Analitica Trascendentale: L’intelletto e le categorie Immanuel Kant Analitica Trascendentale: L’intelletto e le categorie
Sentire e pensare La nostra conoscenza non si esaurisce con il senso: gli oggetti dati al senso tramite le intuizioni devono poi esser pensati dall’intelletto tramite concetti
Senso e intelletto Tali facoltà sono entrambe fondamentali per la nostra conoscenza (non bisogna anteporre nessuna delle due all’altra): “I pensieri [= concetti] senza contenuto [=intuizioni] sono vuoti [= non si riferiscono ad alcun oggetto],” “le intuizioni senza concetti sono cieche [=non sono consapevoli]”.
Logica La scienza dell’intelletto è la logica, che Kant divide in: logica generale: studia le leggi del pensiero, indipendentemente da ogni contenuto (è la logica “formale” che Kant considera perfetta sin dai tempi di Aristotele). logica trascendentale: prescinde solo dal contenuto empirico e, quindi, si occupa dei concetti puri (a priori, cioè che non si basano su intuizioni empiriche) dell’intelletto.
Analitica e dialettica La logica trascendentale comprende: L’analitica trascendentale, che “analizza” la facoltà intellettiva in vista della determinazione delle sue forme a priori e del loro uso legittimo. La dialettica trascendentale, che studia gli errori del pensiero metafisico che nascono dall’uso illegittimo delle forme a priori.
L’intelletto A differenza del senso: Non è una facoltà intuitiva ma “discorsiva”: il concetto non si riferisce agli oggetti direttamente, ma attraverso la mediazione delle intuizioni. Non è “recettività”, cioè: passività, ma “spontaneità”, ossia: attività; non si limita a raccogliere passivamente un dato, ma opera su di esso. Intelletto
L’operazione dell’intelletto L’operazione (=funzione) dell’intelletto è unificatrice, sintetizzatrice: consiste nell’unificare (“sussumere”) un molteplice sotto (“a”) una rappresentazione comune. Ad esempio: quando penso al blu, unifico tutte le intuizioni sensibili relative a questo colore e le penso attraverso una rappresentazione comune, il concetto di blu. Intelletto
Pensare è giudicare Per Kant, l’atto con cui penso un concetto (apprensione) è della medesima natura di quello con cui compio un giudizio: in entrambi i casi rappresento un molteplice attraverso una rappresentazione più alta comune. Tutti i concetti possono essere considerati “predicati di possibili giudizi” (pensare: “corpo” equivale a pensare: “qualcosa è corpo”). Intelletto
Le dodici categorie L’identificazione di pensiero e giudizio fornisce a Kant il criterio (“Leitfaden”,“filo conduttore”) per trovare i concetti puri dell’intelletto (le categorie)
Dai giudizi ai concetti La logica generale, infatti, insegna che non esiste una sola forma di giudizio, ma molte (universali, particolari, affermativi, negativi…), Se pensare concetti significa giudicare: potremo determinare a priori tanti concetti quanti sono i tipi di giudizio: concetti puri (non dipendono dall’intuizione empirica) che Kant chiama categorie. Intelletto
La tavola delle categorie Quantità Qualità Relazione Modalità Giudizi Universali Particolari Singolari Affermativi Negativi Infiniti Categorici Ipotetici Disgiuntivi Problematici Assertori Apodittici Categorie Unità Pluralità Totalità Realtà Negazione Limitazione Sostanza Causalità Azione re-ciproca Possibilità Esistenza Necessità Intelletto
Kant e Aristotele Il termine “categorie” è aristotelico: però mentre in Aristotele avevano un significato anzitutto ontologico (e solo di conseguenza logico); in Kant assumono valore esclusivamente logico, sono i modi in cui si esplica l’attività sintetizzatrice del pensiero. Inoltre Kant ritiene di aver individuato il “filo conduttore” che permette di determinarle in modo esatto e completo. Intelletto