I compiti dello Stato nella teoria economica. evoluzione del pensiero economico e definizione dell’estensione dei compiti dello stato: riconoscimento.

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Transcript della presentazione:

I compiti dello Stato nella teoria economica

evoluzione del pensiero economico e definizione dell’estensione dei compiti dello stato: riconoscimento generale della necessità di un livello minimo di intervento pubblico per il corretto funzionamento del mercato (definizione dei diritti di proprietà e loro riconoscimento, giustizia, difesa). Oltre questo livello dibattito tra le diverse scuole

Teoria neoclassica il modello neoclassico disegna il ruolo del settore pubblico sui criteri base dell’EFFICIENZA e dell’EQUITÀ. L’efficienza è definita sulla base del criterio dell’ottimo paretiano (efficienza allocativa): una situazione è “ottima” in senso paretiano se, comunque ci si sposti da essa, non è possibile migliorare la soddisfazione di qualcuno senza peggiorare la soddisfazione di almeno un altro membro della società.

Il concetto di equità si riferisce alla posizione desiderata in termini di distribuzione delle utilità (del reddito) dei componenti della collettività. Vari economisti hanno introdotto concetti diversi di equità: uguaglianza delle opportunità; uguaglianza delle posizioni finali del processo economico; assicurazione dei diritti e delle libertà fondamentali degli individui (Nozick).

I due teoremi fondamentali dell’Economia del Benessere Il primo teorema fondamentale afferma: In un sistema economico di concorrenza perfetta nel quale vi sia un insieme completo di mercati, un equilibrio concorrenziale, se esiste, è un ottimo paretiano (corrispondenza tra ottimo paretiano ed equilibrio in un mercato di concorrenza perfetta)

Il secondo teorema fondamentale precisa: Se sono rispettate alcune condizioni relative alle funzioni di utilità individuali (mappe di indifferenza convesse) e alle funzioni di produzione (insiemi di produzione convessi), in presenza di mercati completi ogni posizione di ottimo paretiano può essere realizzata come equilibrio concorrenziale, previa un’appropriata redistribuzione delle risorse (dotazioni iniziali) fra gli individui.

Dal primo teorema si ricava in negativo il ruolo allocativo dello Stato, nei casi in cui il mercato non soddisfa le condizioni stringenti per raggiungere l’ottimo sociale secondo il criterio paretiano (casi di fallimento microeconomico del mercato). Dal secondo teorema discende il ruolo distributivo dello Stato: nei casi in cui il mercato raggiunge posizioni di ottimo paretiano caratterizzate da distribuzioni di reddito considerate inique dalla società, lo Stato dovrebbe farsi carico di provvedere a una redistribuzione delle risorse iniziali non distorsiva dell’allocazione delle medesime, tramite trasferimenti in somma fissa (lump sum).

I contributi della teoria keynesiana la teoria keynesiana dimostra la possibilità che l’economia di mercato capitalistica evolva lungo sentieri non ottimali e permanga in posizioni di sottoimpiego delle risorse. Da questa interpretazione discende la giustificazione teorica della necessità dell’intervento pubblico per raggiungere il pieno impiego delle risorse. Alle funzioni allocativa e distributiva dello Stato si aggiunge il ruolo macroeconomico di stabilizzazione dell’economia (fallimento macroeconomico del mercato) attraverso la definizione di politiche attive di intervento pubblico.

Funzione allocativa:casi di fallimento del mercato a carattere microeconomico (Stiglitz) La non soddisfazione delle condizioni previste dal primo teorema del benessere determina l’incapacità del mercato di raggiungere soluzioni pareto- ottimali. Ciò si verifica nei casi di: Assenza della concorrenza perfetta; Presenza di esternalità, Presenza di beni pubblici Mercati incompleti e carenza di informazione.

Assenza della concorrenza perfetta: caso del monopolio naturale (presenza di rendimenti crescenti di scala), in assenza dell’intervento pubblico la quantità prodotta (minore di quella efficiente) è quella che soddisfa la condizione di massimizzazione del profitto in corrispondenza dell’uguaglianza tra costo marginale e ricavo marginale (diverso dal prezzo).

Presenza di esternalità Le esternalità sono definite come vantaggi o svantaggi arrecati ad altri operatori (produttori o consumatori) dall’attività di un operatore (produttore o consumatore) e per i quali quest’ultimo non riceve o paga un prezzo. La decisione di produrre o consumare derivante dal calcolo privato darà luogo ad una scelta inefficiente perché non tiene conto del vantaggio (esternalità positiva) o dello svantaggio (esternalità negativa) arrecato.

Presenza beni pubblici Sono definiti beni pubblici puri i beni che possiedono i requisiti della non rivalità (l’estensione del consumo del bene ad un soggetto aggiuntivo non riduce la disponibilità per il consumo del bene di altri soggetti) e della non escludibilità (non è possibile escludere qualcuno dal consumo del bene per la natura stessa del bene e/o ragioni tecniche)

Asimmetria informativa selezione avversa (quando non si possono osservare importanti caratteristiche esogene dell’altra parte o dell’oggetto della transazione (esempio auto usate); Azzardo morale quando non si riesce ad osservare le azioni compiute dall’altra parte, ad esempio se l’assicurato adotta le misure precauzionali per evitare il sinistro.

Funzione allocativa Obiettivo: assicurare l’allocazione efficiente delle risorse, in presenza di fallimenti del mercato Lo Stato cerca di superare i fallimenti del mercato attraverso: Produzione pubblica Regolamentazione di attività private Tassazione