Laboratorio Incontro Sacrofano 13 settembre 2014 Ana Prades Villar Stefano Tedeschi
Chi? I destinatari Chi sono i genitori che portano i figli alla catechesi a Roma nel 2014? E perché li portano ancora in parrocchia?
Quanti sono? -Una percentuale ancora significativa ? -Un numero minimo rispetto alle famiglie che vivono nel territorio? Che tipo di famiglie? -Una grande diversità di situazioni familiari, e non solo per esperienze di separazioni o abbandoni -La necessità di conoscerle meglio
La maggioranza di queste famiglie non frequenta la parrocchia nelle sue attività consuete e a volte non partecipa nemmeno all’Eucarestia domenicale Hanno spesso ricordi di una esperienza religiosa e di Chiesa che appartengono alla loro infanzia.
In alcuni casi si aspettano ancora una “dottrina” Una parte mostra di avere una relazione negativa con la Chiesa istituzionale anche se a volte più per adesione ad una visione corrente che per esperienze personali. Non capiscono il ‘parrocchialese’
Un dato certo: sono tutti genitori. In molte di queste famiglie si trova una profondità di esperienze di vita spesso nascosta
Bisogna accogliere senza pregiudizi queste esperienze di vita E’ necessario prenderle sul serio Non trattarle come ‘oggetti’ o come un fastidioso ostacolo: non si tratta di “adattarsi” alla loro realtà Trasformare lo stile dell’evangelizzazione in chiave familiare. Bisogna imparare ad ascoltare davvero le famiglie Bisogna ‘innamorarsi’ di loro.
Perché? Due tipi di ‘perché’ Le motivazioni Gli obiettivi
La famiglia ha un fondamentale ruolo educativo che oggi sembra essere passato in secondo piano, come se molti genitori avessero abdicato e delegato questo ruolo alle varie agenzie educative in circolazione. Un ruolo che non si realizza però in una dimensione teorica ma nell’esempio della vita quotidiana La trasmissione della fede avviene attraverso i gesti di ogni giorno. Non è compito dei genitori quello di ‘fare catechesi’, ma di riscoprire la presenza di Dio nel quotidiano e di mostrarlo ai figli.
“L’urgenza di evangelizzare gli adulti si fa ancora più pressante quando questi sono genitori e, quindi, persone che hanno precise responsabilità educative verso i figli e verso gli altri membri della famiglia. La parrocchia e le coppie di sposi cristiani sono chiamati a mettersi a disposizione di tutti i genitori che chiedono l’iniziazione cristiana dei figli, per aiutarli a riscoprire Gesù Cristo e a camminare dietro di lui assieme ai loro figli.” Per questo “si tratta di passare da un’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi accompagnata dal tentativo di coinvolgere i genitori ad una re-iniziazione cristiana dei genitori che coinvolga i fanciulli e i ragazzi.” Per questo “si tratta di passare da un’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi accompagnata dal tentativo di coinvolgere i genitori ad una re-iniziazione cristiana dei genitori che coinvolga i fanciulli e i ragazzi.”
“Evangelizzare i genitori significa far risaltare l’eco delle parole del Signore dai doni di amore, di pazienza, di umiltà, di ospitalità, di generosità che ogni coppia e ogni famiglia – sia pure tra molte contraddizioni- vive in sé o trova nelle altre. I “contenuti” della catechesi familiare, più che nei libri, vanno cercati dentro la realtà familiare stessa. Ora ogni famiglia vive “in piccolo” la sua storia della salvezza: la presenza, le chiamate e l’amore di Dio vanno scoperti dentro questa “storia di salvezza”.”
Gli sposi hanno vissuto il loro esodo quando hanno lasciato la loro famiglia di origine per formarne una nuova Hanno sperimentato il cammino nel deserto, con le sue prove e tentazioni, quando hanno dovuto imparare a camminare insieme, ad accettarsi con i loro limiti, a perdonarsi. Sperimentano l’amore fedele di Dio e il dono della terra promessa vivendo la loro fedeltà coniugale. Vivono il mistero del Natale, quando accolgono con amore e fiducia i figli. Annunciano il Regno di Dio con la comunione e la condivisione che cercano di realizzare nella vita di coppia e di famiglia
Rivivono l’esperienza pasquale di Cristo quando, vincendo la tentazione dell’egoismo, si educano alla condivisione e alla solidarietà reciproca. Rivivono la Pentecoste quando fanno della loro casa un luogo aperto a tutti, un luogo di accoglienza e di incontro. Prolungano l’eucaristia domenicale quando fanno della loro tavola un segno di condivisione e di comunione. Testimoniano l’amore di Dio attraverso i loro gesti di carità verso i poveri. imparano a tenere lo sguardo rivolto alla casa del Padre, quando Sperimentano la precarietà e il limite della vita umana, nella malattia e nella perdita dei propri cari.
Con quali obiettivi Non per portarli a ‘fare’ qualcosa in parrocchia, o formare un ‘gruppo famiglia’ Per proporgli una migliore ‘qualità della vita’, per noi è poi l’unica possibile.
Come? Alcuni errori da evitare Qualche indicazione di metodo Alcuni consigli pratici
Alcuni errori da evitare mancanza di continuità un taglio eccessivamente scolastico tendenza all’astrattezza la passività
Cosa si fa in Diocesi Incontri saltuari con il parroco durante l’anno, secondo modalità e tematiche le più diverse. Nei tempi liturgici forti o in prossimità della celebrazione dei sacramenti Itinerari più strutturati con incontri mensili secondo un programma stabilito che si propone come accompagnamento. Forte ancoraggio nella Parola di Dio con momenti di condivisione Itinerari simili ai precedenti, ma con la caratteristica di essere anche agganciati ai percorsi dei bambini, con una sorta di percorso parallelo Una catechesi interamente affidata ai genitori, che si incontrano con il parroco a scadenze regolari, e che ricevono da lui del materiale per poter svolgere questo compito
Partire dalle tre “A” Accogliere / Ascoltare / Accompagnare Il momento dell’accoglienza Buoni rapporti interpersonali Motivare e far partecipare i genitori
Partire sempre dalle forze che si hanno a disposizione dandosi però un obiettivo più ‘alto’ Dimenticare espressioni come “si è fatto sempre così”; “questo da noi non si può fare”; “è troppo difficile” ecc. Il cammino con le famiglie deve essere pensato in collaborazione con i catechisti che si occupano dei bambini
Un possibile itinerario. Una serie di incontri la domenica mattina dopo la messa, con un itinerario che abbia una sua logica interna, da spiegare all’inizio Il primo anno può essere destinato ad alcune esperienze di base: riscoprire le proprie radici; la famiglia come comunità primaria; l’esperienza del perdono; la preghiera in famiglia ecc. Il secondo anno può essere centrato maggiormente sull’esperienza dell’eucaristia collegata alla vita familiare L’importanza della messa domenicale: come farla diventare un’esperienza familiare? Qualche possibile incontro più lungo (un pomeriggio, una giornata insieme, una passeggiata per Roma ecc.)
Un incontro - tipo Durata tra un’ora e un’ora e mezza. Breve introduzione sul tema: riferimento alla Parola di Dio, da collegare sempre all’esperienza quotidiana. Momento di condivisione, tutti insieme o in gruppi più piccoli con alcune domande preparate Preghiera finale in comune