L’america del primo dopoguerra

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Transcript della presentazione:

L’america del primo dopoguerra Dagli anni ruggenti al “new deal”

Il boom degli anni venti Sono gli “anni ruggenti”: l'America gode di un enorme sviluppo economico. La politica è CONSERVATRICE E PROTEZIONISTICA: si incentiva la produzione americana evitando le importazioni Si chiudono le frontiere all'immigrazione Si diffondono il razzismo e la paura del “bolscevismo” Attenzione alle questioni di politica interna (isolazionismo)

Dal 1922 al 1929 L'economia degli Stati Uniti ebbe un forte incremento, dovuto anche alla grande richiesta d'investimento che veniva dall'Europa per la ripresa delle varie potenze che avevano partecipato al primo conflitto mondiale. La produzione industriale aumentò del 64%. Ciò significò produzione di massa in tutti i settori. Uno degli eventi più importanti è il boom dei mezzi di comunicazione di massa, cioè l'affermazione del cinema e della radio.

Molti degli appartamenti privati dei più ricchi si popolano di tutta una serie di oggetti come l'aspirapolvere, il tritarifiuti, la macchina da scrivere portatile, il frigorifero e il telefono Alla fine degli anni '20 un americano su cinque possiede un'automobile. Il benessere americano si manifesta in ogni campo ed ogni suo prodotto viene comprato all'estero Rappresenta proprio questo il sogno americano: il desiderio di arricchirsi e di vivere nel lusso.

Il “Big Crash”: cause Da un lato però la forte differenza tra produzione e profitto creò un evidente squilibrio nella distribuzione dei redditi, al quale si aggiunge un trainante fattore psicologico: la convinzione di arricchirsi attraverso attività speculative. Infatti nel 1927 i finanzieri di Wall Street rivolsero la loro attenzione al mercato interno e iniziarono ad acquistare azioni in borsa provocando un aumento dei prezzi.

1929 La fortissima crescita economica americana ha una forte battuta di arresto quando il mercato si satura dei prodotti dell'industria A partire dal giugno del 1929, la domanda interna americana si trova di fronte ad un calo e la crisi di sovrapproduzione cominciò a colpire le industrie fondamentali e le attività agricole.

24 ottobre 1929: il giovedì nero Dopo settimane di oscillazioni tredici milioni di azioni vengono vendute a prezzi bassissimi. Oltre al crollo della Borsa di Wall Street, alla crisi industriale, agricola e commerciale, seguì la chiusura di migliaia di banche. Infatti sia l'industria che l'agricoltura erano fortemente indebitate verso tali istituzioni finanziarie. Molte aziende falliscono e licenziano gli operai in massa (Grande depressione fino al 1932)

Il presidente Hoover Di fronte alla crisi, la reazione dell'opinione pubblica statunitense fu varia. Il presidente repubblicano, Herbert Hoover: si oppose alla misure deflazionistiche, stimolò la spesa per opere pubbliche fece pressione sugli industriali perché non riducessero i salari. nel 1930, creò la "Grain Stabilization Corporation" e la "Cotton Stabilization Corporation" per sostenere i prezzi dei cereali e del cotone.

Il presidente Hoover si rifiutò di creare un piano di pubblica assistenza per le famiglie, facendo, invece, affidamento sulla carità privata e sull'azione dei governi locali. Le famiglie, quindi, non potendo più pagare i mutui fondiari, vennero espropriate della loro casa e molte si trasferirono altrove in cerca di un lavoro. Il crollo della borsa e la crisi economica squalificarono, di fronte all'opinione pubblica americana il Partito Repubblicano che era il maggior rappresentante del mondo capitalista.

Il presidente Roosvelt Alle elezioni del 1932 il Partito Repubblicano venne sconfitto da quello Democratico, rappresentato da Franklin Delano Roosevelt, che fu sostenuto soprattutto dai lavoratori. Roosevelt presentò agli americani un patto, il New Deal, che non si inspirava ad una precisa dottrina economico-politica, ma all'interno di questo programma ci furono degli importanti punti fermi.

Il “New Deal” affrontare la crisi tramite l'intervento dello Stato; l'impegno a dirigere le attività economiche e a mediare i contrasti di classe per dimostrare la compatibilità tra sistema capitalistico e regime democratico. La politica di Roosevelt cambiò alcuni dei fondamentali della civiltà americana. Il fattore più evidente, è la scomparsa delle tesi del liberismo, introducendo la pratica dello " Stato imprenditore "

I provvedimenti il governo promosse una vasta serie di lavori pubblici (costruzione di case, strade, ponti, opere pubbliche). concesse dei sussidi agli agricoltori perché diminuissero la produzione o perché eliminassero una parte del raccolto (per evitare una caduta dei prezzi); affidò all'Ente Nazionale per la Ripresa Industriale il compito di stimolare il rilancio industriale e di formulare un "codice dei concorrenza leale" (per mantenere i prezzi ad un livello adeguato).

Le conseguenze La ripresa economica che era tra gli obiettivi del presidente, fu attuata in buona parte, ma non fu raggiunto il pieno impiego della manodopera, cosa che avverrà solo con il riarmo Fu conseguita in misura notevole la ridistribuzione dei redditi e venne allargata e tutelata la libertà dei sindacati, assieme a quella politica, tanto che gli Stati Uniti divennero il rifugio di molti intellettuali durante la persecuzione nazista e fascista.