Insilamento  Sistema di conservazione dei foraggi basato su processi biochimici legati a specifiche fermentazioni.  La tecnica mira a creare condizioni.

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Disciplina: Scienza degli alimenti - A057
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Insilamento  Sistema di conservazione dei foraggi basato su processi biochimici legati a specifiche fermentazioni.  La tecnica mira a creare condizioni sfavorevoli per qualsiasi attività microbica indesiderata, assicurando in tal modo la prolungata conservazione del prodotto. Tale scopo si raggiunge creando nella massa insilata, mediante un’efficace compressione, condizioni d’anaerobiosi: in questo modo viene inibita la microflora aerobica e favorita una rapida ed intensa fermentazione lattica che assicura la buona conservazione del foraggio e inibisce la formazione della microflora dannosa.

Definizione di insilato  L’insilato è il prodotto di un processo di fermentazione in ambiente anaerobio, finalizzato a conservare i foraggi con un minimo di perdite in sostanza secca e valore nutritivo, in assenza di muffe e di prodotti dannosi alla salute degli animali e in grado di essere ingerito in quantità molto vicine al foraggio verde.

Cosa insilare?  Tutti i foraggi possono essere insilati anche se con tecniche e risultati diversi.  L’insilamento della pianta di mais intera e di quelle foraggere e prati pascoli permettono una migliore utilizzazione produttiva.

Microbiologia dell’insilato Al momento dell’insilamento i microrganismi dominanti nel foraggio fresco sono costituiti da funghi e batteri, man mano che s’instaurano nel silo le condizioni di anaerobiosi essi sono sostituiti da batteri capaci di svilupparsi in assenza di ossigeno. Tra questi i più implicati nel processo d’insilamento sono:  i batteri coliformi;  i batteri lattici (Lactobacillus plantarum e brevis);  i batteri butirrici (Clostridium butyricum, Clostridium sporogenes, ecc.).

Microbiologia dell’insilato Fermentazione degli zuccheri: i batteri lattici in assenza di ossigeno, fermentano gli zuccheri solubili con produzione di acido lattico fino quando il pH scende a valori prossimi a 4. Fermentazione delle proteine: i batteri proteolici idrolizzano le proteine e i putridi attaccano gli aminoacidi; la loro attività viene inibita quando il pH scende sotto 4.5. Post-fermentazione: processi di fermentazioni aerobiche che avvengono dopo l’apertura del silo ad opera di funghi e lieviti; gli insilati migliori, più ricchi di zuccheri, sono più esposti.

Vantaggi dell’insilamento  Limitazione delle perdite di raccolta;  Possibilità di conservare alimenti non affienabili quale ad esempio la pianta intera di mais;  Maggiore meccanizzazione delle operazioni di raccolta con notevole abbattimento dei costi; Minore dipendenza dalle variazioni metereologiche

Modifiche di composizione del foraggio durante la conservazione  La sostanza secca aumenta a causa delle perdite di percolazione.  I protidi grezzi rimangono pressoché invariati; varia in modo netto il rapporto esistente tra le frazioni azotate.  L’estratto etereo aumenta principalmente per la confluenza in questa frazione degli acidi grassi volatili;  Gli estrattivi inazotati vanno incontro a demolizione.  La digeribilità diminuisce, maggiormente in foraggi molto umidi.  L’ingestione di sostanza secca diminuisce.

Perdite in corso di insilamento In campo – Respirazione cellulare: continua a livello cellulare anche dopo il taglio, finché c’è O2; deve essere il più contenuta possibile perchè consuma zuccheri utili alle fermentazioni e scalda la massa, favorendo i clostridi (negativi) che sono anche sporigeni Nel silos - Liquidi di percolazione: perdite del succo cellulare e quindi dei principi nutritivi in essi disciolti; si riducono quando la s.s. si aggira intorno al 25%; sono praticamente nulle quando il tenore di s.s. è del 28%. Processi fermentativi: respirazione (0.5%); fermentazioni anaerobiche ( ∼ 5%) e post- fermentazioni (0 – 5%) All’apertura del silo – Degradazione aerobica: tanto più intensa e rapida quanto minore è stata la fermentazione subita dalla massa insilata e quindi quanto più è elevata la presenza di zuccheri.

Fattori che determinano la buona riuscita dell’insilato Epoca di taglio  All’avanzare dello stadio vegetativo di una pianta aumenta il contenuto di fibra e diminuiscono il suo valore nutritivo e la sua appetibilità.  Per i cereali autunno-vernini il momento più favorevole coincide di solito con lo stadio di maturazione latteo-cerosa della granella.  Mais: ingiallimento delle brattee e maturazione cerosa della granella.  Raccogliendo prima si perde in quantità di s.s., si compromette la riuscita dell’insilato, si avranno perdite maggiori. Appassimento Contiene le perdite di percolazione, favorisce i lattobacilli rispetto ai clostridi, effetto favorevole sull’appetibilità del foraggio

Fattori che determinano la buona riuscita dell’insilato ( segue) Trinciatura: la pianta deve essere trinciata finemente (2 cm) per permettere una buona compressione della massa insilata. Caricamento del silo:  Non superare i 2 gg e non introdurre terra;  Buona compressione (no cappello);  Chiusura ermetica (eventuale uso di un telo interno).

Fattori che determinano la buona riuscita dell’insilato Apertura del silo: deve essere effettuata a 40 gg dalla chiusura per consentire il raffreddamento della massa insilata. Rinnovo del fronte dell’insilato: la progettazione di un silo deve essere fatta tenendo presente la consistenza e il possibile sviluppo dell’azienda. Il fronte di taglio dovrebbe rinnovarsi di almeno 10 cm al giorno.

Fattori che determinano la buona riuscita dell’insilato (segue)  Un vantaggio che hanno i silos a trincea è che l’alimento insilato proveniente da una determinata partita o da un campo è distribuito su una grande area del silo. Di conseguenza i cambiamenti nella sostanza secca del foraggio o in alcuni parametri chimici avvengono più gradualmente che in altri tipi di stoccaggio.  Tuttavia variazioni possono verificarsi ad altezze diverse del silo; per stimare tali variazioni sono stati effettuati degli studi sperimentali su diversi insilati in cui sono stati valutati SS, NDF, ADF, PG, lattato e AGV.

Fattori che determinano la buona riuscita dell’insilato (segue)  In alcune situazioni può essere somministrata una razione completamente diversa tra un carico e un altro se non si presta attenzione a come si effettua un carico dal silo.  Per esempio, una razione con il 54.5% di foraggio può variare in realtà dal 46 al 63% di foraggio se preparando il carico l’insilato viene prelevato il alto piuttosto che in basso.  Variazioni come queste devono essere considerate quando si effettua un campionamento per l’analisi della sostanza secca o per una analisi completa. Deviazioni tra le tre regioni del silos (alta, media, bassa)

Composizione chimica di campioni di silomais prelevati da tre parti diverse del silo

Valutazione pratico-empirica L’effetto di processi microbiologici sui foraggi durante l’insilamento necessita un’attenta valutazione, anche se il materiale di partenza è di buona qualità. La sola valutazione visiva di un insilato non fornisce accurate informazioni sul contenuto in principi nutritivi. Tuttavia, associati a una analisi chimica, fattori come il colore, l’odore e l’aspetto generale danno una buona indicazione del complessivo valore nutritivo dell’insilato. Anche se la qualità degli insilati può essere stimata visivamente esaminando l’insilato, essa può essere valutata accuratamente solo tramite analisi chimica.

Valutazione pratico-empirica (segue) Compressione e chiusura Odore: acetico (a volte alcolico) gradevole, butirrico (come di burro rancido). Presenza di percolazioni. Surriscaldamento. Giusta lunghezza di trinciatura: 0.5 – 1.0 cm. pH: cartina al tornasole. Colore: bruno-verdastro di tonalità chiara. Silomais: presenza di granella (40 %). Assenza di muffe.