Lo sviluppo dei centri urbani e i comuni Dalla città antica alla città medievale L’urbanesimo in Italia meridionale L’urbanizzazione nel resto dell’Italia e dell’Europa Evoluzione istituzionale e sociale dei Comuni italiani
comune consolare Nasce tra fine XI e inizi XII secolo nel contesto delle tensioni sociali e dei contrasti familiari, acuiti dalla lotta per le investiture, per garantire la pace all’interno della città. L’iniziativa è delle famiglie più in vista, soprattutto dell’aristocrazia feudale, a vario titolo legata al vescovo. Istituzioni caratteristiche di questo primo periodo sono: a) collegio dei consoli, espressione del ceto dirigente del Comune, ancora aperto ai nobili immigrati dal contado e agli esponenti più facoltosi del mondo mercantile e delle professioni; b) arengo, assemblea generale dei cittadini, che poi si divide in Consiglio maggiore e Consiglio minore (o Consiglio di credenza o Consiglio degli Anziani).
COMUNE PODESTARILE Con la pace di Costanza (1183) tra Federico Barbarossa e i Comuni della Lega lombarda, questi vengono a configurarsi come organismi politico-amministrativi pienamente legittimi e avviano il consolidamento delle loro istituzioni: a) vengono definiti i rapporti con il vescovo, che è estromesso da ogni giurisdizione civile; b) il Comune si dota di sedi proprie attraverso la costruzione di appositi edifici; c) si redigono statuti; d) la magistratura collegiale dei consoli viene sostituita dal podestà, ingaggiato con tutta la sue equipe di notai ed esperti di diritto, con il compito di far eseguire le decisioni prese dai consigli cittadini, applicare le leggi, amministrare la giustizia e sovrintendere all’apparato burocratico del Comune; e) progredisce la sottomissione del contado, nel quale i signori locali vengono eliminati con la forza o costretti a riconoscersi vassalli del Comune; f) vengono costruiti borghi franchi, per valorizzare terre incolte e assicurare un più efficace presidio militare delle zone di confine.
COMUNE POpolarE La chiusura del ceto dirigente comunale porta alla lotta tra nobiltà e popolo Carattere socialmente composito dei due schieramenti: della nobiltà fanno parte anche mercanti arricchiti, mentre il popolo comprende anche nobili da poco immigrati in città ed esponenti della stessa antica nobiltà in lotta con gli altri membri del proprio ceto. A rendere agitata la vita dei Comuni contribuisce anche la divisione tra guelfi e ghibellini, e l’organizzazione delle famiglie nobili in clan, spesso in lotta tra di loro. Il popolo, riunito in una propria associazione, la Societas populi, prende il potere, affiancando propri organismi a quelli preesistenti, per cui viene a crearsi una sorta di sistema bicamerale ( i provvedimenti passano attraverso i consigli sia del Comune sia della Societas popoli).
Il potere esecutivo viene ripartito tra il podestà (amministrazione della giustizia e funzionamento degli uffici comunali) e il capitano del popolo (difesa e ordine pubblico). Leggi antimagnatizie, volte ad escludere dalle cariche più importanti i grandi o magnati. Affrancazione dei servi della gleba soprattutto per accrescere il numero dei contribuenti (i servi non pagavano imposte, perché considerati di proprietà dei loro signori). Il Comune popolare, pur non rappresentando una prefigurazione delle democrazie moderne, allarga notevolmente gli spazi di partecipazione alla vita politica