Gli effetti della crisi finanziaria sulle imprese toscane Firenze, 22 dicembre 2008 Riccardo Perugi Unioncamere Toscana - Ufficio Studi.

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Gli effetti della crisi finanziaria sulle imprese toscane Firenze, 22 dicembre 2008 Riccardo Perugi Unioncamere Toscana - Ufficio Studi

Ma cos’è questa crisi? Crisi finanziaria … e non solo PRINCIPALI CANALI DI PROPAGAZIONE DELLA CRISI IN ATTO Boom dei corsi delle commodities  inflazione Deterioramento del clima delle aspettative  domanda Minore disponibilità di credito al settore privato  liquidità Difficoltà ad isolare con precisione gli effetti della crisi finanziaria presenza di concause nella determinazione del ciclo economico tempi di propagazione degli effetti differenziati nel tempo e nello spazio componente emotiva legata alle reazioni rispetto alle notizie dei mercati rallentamento significativo già dalla seconda metà del 2007

Industria manifatturiera: andamento della produzione e dell’occupazione Fonte: Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana Le crescenti incertezze sui mercati, internazionali ed interni, hanno avuto immediate ripercussioni sul sistema manifatturiero regionale: una nota particolarmente critica, soprattutto con riferimento ai prossimi mesi, è quella legata ai livelli occupazionali

L’indagine rapida sulle imprese manifatturiere Obiettivi: comprendere performance aziendali, comportamenti e percezioni imprenditoriali rispetto alla crisi in corso Campione regionale di circa 850 imprese manifatturiere e del settore estrattivo Indagine telefonica realizzata fra la fine di novembre e l’inizio di dicembre Questionario performance aziendali (2007, 2008, 2009) percezione del grado di incidenza della crisi sui risultati aziendali del 2008 principali conseguenze avvertite dalle imprese la reazione delle imprese alle difficoltà incontrate le richieste delle imprese al mondo istituzionale

Grado di incidenza della crisi finanziaria sui risultati del 2008 Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane

Mercati che stanno creando le maggiori difficoltà Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane È soprattutto lo stato in cui versa l’economia nazionale che sta creando le maggiori difficoltà alle imprese toscane: l’Italia (insieme alla Spagna ed alla Francia) è il paese che per primo e con più intensità ha accusato il contraccolpo dell’ondata recessiva

Andamento del fatturato Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane Insieme al peggioramento dei risultati aziendali, fenomeno tangibile nell’anno che sta per chiudersi, si deteriora anche il clima di fiducia degli imprenditori

Andamento del fatturato: dettagli per tipologia di impresa Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane

Andamento del fatturato: dettagli per settore di attività Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane Insieme ad un peggioramento generalizzato dei risultati aziendali, si assiste anche ad un livellamento verso il basso dei risultati conseguiti

Principali conseguenze con cui si sta manifestando la crisi Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane

Il credito è un problema o no? « Dal sondaggio della Banca d’Italia sulle imprese industriali e dei servizi sono emersi in regione segnali di un moderato irrigidimento dei criteri adottati per l’erogazione dei prestiti. In particolare, il 7,4 per cento degli intervistati ha rilevato nei sei mesi terminanti in settembre un peggioramento nell’accesso al credito (nuovi finanziamenti, non erogati e richieste di rientro, anche parziale, su quelli esistenti); nel 2007 l’analoga percentuale era risultata pari al 2,8. » Banca d’Italia, L’economia della Toscana nel primo semestre del 2008, p.7 Pur tenendo conto delle diverse metodologie alla base delle due rilevazioni, i risultati dell’indagine realizzata da Unioncamere Toscana sembrano attestare un ulteriore e rapido peggioramento delle condizioni presenti sul mercato del credito dopo l’estate I problemi appaiono ancora più evidenti per le imprese che, per far fronte alla crisi, hanno fatto ricorso negli ultimi mesi all’indebitamento bancario: la quota di chi segnala maggiori difficoltà nell’accesso al credito passa da una media del 28% al 43% Fra le richieste formulate dalle imprese, forte è la domanda di provvedimenti volti alla riduzione dei tassi di interesse passivi praticati dalle banche (87% del totale) e di strumenti per la facilitazione nell’accesso al credito (81%) Le difficoltà sul mercato del credito non hanno ancora raggiunto la fase più acuta, ma rappresentano un fattore potenzialmente molto critico nei prossimi mesi, allorché vi sarà un ulteriore peggioramento delle condizioni congiunturali

Una problematica gestione della liquidità … La richiesta di dilazioni di pagamento da parte dei clienti/committenti (55%) è molto più elevata della richiesta di dilazioni di pagamento rivolta ai propri fornitori da parte delle imprese intervistate (25%): la situazione appare particolarmente problematica nell’oreficeria (70% e 28%), nel tessile- abbigliamento (68% e 27%) e per le imprese con oltre 50 addetti (48% e 3%) Quasi due imprese su tre (65%) dichiarano di aver compresso i propri margini: una situazione che si presente con frequenza soprattutto nell’oreficeria (86%), nel tessile-abbigliamento (79%) e nella carta-editoria (73%), mentre una diffusione più limitata caratterizza le imprese con oltre 50 addetti (39%) Si tratta di una situazione che, se dovesse perdurare, è destinata a generare crescenti tensioni nella gestione del cash-flow aziendale e che, nel caso della compressione dei margini, ha ripercussioni negative anche sulla capacità di autofinanziamento e sulla sostenibilità dei processi di investimento e dei piani di sviluppo aziendale

… alla ricerca di nuove risorse: tra ricapitalizzazione e indebitamento L’iniezione di nuove risorse e di liquidità avviene con frequenza analoga sia attraverso il ricorso all’indebitamento bancario (29%), sia attraverso la ricapitalizzazione dell’azienda con mezzi propri (28%) Le imprese in maggiore difficoltà (economica e finanziaria) sono quelle che hanno fatto maggior ricorso ad entrambe le fonti di reperimento delle risorse – ricapitalizzazione con mezzi propri imprese artigiane 30% contro il 25% delle non artigiane imprese prevalentemente contoterziste 31% contro il 26% di quelle che realizzano oltre la metà del fatturato in subfornitura microimprese 29% contro il 23% di quelle fino a 10 addetti – ricorso all’indebitamento bancario imprese artigiane 30% contro il 28% delle non artigiane imprese prevalentemente contoterziste 33% contro il 27% di quelle che realizzano oltre la metà del fatturato in subfornitura microimprese 30% contro il 28% di quelle fino a 10 addetti

Le risposte con cui le imprese stanno affrontando la crisi (1) Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane

Le risposte con cui le imprese stanno affrontando la crisi (2) Insieme alla compressione dei margini (65%), è la razionalizzazione dei costi di produzione (68%) il fronte su cui le imprese sono maggiormente impegnate: sono risposte coerenti, anche se dai risvolti non necessariamente positivi, in presenza di una situazione caratterizzata da una crescente debolezza della domanda (la moderazione dei listini e la compressione dei margini è finalizzata a difendere le quote di mercato) e dal forte aumento dei costi delle materie prime, che ha caratterizzato il quadro macroeconomico fino all’estate (la ricerca di una maggiore efficienza costituisce un tentativo di ristabilire un rapporto più favorevole fra costi e ricavi unitari) Frequente è anche la riduzione degli ordini ai fornitori (53%), anche se si tratta di un valore sensibilmente inferiore rispetto alla quota di imprese che hanno accusato una riduzione degli ordini (77%): particolarmente in difficoltà risultano i settori dell’oreficeria (i due valori sono pari rispettivamente al 29% ed al 90%), dei minerali non metalliferi (44% e 82%) e del tessile- abbigliamento (54% e 87%), oltre alle imprese esclusivamente contoterziste (46% e 81%) Particolare preoccupazione desta poi la quota relativamente elevata di imprese che prevede riduzioni di personale (26%), a conferma delle crescenti tensioni presenti sul mercato del lavoro e del fatto che i prossimi mesi sono destinati ad essere quelli maggiormente critici sul fronte occupazionale: in difficoltà sono soprattutto l’oreficeria (45%), la carta-editoria (35%), il tessile- abbigliamento e la carta-gomma-plastica (33%), oltre alle imprese subfornitrici (33%)

Le risposte con cui le imprese stanno affrontando la crisi (3) Confortante è la quota di imprese che sta perseguendo un miglioramento della qualità dei prodotti esistenti (45%), denotando una strategia di up-grading delle produzioni nella ricerca di un miglior posizionamento di mercato, con una propensione particolarmente elevata soprattutto fra le imprese prevalentemente esportatrici (61% per quelle che realizzano almeno la metà del proprio fatturato all’estero) e nei settori della carta-editoria (65%), nell’alimentare e nell’oreficeria (59%), nel cuoio-pelli-calzature (58%) Più limitata, anche se in assoluto non trascurabile, la quota di imprese che sono alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali (24%), che hanno modificato la gamma dei prodotti offerti (23%, nella maggior parte dei casi nel senso di un ampliamento) o che hanno in corso programmi di investimento (19%) Si tratta di un insieme di risposte che appaiono di più ampio respiro, rivolte al medio periodo e meno “emergenziali” rispetto alle precedenti: chi le ha praticate ha conseguito (o prevede di conseguire) risultati mediamente migliori nel triennio , ed ha dichiarato con meno frequenza di aver accusato pesanti ripercussioni a seguito della crisi in corso Ciò è una conferma ulteriore della necessità di sostenere tali sforzi mettendo a disposizione delle imprese strumenti adeguati anche dal punto di vista del reperimento delle risorse

Le richieste delle imprese (1) Fonte: Unioncamere Toscana e Camere di Commercio toscane

Le richieste delle imprese (2) Spiccano fra tutte le richieste che fanno capo ai due principali “corni” del problema – riconducibili da un lato al mercato, con un sostegno ai redditi ed ai consumi delle famiglie (88%) in grado di ridare ossigeno ad una domanda sempre più asfittica – dall’altro al sistema del credito, con provvedimenti volti alla riduzione dei tassi di interesse (87%) ed alla predisposizione di strumenti per la facilitazione nell’accesso al credito (81%) che sembrano adombrare il timore di una più forte stretta creditizia e di liquidità nel prossimo futuro Elevata è tuttavia anche la domanda di condizioni di contesto maggiormente favorevoli all’azione imprenditoriale, volti soprattutto ad una maggiore semplificazione burocratico- amministrativa (88%), ma riguardanti in buona misura anche la realizzazione di investimenti in infrastrutture (62%) Non trascurabile è infine la richiesta di risorse finalizzate al sostegno di processi la cui connotazione ha un carattere maggiormente strutturale e di medio/lungo periodo, come sono in particolare quelli legati al supporto di percorsi di innovazione (69%) e di internazionalizzazione (65%)

Considerazioni conclusive (1): andamento della produzione industriale Fonte: Unioncamere Toscana-Confindustria Toscana La fase congiunturale in corso sopraggiunge dopo un più lungo periodo di recessione-stagnazione (prima metà del decennio), intervallati da una breve parentesi di recupero (biennio )

Considerazioni conclusive (2) Un decennio di stagnazione, tranne un breve intervallo di ripresa … Periodo Crisi strutturale di origine prevalentemente interna, nello stesso momento in cui l'economia mondiale cresceva a ritmi sostenuti Periodo Crisi sistemica con epicentro nel settore finanziario ed immobiliare americano, e dunque non specifica al tessuto economico-produttivo regionale I suoi effetti si sovrappongono tuttavia alle problematiche strutturali tuttora irrisolte che il nostro sistema economico ancora presenta

Considerazioni conclusive (3) … e la necessità di conciliare esigenze di breve e di medio-lungo periodo Periodo Le soluzioni alla precedente crisi portavano ad interventi strutturali che agissero sul posizionamento competitivo e sulle caratteristiche organizzative delle imprese e dei settori che compongono l'economia toscana Si tratta di un processo di trasformazione non ancora compiuto, e che richiede pertanto ancora un sostegno da parte delle istituzioni Periodo Le soluzioni alla crisi in corso si collocano necessariamente ad una scala globale A livello nazionale e regionale, è necessario consentire alle imprese di superare questa fase cercando di attenuare le ripercussioni negative della crisi (ad es., sostenendo i consumi) e di fare in modo che i percorsi di riposizionamento competitivo fin qui avviati non vengano bruscamente interrotti (ad es., per difficoltà di accesso al credito)