-Soluzione 0,01 N di AgNO 3 -Soluzione al 5% di K 2 CrO 4
Il metodo si basa sulla titolazione diretta con nitrato d’argento (AgNO 3 ) in presenza di un indicatore particolare quale il cromato di potassio (K 2 CrO 4 ). Il nitrato d’argento reagisce con i cloruri presenti nell’acqua per dare cloruro d’argento; quando i cloruri sono stati tutti bloccati, reagisce con il cromato potassico dando luogo al cromato d’argento colorato in rosso.
1. In una beuta si versano 100 mL dell’acqua in esame. 2. Si aggiungono alcune gocce della soluzione al 5% di cromato di potassio
3. Si titola con la soluzione di nitrato d’argento 0,01 N. Durante la titolazione si formeranno delle macchie rosse che però scompariranno mediante leggera agitazione, mentre la soluzione acquisterà un aspetto sempre più lattiginoso per il formarsi di nitrato d’argento. Dalla buretta si continuerà a versare goccia a goccia la soluzione titolante, fino alla comparsa persistente di una debole colorazione rossa.
Posto: a:mL di soluzione di nitrato d’argento impiegati N:normalità della soluzione titolante; la quantità di cloruri, espressa in mg/L o ppm, sarà data dalla seguente espressione: Cloruri (mg/L) = Che, nella metodica suggerita, si riduce a: Cloruri (mg/L) = a x 3,546 a x N x 35,46 x 1000 mL di acqua in esame
All’anione cloro non si riconoscono effetti negativi sulle proprietà fisiche del terreno. Su molte piante una bassa concentrazione di cloruri induce azione favorevole. I problemi agronomici si presentano quando i cloruri risultano in quantità eccessiva (la quantità massima ammissibile corrisponde a una concentrazione di 150 mg/L) nell’irrigazione di piante sensibili, quali molte piante arboree e la vite.
La quantità di cloruri presenti nell’acqua potabile è nell’ordine di mg/L nell’acqua meteorica è di circa 2mg/L nelle acque fluviali non inquinate di mg/L nelle acque di falda di mg/L nelle acque marine di oltre mg/L