassi seguita dalle agenzie specializzate. Le banche che adottano questo metodo, quindi, in presenza di un soggetto dotato di rating esterno potranno immediatamente individuare il coefficiente di ponderazione corrispondente ad un determinato livello di rischio. Nella tabella sono riportate le ponderazioni stabilite per la categoria “imprese”. Si sottolinea come dal coefficiente unico di ponderazione pari al 100% previsto attualmente per le imprese, si passa a cinque coefficienti e che la ponderazione per le esposizioni particolarmente rischiose è stata fissata nella misura del 150%. E' da notare, inoltre, che è stata individuata una classe di piccole imprese con esposizione verso una singola banca <1 milione di euro, che verrà ricompresa nel segmento retail, per il quale il coefficiente di ponderazione è pari al 75%. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Confronto Basilea 1 e B2-Metodo standard non ci saranno cambiamenti per la maggior parte delle imprese per le small business ci sarà un miglioramento per le imprese “buone” si potrebbe ridurre il coefficiente di ponderazione anche le imprese “rischiose” senza rating non subiranno variazioni Osservazioni: Sugli effetti dell’applicazione del metodo standard si possono effettuare due considerazioni: 1. le imprese italiane dotate di rating rilasciato dalle agenzie specializzate sono pochissime. Questo comporta che non ci saranno cambiamenti rispetto all’attuale sistema perché tutte le esposizioni verso le imprese senza rating verranno ponderate al 100%, come avviene già adesso e quindi non ci saranno cambiamenti. È da osservare anche che le imprese che ritengono di poter avere un buon giudizio potrebbero decidere di rivolgersi alle agenzie di rating e avere la possibilità di essere ponderate con coefficienti inferiori al 100%; 2. il coefficiente di ponderazione per le small business è 75%: per queste imprese c’è sicuramente un vantaggio rispetto al sistema attuale (sconto del 25%). Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Basilea 1 e Metodo standard B2. Considerazioni Se risparmio complessivo, allora oggi i costi del credito sovrastimano la rischiosità? Incentivo ad avere solo rating molto “buoni”, altrimenti è meglio niente rating: il rating è un costo e comporta ulteriori costi se negativo Metodo standard sarà adottato da banche locali? Ma loro imprese senza rating o con rating basso! Banche con metodo standard: “risparmio” complessivo del 11% ma incremento del 15% per rischio operativo (Banca d’Italia) Più equità tra prestiti imprese e banche Osservazioni: Sugli effetti dell’applicazione del metodo standard si possono effettuare due considerazioni: 1. le imprese italiane dotate di rating rilasciato dalle agenzie specializzate sono pochissime. Questo comporta che non ci saranno cambiamenti rispetto all’attuale sistema perché tutte le esposizioni verso le imprese senza rating verranno ponderate al 100%, come avviene già adesso e quindi non ci saranno cambiamenti. È da osservare anche che le imprese che ritengono di poter avere un buon giudizio potrebbero decidere di rivolgersi alle agenzie di rating e avere la possibilità di essere ponderate con coefficienti inferiori al 100%; 2. il coefficiente di ponderazione per le small business è 75%: per queste imprese c’è sicuramente un vantaggio rispetto al sistema attuale (sconto del 25%). 1. problema di moral hazard legato alla coesistenza di sistemi di rating interni e del modello standard, che essendo meno flessibile prevede per le posizioni creditizie di elevata qualità coefficienti di accantonamento più alti, rispetto ai sistemi interni di valutazione, e inferiori per i crediti con rating peggiori. Questo potrebbe determinare un incentivo per le banche con portafogli creditizi di bassa qualità ad adottare il metodo standard di valutazione. Parallelamente si potrebbe verificare un processo di “adverse selection” da parte delle imprese più rischiose, che sarebbero incentivate a a scegliere banche che adottano sistemi di rating standardizzati. La diretta conseguenza sarebbe la creazione di banche che raccolgono tutte le imprese con rating negativi e quindi banche a loro volta rischiose. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
LE PONDERAZIONI SECONDO BASILEA 2: METODO DEI RATING INTERNI (IRB) La ponderazione dipende da un insieme di variabili: Probabilità di inadempienza entro un anno (probability of default - PD) Tasso di perdita in caso di inadempienza (loss given default – LGD) Esposizione a rischio al momento dell’inadempienza (exposure at default – EAD) Vita residua dell’operazione (maturity – M) per ogni combinazione c’è un diverso coefficiente di ponderazione Ogni banca può dotarsi di sistemi di rating interni, costruiti in funzione delle caratteristiche del mercato in cui opera, tenendo conto dei “requisiti minimi di idoneità” indicati dal Comitato di Basilea per assicurare l’integrità e affidabilità di tali sistemi. Nei metodi IRB, i coefficienti di ponderazione non sono rigidamente definiti come nel metodo standard ma vengono calcolati attraverso specifiche funzioni di ponderazione. Si tratta di complesse formule matematiche, che comprendono le seguenti componenti di rischio: probabilità di insolvenza (PD, Probability of Default), calcolata attraverso il rating; perdita attesa (LGD, Loss Given Default) nel caso di insolvenza della controparte, che dipende da quanto la banca prevede di recuperare per unità di esposizione e dall'entità dell'esposizione a rischio, che è la terza componente di rischio; esposizione a rischio al momento dell’insolvenza (EAD, Exposure At Default); scadenza residua al momento dell'insolvenza (M, Maturity). Per ogni combinazione di queste variabili (alle quali vengono attribuiti particolari “pesi” a seconda delle controparti e dell’attività) ci sarà un differente coefficiente di ponderazione e non è quindi possibile riportare una tabella sintetica. Nell’ambito dei metodi IRB è stata prevista un’ulteriore distinzione tra metodi di base (foundation) e metodi avanzati (advanced). La principale differenza tra approccio di base e avanzato è che quest'ultimo è più sofisticato e consente alla banca di definire autonomamente alcune variabili nonché di avere minori restrizioni nell'utilizzo delle garanzie. In particolare, nel metodo di base le banche devono stimare internamente solo la probabilità di insolvenza (PD), mentre i parametri relativi alle altre variabili vengono forniti dall'Autorità di Vigilanza (Banca d'Italia); nel metodo avanzato invece la stima di tutte le variabili di rischio è lasciata alla banca a condizione che vengano rispettati specifici requisiti imposti dall'Autorità di Vigilanza. I sistemi di rating interni devono rispettare dei “requisiti minimi di idoneità”, accertati dall’autorità di vigilanza (Banca d’Italia). Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Confronto Basilea 1 e B2-Metodi IRB Suddivisione delle imprese per classi di fatturato: Corporate>50 mln; PMI 5-50 mln; retail-small business <5 mln + 1 mln di esposizione Metodo più complesso e costoso per banche. Incentivo: sconto su requisiti patrimoniali. Ciò può evitare di scaricare costi su imprese?! Sarà accentuata la differenza tra imprese buone e imprese più rischiose Più equilibrio nella distribuzione del costo del capitale di vigilanza 1. i sistemi di rating tengono conto delle dimensioni dell’impresa, prevedendo differenze nei modelli di valutazione (grandi imprese, medie imprese, piccole imprese, microimprese anche individuali). I sistemi di rating dovrebbero anche tenere conto dei mercati locali di riferimento soprattutto in Italia dove la struttura produttiva è caratterizzata da imprese di piccole dimensioni e dove ci sono notevoli diversità tra le principali aree del Paese; Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Si può parlare di razionamento? Studi di impatto: il QIS3 È datato ma fornisce informazioni su: come variano i requisiti patrimoniali con l’adozione del nuovo accordo come sono distribuite le imprese nelle varie classi di rating Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Dati QIS3 - Metodo standard Distribuzione delle esposizioni verso le imprese Secondo le stime effettuate dalle banche europee nello Studio di impatto quantitativo n. 3 (“esercizi” svolti dalle banche per valutare gli effetti dell’applicazione delle nuove regole; d’ora in avanti “QIS3”), la maggior parte delle imprese è compresa nella classe “senza rating” e nella classe da BBB+ a BB-, per la quale è prevista una ponderazione del 100% e solo una minima percentuale rientrerebbe nella classe di rating con ponderazione del 150%. Premesso che le banche sono suddivise in Gruppo 1 (banche di grandi dimensioni, diversificate e internazionali) e Gruppo 2 (banche più piccole e specializzate), la tabella mostra che per il Gruppo 1 il 77% delle imprese rientrerà nella classe di ponderazione del 100%, mentre per le banche del Gruppo 2 la percentuale si abbassa al 61%. Il dato rilevante è che solo l’1% e il 2% delle imprese, rispettivamente per il Gruppo 1 e per il Gruppo 2, rientra nella classe di rating con ponderazione del 150%. È da notare che le percentuali di imprese dotate di rating sono elevate perché riferite al contesto internazionale. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Dati QIS3 - Metodi IRB Distribuzione delle grandi imprese Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Confronto Basilea 1 e B2-Metodi IRB Concentrazione delle imprese in classi di esposizione poco rischiose: quota maggiore di debito delle imprese ha probabilità di default non superiore a 1% Diminuzione dei requisiti patrimoniali: per banche piccole, metodo base determina riduzione requisito patrimoniale del 19%. Per le grandi: metodo base =-7%, metodo avanzato=-13% (Banca d’Italia) Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Conclusioni più corretto parlare di costo del credito che di razionamento: i tassi potranno scendere per i prenditori di qualità migliore; potrebbero invece peggiorare le condizioni di erogazione per le imprese di qualità creditizia inferiore. Molto importante potrà essere il ruolo dei Confidi, che rilasciando adeguate garanzie potranno svolgere la funzione di “mitigazione del rischio” i tassi potranno scendere per i prenditori di qualità migliore, che però sono quelli che hanno meno bisogno di credito e che più facilmente si rivolgeranno ai mercati finanziari; Ø potrebbero invece peggiorare le condizioni di erogazione per le imprese di qualità creditizia inferiore. Per queste imprese il rating diventerà una variabile strategica per valutare il costo e l’efficienza delle proprie scelte finanziarie e determinerà una crescente importanza della funzione finanziaria. Nel caso di imprese di qualità creditizia non elevata, molto importante potrà essere il ruolo dei Confidi, che rilasciando adeguate garanzie potranno svolgere la funzione di “mitigazione del rischio” con il risultato di consentire alle banche di limitare l’accantonamento a riserva e, quindi, non peggiorare le condizioni di erogazione del credito. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza … IL COSTO DEL CREDITO IL COSTO DEL CREDITO è DETERMINATO DA: costo accantonamento a riserva tasso ufficiale di riferimento MA ANCHE DA: costi della banca politiche commerciali Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
I sistemi di rating. Considerazioni rating è un indicatore sintetico del rischio di credito, che può essere diverso da banca a banca; analoghe considerazioni per il confronto tra rating delle banche e rating agenzie. Rating=metriche diverse del merito di credito; rating=approccio innovativo ma non “rivoluzione” rispetto ai metodi già utilizzati: il processo è guidato dal mercato; rating= standardizzazione del rapporto banca-impresa? Il rating modifica il rapporto banca-impresa ma la gestione dei cambiamenti non deve essere affidata solo alle banche; il rating è un indicatore sintetico del rischio di credito, che può essere diverso da banca a banca; la stessa osservazione vale per il confronto tra i rating delle banche e quelli delle agenzie: i rating devono essere considerati come metriche diverse del merito di credito; i sistemi di rating rappresentano un approccio innovativo ma non una “rivoluzione” rispetto ai metodi utilizzati tradizionalmente (spesso Basilea 2 è definito come “discontinuità normativa ma non operativa” nel senso che le regole dettate per le banche sono certamente nuove ma seguono prassi operative - anche se più semplici di quelle richieste da Basilea 2 - già adottate almeno dalle banche più grandi). Questo significa che il Comitato di Basilea ha dato forma e direzione al modello e ha creato nuovi standard ma il processo è fondamentalmente guidato dal mercato; i sistemi di rating sono strumenti sofisticati ma viene mantenuta sotto la responsabilità del credit manager la decisione di erogare un credito e stabilirne le condizioni. Accanto ai modelli di rating permarrà il ruolo fondamentale dell’esperienza e della capacità critica del valutatore e la sua responsabilità della decisione finale nel classificare la controparte: non viene, quindi, disperso il patrimonio di conoscenze qualitative e conoscenze specifiche relative all’impresa. È però da sottolineare che l’importanza degli aspetti qualitativi cresce in relazione alle dimensioni del credito richiesto e delle dimensioni aziendali. Per le imprese più piccole, infatti, Basilea 2 prevede una valutazione semplificata. i sistemi di rating modificano i rapporti banca-impresa e la gestione dei cambiamenti non deve essere affidata esclusivamente alle banche. Le imprese devono farsi parte attiva nel dibattito. È necessario che si adattino ai nuovi criteri di valutazione ma anche che riescano a trarre vantaggio dal fatto che uno stesso soggetto valutato da banche diverse potrebbe avere rating diversi proprio perché diversi sono i sistemi di rating interno: questo potrebbe consentire alle imprese una sorta di arbitraggio tra le banche che attribuiscono un rating migliore. Inoltre, un concetto che dovrebbe essere recepito dalle imprese è quello di ”accettazione proattiva” dei sistemi di rating (concetto di cui parla Masera nel suo libro “Rischio, banche, imprese. I nuovi standard di Basilea 2). Tale concetto implica che l’impresa - che necessariamente deve accettare l’utilizzo dei sistemi di rating da parte delle banche - debba chiedere di essere coinvolta nel processo di valutazione attraverso un maggior dialogo con la banca; Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza
EVOLUZIONE DEL RAPPORTO BANCA-IMPRESA? rapporti bancari concentrati in un unico soggetto maggiore collaborazione tra banche e imprese utilizzo di fonti di finanziamento alternative: esistenti: commercial paper, obbligazioni, venture capital, quotazione nuove: riforma del diritto societario Per le banche: - sistema di “assicurazione” dei rischi attraverso il loro frazionamento; - scarsa concorrenza tra banche e offerta di forme di finanziamento sostanzialmente indifferenziata, in cui il principale fattore di scelta è rappresentato dal prezzo. Per le imprese: - è un comportamento indotto dalle banche perché consente: o una maggiore facilità di accesso al credito; o un rapporto con la banca più semplice con minori costi di istruttoria e tempi di erogazione più brevi; o la possibilità di superare il problema della valutazione negativa da parte della banca del rapporto accordato/utilizzato nel caso in cui l’impresa utilizzi tutto, o una parte rilevante, del credito accordato. Ricerca Prof. Zazzara La ricerca evidenzia una relazione tra multiaffidamento e razionamento del credito: all’aumentare del numero di banche a cui si rivolge l’impresa, aumentano le probabilità di razionamento. Nella ricerca viene considerato anche un indicatore, denominato SKEW, che mette in relazione, per ogni impresa, il numero di banche e la quota di credito bancario detenuta dalla principale banca finanziatrice: Più elevato è il risultato di questo indice e maggiore è la forza del rapporto banca-impresa. Razionamento e Basilea 2 L’elemento significativo che emerge dalla ricerca è che questi indici (numero di banche e Skew) sono rilevanti ai fini della determinazione degli effetti di Basilea 2 a differenza di altre variabili esaminate (es. settore, locazione), che non mostrano particolari variazioni con l’applicazione del nuovo Accordo. Le stime mostrano che le uniche differenze statistiche dell’analisi del livello di razionamento prima e dopo Basilea 2 (assumendo come anno di passaggio il 2002) riguardano proprio il rapporto banca–impresa. Questo risultato conferma che la concentrazione dei rapporti bancari comporta un vantaggio per l’impresa e ciò è connesso alla maggiore trasparenza informativa dell’impresa verso la banca, che con Basilea 2 diventa un elemento strategico. Confindustria - Nucleo Fisco e Finanza