Progetti Esterni, Formazione e Trasferimento Tecnologico Dario Menasce – INFN Milano-Bicocca Introduzione alla Tavola Rotonda e proposte per la discussione.

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Progetti Esterni, Formazione e Trasferimento Tecnologico Dario Menasce – INFN Milano-Bicocca Introduzione alla Tavola Rotonda e proposte per la discussione Introduzione alla Tavola Rotonda e proposte per la discussione

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 2 Progetti Esterni, Formazione e Trasferimento Tecnologico: qual è il loro minimo comune denominatore? Occorre disporre di competenza tecnologica e scientifica

Bisogna avere la capacità di trasmetterla 29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 3 Progetti Esterni, Formazione e Trasferimento Tecnologico: qual è il loro minimo comune denominatore?

Bisogna che si siano le condizioni necessarie per trasmetterla (tempo, in primis) 29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 4 Progetti Esterni, Formazione e Trasferimento Tecnologico: qual è il loro minimo comune denominatore?

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 5 Le competenze di cui stiamo parlando non sono solamente quelle tecnologiche: anche una profonda conoscenza della statistica, della fisica delle radiazioni o delle simulazioni MC, ad esempio, hanno potenziale rilevanza presso altri gruppi o addirittura verso soggetti esterni all’ente. Esistono profonde competenze specialistiche nell’INFN, sia tecnologiche che scientifiche (computing, elettronica, alto vuoto, fisica delle radiazioni, simulazioni…) ma sono spesso concentrate in gruppi con scarso travaso reciproco Parimenti esiste (in un grado da determinare) la necessità di acquisire queste competenze da parte di entità o gruppi che non le possiedono (interne o esterne all’ente). I corsi di formazione sono molto utili e propedeutici ma sono spesso insufficienti, anche se attuati con modalità specialistica di una settimana.

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 6 Esiste peraltro la possibilità di pensare all’istituzione di master per specializzazioni settoriali: si tratterebbe di corsi extra-lunghi (remunerativi?) Il possedere certe competenze ad alto livello non garantisce che si sappia trasmetterle efficacemente: spesso un corso frontale non costituisce l’approccio più costruttivo, fattibile o per il quale, banalmente, si sia portati, mentre un coinvolgimento personale in una attività tecnologica o scientifica potrebbe favorire e incentivare maggiormente il trasferimento di conoscenze ed il loro apprendimento (nell’ente e fuori dall’ente). Preparare un corso richiede un impegno che spesso non si ha tempo, voglia o possibilità di affrontare. Un corso, poi, è attività di un singolo, la partecipazione ad un progetto può invece coinvolgere un gruppo, un team

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 7 Quale che sia la modalità di trasferimento di competenze, occorre che siano soddisfatte certe condizioni per poterlo attuare: Bisogna avere del tempo disponibile: molto spesso il personale tecnologico ha impegni nei servizi generali o di infrastruttura  Necessita allo scopo una prioritarizzazione degli impegni che sia basata su un criterio condiviso e su una visione globale Va analizzata nel dettaglio la problematica relativa alla partecipazione a progetti scientifici  Normalizzazione delle percentuali lavorative  Accordi internazionali sul personale, pubblicazioni, durata della collaborazione  …

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 8 La partecipazione ai Progetti Esterni ed al Trasferimento Tecnologico rappresentano l’estremizzazione di un eventuale esercizio propedeutico (ma estendibile nel tempo) di trasferimento di competenze all’interno dell’ente che ha come possibile punto di partenza la Formazione: Condizione necessaria affinchè queste attività abbiano successo e siano redditizie per l’ente (con metrica da definire) è che ci si sappia dotare degli strumenti (burocratici, organizzativi,…) per favorire ed attuare questo trasferimento interno Abbiamo molto da apprendere da ognuna delle attività sinora svolte, seppure in modo abbastanza scollegato tra loro In questo senso una sinergia tra le tre attività è certamente utile

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 9 Chi partecipa a progetti connessi alla creazione di complesse infrastrutture all’inizio è molto motivato: Deve essere inventivo/proattivo nella progettazione e nel contempo impara tecnologie in quel momento cutting-edge e state-of-the-art È coinvolto in una attività di gruppo non dissimile da quella sperimentale (molti vengono da quella formazione) Quando l’infrastruttura (o il servizio) è poi implementato si passa invece alla produzione, una fase che ha aspetti, in parte, demotivanti: Lavoro routinario: si perde, in parte, l’aggancio a nuove tecnologie Si rimane spesso sganciati da attività innovative

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 10 Coinvolgere queste persone in progetti che richiedono la loro competenza porterebbe (credo) dei vantaggi a entrambe le comunità: Rimescolamento e travaso (incrociato) di competenze Incentivo continuo all’innovazione tecnologica Lavorare a stretto contatto con chi ha necessità di certe infrastrutture o software dà una maggiore consapevolezza sul significato dei requirements del progetto Ottimizzazione delle risorse dell’ente (reinventing the wheel) Possibilità di partecipare ad iniziative per le quali non si avevano originariamente le competenze Ovviamente ci sono anche dei caveat (in qualche caso molto importanti) che vanno considerati e per i quali, eventualmente, va trovata una soluzione (argomenti per la Tavola Rotonda)

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 11 Quali criteri per la partecipazione ai Progetti Esterni? Bilancio tra impegno (personale) e beneficio per l’ente (come si valuta, chi lo valuta?) Congruità con la missione scientifica dell’ente (progetti bandiera,…) Valutazione della sostenibilità del progetto nel tempo Partecipare quanti più progetti si può porta fondi all’ente (forse) ma disperde le risorse umane in un rivolo eccessivo di attività: come valutare questo potenziale impatto? Le competenze tecniche/scientifiche acquisite nell’ente costituiscono un asset originalmente a beneficio dell’ente ed è corretto (doveroso) tentare di trasferirle poi nel mondo industriale o verso altre discipline scientifiche.

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 12 Diverso il concetto di ‘fornitura di un servizio’. Vi sono tipologie differenti, alcune in linea con la missione dell’ente, altre no: fornitura di un servizio di simulazione di radiazione nucleare in una cloud (?) fornitura di servizi per la pubblica amministrazione (?) …. Quali sono i criteri di accettabilità? Chi li stabilisce o li appura? Per quanto riguarda invece il trasferimento tecnologico interno all’ente, bisogna poi evitare che la partecipazione di personale tecnologico ad attività nei gruppi sperimentali si trasformi in cooptazione di mano d’opera non rendicontata: deve sempre e solo configurarsi in un reale trasferimento temporaneo di know-how tecnologico. Come si fa in concreto?

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 13 Chi sono i customer di questo trasferimento tecnologico interno? Esistono? (nel senso: ci sono gruppi che hanno necessità di acquisire competenze strategiche per la loro attività?) Se sì, quali, di che tipo e in che forma? Occorre un adeguato survey… Bisogna anche individuare se non solo esiste personale dotato delle competenze richieste sopra, ma se ha una disponibilità volontaria e la possibilità di partecipare a una task-force per trasferirle ad altri: Che forma deve avere, formalmente e in pratica, la task-force? Qual’è la modalità migliore? Corsi, collaborazione,… Come fanno queste persone a trovare il tempo necessario senza compromettere qualità ed affidabilità dei servizi/infrastrutture da loro gestite? Indicazioni dal Management (?) Quali sono le possibili forme di incentivazione? ($/€, carriera,…)

29 Maggio 2013 D. Menasce - Introduzione alla Tavola Rotonda su Progetti Esterni e Formazione 14 Come individuare le due comunità? (Customers e providers?) Cosa sarebbe utile che l’ente facesse per favorire (nel caso) questa iniziativa? È utile una coordinamento tra gli uffici di Formazione, TT e Progetti Esterni? Chi altri potrebbe partecipare? CCR? CSN? … Come si possono organizzare (nel caso) le task-force? Esistono approcci alternativi? Quali?

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