Il modello IS-LM in economia aperta

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Transcript della presentazione:

Il modello IS-LM in economia aperta Capitolo VI. Il modello IS-LM in economia aperta

1. I mercati dei beni in economia aperta Economia aperta applicata a mercati dei beni: l’opportunità per i consumatori e le imprese di scegliere tra beni nazionali e beni esteri; mercati delle attività finanziarie: l’opportunità per gli investitori finanziari di scegliere tra attività finanziarie nazionali ed estere; mercati dei fattori: l’opportunità delle imprese di scegliere dove localizzare un’attività produttiva e per i lavoratori di scegliere dove lavorare. L’Unione Europea rappresenta il più grande mercato comune tra Stati sovrani mai esistito, che oggi include 27 paesi.

1.1. Esportazioni e importazioni Col passare del tempo, l’economia statunitense è diventata sempre più aperta: oggi gli Stati Uniti commerciano con il resto del mondo in misura doppia (in rapporto al Pil) di quanto non facessero quarant’anni fa. Le importazioni e le esportazioni, pur seguendo approssimativamente lo stesso trend, hanno manifestato una tendenza divergente: dalla metà degli anni Novanta, gli Stati Uniti registrano un forte disavanzo commerciale.

1.1. Esportazioni e importazioni Fig. 6.1. Esportazioni e importazioni nel Regno Unito dal 1960

1.1. Esportazioni e importazioni Un altro indice di apertura commerciale è la proporzione di prodotto aggregato composta dai beni commerciabili – beni che competono con i beni esteri sia sul mercato interno sia sui mercati esteri. In Europa quasi tutte le maggiori economie, tra cui Germania, Svizzera, Danimarca ,Finlandia, Norvegia e Svezia, registrano un rapporto esportazioni/PIL pari a circa il 50% Le differenze tra paesi in termini di apertura commerciale dipendono essenzialmente da due fattori: - la distanza tra i mercati; - la dimensione dei paesi stessi: quanto più piccolo è un paese tanto minore sarà il numero di prodotti in cui si specializza.

1.2. La scelta tra beni nazionali e beni esteri Quando i mercati sono aperti, i consumatori devono scegliere se comprare beni nazionali o beni esteri. La variabile cruciale è data dal prezzo dei beni nazionali in termini di beni esteri. Questo prezzo relativo è noto come tasso di cambio reale.

1.3. Tassi di cambio nominali I tassi di cambio nominali tra valute possono essere quotati in due modi: come il prezzo della valuta nazionale in termini di valuta estera; come il prezzo della valuta estera in termini di valuta nazionale. In questo testo, si adotta la prima definizione: il tasso di cambio nominale è dato dal prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, detonato da E.

1.3. Tassi di cambio nominali Un apprezzamento della moneta nazionale è un aumento del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, quindi un aumento del tasso di cambio. Un deprezzamento della moneta nazionale è una riduzione del prezzo della moneta nazionale in termini di moneta estera, quindi corrisponde a una diminuzione del tasso di cambio.

1.3. Tassi di cambio nominali Fig. 6.2. Tasso di cambio nominale tra sterlina britannica ed euro dal 1999.

1.3. Tassi di cambio nominali L’andamento decrescente del tasso di cambio – 1 sterlina valeva 1,4 euro nel 1999 e 1,15 nel 2009 Le ampie fluttuazioni del tasso di cambio – nell’arco di pochi anni, dal 1999 al 2003, il valore della sterlina è aumentato da 1,4 del 1999 a 1,75 del 2000 per poi scendere a 1,5 a metà del 2001 e a 1,3 a metà del 2003

1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Come possiamo costruire il tasso di cambio reale tra un paese dell’area euro e gli Stati Uniti? Consideriamo il prezzo in euro di una Mercedes e convertiamolo in sterline. Il prezzo è di 50.000 € e se 1 sterlina vale 1,15, allora il prezzo di una Mercedes in sterline è di 50,000 € / 1,15 = 43.000 sterline. Calcoliamo il rapporto tra il prezzo di una Mercedes in euro e il prezzo di una Jaguar in sterline: se una Jaguar costa 30.000 sterline nel Regno Unito, il prezzo di una Mercedes in termini di Jaguar è 43.000/30.000=1.4. In altre parole, il prezzo di una Mercedes è del 40% più alto di una Jaguar nel Regno Unito.

1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Fig. 6.3. La costruzione del tasso di cambio reale.

1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Il tasso di cambio reale è costruito moltiplicando il prezzo nazionale per il tasso di cambio nominale e dividendo per il livello dei prezzi esteri: Un aumento del tasso di cambio reale si definisce apprezzamento reale Una diminuzione del tasso di cambio reale si definisce deprezzamento reale

1.4. Dai tassi di cambio nominali ai tassi di cambio reali Fig. 6.4. Tasso di cambio reale e nominale tra l’Italia e gli Stati Uniti, 1999-2005.

1.5. Dai tassi di cambio bilaterali ai tassi di cambio multilaterali Tasso di cambio reale multilaterale: prezzo medio dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i suoi partner commerciali. Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è necessario usare come pesi le quote dei flussi commerciali di questa nazione con gli altri paesi: dalle quote delle esportazioni si calcola il tasso di cambio all’esportazione; dalle quote delle importazioni si calcola il tasso di cambio all’importazione; si calcola la media delle quote di esportazioni e importazioni.

2. I mercati finanziari in economia aperta Dato che l’acquisto o la vendita di attività finanziarie estere comporta l’acquisto o la vendita di moneta estera o valuta estera, la dimensione delle transazioni sul mercato delle valute è un indicatore dell’importanza delle transazioni finanziarie internazionali. L’apertura dei mercati finanziari comporta: possibilità di diversificazione delle attività finanziare tra domestiche ed estere; possibilità per i paesi di registrare avanzi o disavanzi commerciali.

2.1. La bilancia dei pagamenti Le transazioni di un paese con il resto del mondo sono riassunte in una serie di conti chiamati bilancia dei pagamenti: conto corrente - le transazioni sopra la linea registrano tutti i pagamenti da e verso il mondo; conto capitale – le transazioni sotto la linea registrano tutti gli investimenti in attività finanziarie da e verso il mondo. La discrepanza statistica definisce la differenza esistente tra il saldo del conto corrente e il saldo del conto capitale.

2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere Fig. 6.6. Rendimenti attesi di titoli statunitensi e italiani a un anno.

2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere Affinché sia conveniente tenere titoli sia italiani che statunitensi, essi devono avere lo stesso tasso di rendimento atteso, cioè deve valere la seguente condizione di arbitraggio: Riorganizzando: Tale equazione è chiamata parità scoperta dei tassi di interesse o parità dei tassi di interesse.

2.2. La scelta tra attività finanziarie nazionali ed estere L’ipotesi che gli investitori finanziari tengano soltanto i titoli con tasso di rendimento atteso più elevato è evidentemente troppo restrittiva per due ragioni: ignora i costi di transazione; ignora l’esistenza del rischio.

2.3. Tassi di interesse e tassi di cambio Riscriviamo l’equazione come: Una buona approssimazione di questa equazione è data da: Il tasso di interesse nazionale dev’essere uguale al tasso di interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della moneta estera. Se allora

2.3. Tassi di interesse e tassi di cambio Fig. 6.7. Tassi di interesse nominale negli Stati Uniti e nel Regno Unito dal 1970

3. La curva IS in economia aperta In una economia aperta, la domanda di beni nazionali è data da: La domma dei primi tre termini (consumo (C), investimento (I) e spesa pubblica (G)) costituisce la domanda nazionale di beni dobbiamo sottrarre le importazioni aggiungere le esportazioni

3.2 Le determinanti di C, I e G Le decisioni di spesa dei consumatori dipendono ancora dal loro reddito e dalla loro ricchezza, l’investimento dalla ricchezza e il tasso d’interesse nominale e la spesa pubblica è esogena. Il tasso di cambio reale non influenza il livello.

3.3 Le determinanti delle importazioni Un aumento del reddito nazionale Y provoca un aumento delle importazioni. Le importazioni dipendono anche positivamente dal tasso di cambio reale.

3.4 Le determinanti delle esportazioni Un aumento della produzione estera (Y*) provoca un incremento delle esportazioni Un aumento del tasso di cambio reale provoca una riduzione delle esportazioni

3.5 Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali FIG. 6.8 La domanda di beni nazionali e le esportazioni nette

3.5 Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali L’equilibrio nel mercato dei beni sarà dato dalla seguente equazione: In equilibrio, la produzione deve uguagliare la domanda, dove la domanda è data da: consumo, C, che dipende positivamente dal reddito disponibile, Y-T; investimento, I, che dipende positivamente dalla produzione Y e negativamente dal tasso di cambio reale, r; la spesa pubblica è considerata esogena; la quantità delle importazioni, IM, che dipende positivamente da Y che tasso di cambio reale (per ottenere il valore in termini nazionali va diviso per il tasso di cambio reale); le esportazioni, X, che dipendono positivamente da produzione estera, Y*, e tasso di cambio reale.

3.5 Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali Per semplicità possiamo scrivere: Dove NX indica le esportazioni nette. Riscriviamo la condizione di equilibrio come:

3.5 Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali Un aumento del tasso di interesse reale genera una riduzione della spesa per investimenti, e quindi una riduzione della domanda di beni nazionali. Attraverso il moltiplicatore, questo conduce a una diminuzione della produzione. Un aumento del tasso di cambio reale provoca uno spostamento della domanda a favore dei beni esteri e quindi un calo delle esportazioni nette. La riduzione delle esportazioni nette fa diminuire la domanda e la produzione attraverso il moltiplicatore.

3.5 Uniamo tutte le determinanti della domanda di beni nazionali Introduciamo due semplificazioni: il livello dei prezzi nazionali ed estero è esogeno: il tasso di cambio nominale e reale si muovono assieme assenza di inflazione, effettiva e attesa, in quanto i livelli dei prezzi sono dati Con queste semplificazioni, possiamo scrivere:

4. L’equilibrio dei mercati finanziari La condizione di uguaglianza tra domanda e offerta di moneta è espressa come: Passando da un contesto di economia chiusa a un contesto di economia aperta, non si modifica la relazione di equilibrio sul mercato della moneta.

4.2. La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri Affinché in equilibrio siano detenuti dal pubblico sia i titoli nazionali sia i titoli esteri, essi devono avere lo stesso tasso di rendimento, quindi deve essere soddisfatta la seguente condizione di arbitraggio: Moltiplicando entrambi i lati per Eet+1 e riorganizzando i termini si ottiene:

4.2. La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri Da cui segue: Il tasso di cambio corrente dipende dal tasso di interesse nominale, dal tasso di interesse estero e dal tasso di cambio atteso: un aumento del tasso di interesse interno provoca un aumento del tasso di cambio; un aumento del tasso di interesse estero provoca una riduzione del tasso di cambio; un aumento del tasso di cambio atteso porta a un aumento del tasso di cambio corrente.

4.2. La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri Fig. 6.10. La relazione tra il tasso di interesse e il tasso di cambio descritta dalla parità dei tassi di interesse. Un maggior tasso di interesse comporta un maggior tasso di cambio, cioè un apprezzamento.

4.2. La scelta tra titoli nazionali e titoli esteri Ipotesi fondamentale: quando il tasso di interesse cambia, il tasso di cambio atteso resta invariato. Questo implica che un apprezzamento oggi porta a un deprezzamento atteso in futuro, poiché ci si aspetta che il tasso di cambio torni allo stesso valore. La relazione tra tasso di interesse e tasso di cambio è chiamata la parità dei tassi di interesse. Quando il tasso di interesse interno è uguale al tasso di interesse estero, il tasso di cambio corrente è uguale al tasso di cambio futuro atteso.

5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari L’equilibrio nel mercato dei beni richiede che la produzione dipenda anche dal tasso di interesse e dal tasso di cambio: Il tasso di interesse è determinato dall’eguaglianza fra la domanda e l’offerta di moneta: E la parità dei tassi di interesse fa sì che esista una relazione positiva tra tasso di interesse e tasso di cambio:

5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari Considerando la relazione tra tasso di interesse e tasso di cambio, si ottiene: IS: LM:

5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari Un aumento del tasso di interesse ha due effetti: già presente in economia chiusa, è l’effetto diretto sull’investimento. Un aumento del tasso di interesse provoca una diminuzione dell’investimento e della domanda di beni nazionali; presente solo in economia aperta, è l’effetto che opera attraverso il tasso di cambio. Un aumento del tasso di interesse interno genera un apprezzamento che provoca una diminuzione delle esportazioni nette e quindi una riduzione della domanda di beni nazionali.

5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari Fig. 6.11. Il modello IS-LM in economia aperta

5. Un’analisi congiunta dei mercati reali e finanziari La curva IS è inclinata negativamente: un aumento del tasso di interesse porta direttamente o indirettamente attraverso il tasso di cambio a una riduzione della domanda e a un calo della produzione. La curva LM è inclinata positivamente: un aumento del reddito fa aumentare la domanda di moneta, e ciò provoca un aumento del tasso di interesse di equilibrio.