BARBARA POJAGHI L’aspetto relazionale dell’intervista di ricerca
Perché? Perché soffermarci a riflettere su questo argomento? Perché l’intervista non sia pensata, usata solo ed esclusivamente come una tecnica di raccolta dati Perché non si sottovaluti la difficoltà di fare un’intervista Perché non si perda di vista che in ogni caso l’intervista è una relazione Perché non si perda di vista che l’Altro (l’intervistato) va rispettato, non giudicato, non svalutato, non «usato»
Perché? Nell’intervista di ricerca chi è il portatore del bisogno? l’intervistatore e di solito è un terzo (o terzi ) che beneficerà dei risultati che ne deriveranno Ne deriva che l’I non deve esercitare un’influenza sull’i., quindi è necessario che utilizzi la non- direttività (che non è quindi una scelta ma una necessità)
L’intervistatore deve Evitare di esprimere il suo punto di vista Evitare di entrare in disaccordo con l’intervistato Mantenere un atteggiamento attento e ben disposto Fare un contratto di collaborazione con l’intervistato
L’aspetto relazionale dell’intervista di ricerca Dialogare con i nostri simili, interrogarsi o interrogare gli altri è una strategia conoscitiva importante per una psicologia che si proponga di indagare contenuti, processi, dinamiche interiori ed esteriori, conoscenze, opinioni ed atteggiamenti
L’aspetto relazionale dell’intervista di ricerca Il colloquio non è solo riconducibile ad una sequenza di domande e risposte ma appare piuttosto come un fenomeno complesso che esprime la nostra soggettività, che può rivelare consapevolezza e intenzionalità e manifestare strategie di interazione sociale
Intervista Due orientamenti (Trentini 1995); 1. Puro mezzo di raccolta dati 2. Enfatizzare l’aspetto del rapporto interpersonale, dell’interazione e della comunicazione tra intervistatore e intervistato ma possiamo immaginare la combinazione di questi due elementi, e quindi vale a dire l’intervista come situazione psicosociale, utile alla raccolta dei dati, ma molto caratterizzata dal gioco di ruoli fra intervistatore e intervistato
Intervista Strutturazione non strutturata : non vi è pianificazione né ci si è posti obiettivi specifici. Deriva dal colloquio clinico. strutturata: equivale ad un questionario eterosomministrato. Il ricercatore mette a punto un elenco di domande che il ricercatore sottopone all’intervistato seguendo l’ordine e la formulazione prestabilita
semistrutturata : quella più utilizzata in psicologia sociale; il ricercatore utilizza una griglia di riferimento di contenuti (per lo più derivante dallo stato della ricerca in quel settore o da ricerche precedenti) e lascia libero l’intervistato di procedere secondo l’ordine e le modalità che preferisce è l’intervista più delicata e quella che richiede più competenze Sensibilità nel guidare l’intervistato Accoglienza di qualsiasi deviazione Disponibilità a modificare l’ordine della griglia Capacità di non lasciar cadere spunti interessanti dati dall’intervistato
Stile di conduzione professionale VS socio-emotivo Numero degli intervistati e degli intervistatori Intervista individuale Intervista a panel Intervista in serie Intervista di gruppo
La capacità di dialogare La presunzione di competenza psicologica ( dalla presunzione di competenza ad una posizione critica > spontanea capacità di intendere e farsi intendere, nonostante limiti ed errori) La competenza linguistico-sociale Linguistica (la lingua, l’ampiezza del vocabolario,la riccheza del lessico, lo stile, …) Sociale: condivisione di regole (alternanza dei turni, ascolto..), ma anche capacità di contestualizzare, il ruolo dei ruoli. E’ pieno di metafore, allusioni, luoghi comuni propri di un determinato contesto o L’accomodamento linguistico (convergenza o divergenza)
Oltre il linguaggio La comunicazione non verbale della persona dell’ambiente Il silenzio che non è assenza di comunicazione ma forma espressiva volontaria o involontaria, ricca di significati Il comportamento motorio-gestuale Gesti emblematici Gesti illustratori Gesti indicatori dello stato emotivo Gesti regolatori della conversazione Gesti di adattamento
Oltre il linguaggio Il comportamento spaziale Spazio personale Spazio collettivo Ruolo della cultura, del genere e situazionali
La consegna Cerimonia di apertura. Una cornice entro cui… Contiene i ringraziamenti Contiene informazioni sull’intervistatore (studente che deve sostenere un esame, studente che sta facendo la tesi, ricercatore…) Stabilisce la relazione tra i partecipanti Da informazioni sull’obiettivo generale della ricerca Da informazioni sulle modalità della conduzione dell’intervista, sui tempi per rispondere, sulla durata dell’intervista, sull’uso del registratore o del video, sull’uso che verrà fatto dell’intervista, sull’anonimato
Fare domande Le domande pure Le domande orientative Le domande chiuse La centralità di chi fa domande La constatazione interrogativa La libertà di chi risponde Le domande suggestive
Interventi sconsigliati Ho capito Uscire dal ruolo Suggerimenti Risposta a richieste dell’intervistato «tu che ne pensi?»
La chiusura dell’intervista Dare la possibilità e il tempo all’intervistato di aggiungere spontaneamente altre cose, dopo l’ultima domanda. Spesso si acquisiscono informazioni nuove Preannunciare che l’intervista è finita Spegnere il registratore Rispondere alle domande che l’intervistato ha fatto all’intervistatore durante l’intervista
La riflessività dell’intervistatore Consapevolezza della non neutralità delle proprie posizioni, interessi e scelte e pratiche metodologiche Farsi carico della «natura socialmente costruita della realtà, della relazione intima tra ricercatore e quello che studia, e dei vincoli situazionali che danno forma alla ricerca» (Denzin e lincoln, 2000, 10) Il ricercatore costruisce i suoi temi e oggetti, le sue pratiche e i suoi strumenti di ricerca anche in base alla sua biografia e storia personale, all’appartenenza a una particolare comunità professionale e interpretativa.