L’Italia nel panorama europeo delle migrazioni (2) Anna Elia - Università della Calabria – DISPeS Corso Processi Migratori, Territorio e Politiche LM Scienza della Pubblica Amministrazione DISPES a.a. 2015/16
Caponio (2004)politiche per gli immigrati/politiche di immigrazione I Comuni nella Bossi-Fini la sostanziale separazione tra due ambiti di policy: 1) quello dell’integrazione, decisamente incentrato sulle modalità di distribuzione del Fondo nazionale, e quindi sull’articolazione tra programmazione regionale e progettazione locale degli interventi; 2) quello dell’assistenza e della protezione sociale, che invece vede sempre più in prima linea le amministrazioni locali, anche nell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo
legge Bossi-Fini, all’articolo 1-sexies, ha istituito il “Sistema di protezione per richiedenti asilo, rifugiati e stranieri con permesso umanitario” (art. 18 della l. 40/98), al fine di razionalizzare e coordinare i servizi di assistenza. In questo modo, la legge riconosce un carattere istituzionale all’esperienza del cosiddetto Progetto nazionale asilo che, nell’ottobre 2000, sulla base di un protocollo di intesa tra ACNUR, Ministero dell’interno e ANCI la l. 189/02, infatti, affida all’ANCI, sulla base di un’apposita convenzione, la gestione del “Servizio centrale di informazione, promozione, consulenza, monitoraggio e supporto tecnico”, organo operativo del Sistema di protezione (32).
l’art. 1-septies istituisce, presso il Ministero dell’interno, il “Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo”, per assicurare il finanziamento dei servizi di accoglienza nella misura massima dell’80% del costo di ogni singola iniziativa territoriale. Il governo nazionale, quindi, si assume la responsabilità di finanziatore parziale
Nel 2002 il Fondo per le politiche migratorie è confluito nel Fondo nazionale per le politiche sociali (istituito dalla legge 328/2000 «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali» Fondi per le politiche sociali - spetta alle Regioni stabilire l'ammontare delle risorse da destinare agli interventi diretti agli immigrati. Nonostante la Costituzione Italiana riservi allo Stato la prerogativa in materia di ingresso e soggiorno dei cittadini stranieri, l’effettiva acquisizione di diritti legati alla fruizione di una serie di servizi dipende in gran parte dalle politiche regionali e dalle modalità di utilizzo delle risorse disponibili.
la legge 189/2002 "Bossi-Fini" ha ridotto i fondi per le politiche di integrazione la legge n. 94/2009 (il cosiddetto “Pacchetto sicurezza”), tra i vari dispositivi previsti, ha vincolato l'ottenimento del titolo di soggiorno alla sottoscrizione di un Accordo di Integrazione (Dpr n. 179/11). L’accordo impegna da un lato l’immigrato a raggiungere alcuni obiettivi (tra cui l'acquisizione di competenze di base della lingua italiana almeno equivalenti al livello A2 e di educazione civica) dall'altro le autorità ad agevolare l'integrazione 2012 Piano per l’integrazione nella sicurezza, Identità e Incontro approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 giugno 2010
progressiva riduzione degli stanziamenti per le politiche sociali - e quindi anche di risorse per le misure di integrazione dei migranti – Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi (FEI) promosso dalla Commissione come parte integrante della nuova programmazione e gestito dal Ministero degli Interni. Obiettivi: sostenere le iniziative nazionali volte a gestire il fenomeno “multidimensionale dell’integrazione” aiutando persone di “culture, religioni, lingue e etnie differenti a prendere parte attiva in tutti i settori delle società europee”.
Il FEI è stato istituito con decisione del Consiglio dell’Unione Europea n. 2007/435/CE, in data 25 giugno 2007 nell’ambito del programma generale ‘Solidarietà e gestione dei flussi migratori’ che include anche un Fondo europeo per i rifugiati, un Fondo europeo per i rimpatri e un Fondo europeo per le frontiere esterne.
Come agiscono le regioni in materia di immigrazione il quadro normativo (inclusi i piani regionali laddove esistenti); l’integrazione culturale (mediazione interculturale e creazione di centri interculturali regionali, sportelli e osservatori): le misure antidiscriminazione (protocolli con UNAR, progetti di contrasto alle discriminazioni); progetti rivolti a cittadini di Paesi Terzi (progetti FEI, POR, FEI Community Actions, ecc.) realizzati nell'arco temporale
il quadro normativo (es. Calabria) (1) Legge Regionale n. 17 del “Interventi regionali nel settore dell’emigrazione e dell’immigrazione” che, all’articolo 2, comma 4, considera “stranieri coloro che, provenienti da paesi extracomunitari, dimorino stabilmente nella Regione per motivi di lavoro e siano in regola con le vigenti disposizioni di legge in materia di autorizzazione al lavoro di ingresso e soggiorno degli stranieri” Il nuovo Statuto regionale della Calabria [Legge regionale 19 ottobre 2004] recita all’articolo 2, comma 2, lettera h) che “La Regione ispira in particolare la sua azione al raggiungimento dei seguenti obiettivi: (…) h) il pieno rispetto dei diritti naturali ed inviolabili della persona, promuovendo l'effettivo riconoscimento dei diritti sociali ed economici per gli immigrati, i profughi, i rifugiati e gli apolidi, al fine di assicurare il loro pieno inserimento nella comunità regionale”. legge regionale del 12 giugno 2009, n. 18 Accoglienza dei richiedenti Asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale, economico e culturale delle Comunità locali
il quadro normativo (es. Calabria) (2) il Piano regionale ha valenza triennale e modellato sull’evoluzione della normativa nazionale, europea ed internazionale in materia di accoglienza. Il Piano, è approvato dalla giunta regionale, previo parere vincolante della commissione consiliare, individua “le strategie, gli obiettivi, le linee di intervento, i soggetti ammissibili, le risorse finanziarie, tecniche e organizzative e il sistema di monitoraggio e valutazione”.
il quadro normativo (es. Calabria) (3) Attraverso il Piano regionale la Regione Calabria sostiene in maniera prioritaria interventi in favore di comunità interessate da un crescente spopolamento o che presentano situazioni di particolare sofferenza socio- economico che intendano intraprendere percorsi di riqualificazione e di rilancio socio-economico e culturale collegati all’accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati, e dei titolari di misure di protezione sussidiaria e umanitaria. La regione sostiene, inoltre, una serie di iniziative culturali volte a sensibilizzare l’opinione pubblica alla cultura dell’accoglienza e alla consapevolezza del diritto d’asilo, prevenendo così fenomeni di razzismo (art. 4). Ogni anno il presidente della Giunta convoca una Conferenza regionale finalizzata alla presentazione dei dati sugli interventi in corso e a favorire il coinvolgimento e il confronto fra le istituzioni, gli enti e gli organismi operanti nel settore (art. 3).
l’integrazione culturale (1) In materia di mediazione interculturale la regione Calabria, nell’ambito dell’asse III “Inclusione Sociale” del POR-FSE , che ha previsto un investimento di 1 milione di euro per strutturare 8 percorsi di formazione, professionalizzazione e inserimento lavorativo per mediatori culturali in tutto il territorio regionale, ha approvato a luglio 2014 lo Standard formativo professionale e istituito il Registro dei mediatori interculturali. - Gruppo di Lavoro Nazionale sulla mediazione istituito nel 2013 dal Ministero degli Interni. Nel Piano Regionale era inoltre indicata l’implementazione del progetto “InterLab - Servizio di Mediazione Culturale ed Interculturale in Calabria”. Il progetto, finanziato dalla Regione Calabria - Dipartimento 10 Settore Politiche Sociali - e gestito dalla Cooperativa Sociale Promidea, persegue il fine di facilitare e migliorare l'accesso e la fruibilità dei servizi pubblici alle comunità immigrate presenti sul territorio regionale calabrese, supportare l'inclusione sociale, contrastare le discriminazioni e rafforzare l'integrazione e la conoscenza reciproca. L’intervento si sviluppa attraverso l'inserimento della figura del mediatore presso strutture pubbliche competenti nell’erogazione di servizi afferenti all'Istruzione, alla Sanità, al Lavoro, ai Servizi Sociali nelle cinque province calabresi.
l’integrazione culturale (2), Il "Centro Servizi Intercultura", progetto finanziato dal Ministero dell'Interno con il Fondo LIRE UNRRA e cofinanziato dal Comune di Reggio Calabria Assessorato alle Politiche Sociali, il quale, attraverso i gestori CISMe Società Cooperativa e Associazione Interculturale International House, ha erogato servizi a favore delle persone immigrate che risiedono sul territorio comunale (in particolare minori) servizio di mediazione linguistico-culturale presso lo Sportello Unico per l’immigrazione attivato dalla Prefettura di Catanzaro nell’ambito del progetto FEI “INFO.MEDIA. Informazione e Mediazione per l'Integrazione”, diretto in particolar modo ad agevolare la sottoscrizione degli Accordi di Integrazione per i cittadini stranieri al primo ingresso.
l’integrazione culturale (3) progetto “S.P.R.e A.d.In. - Sviluppo di Percorsi, Risorse e Azioni di Inclusione”, presentato dal G.A.L. Valle del Crocchio in partenariato con il Centro Calabrese di Solidarietà di Catanzaro (altri soggetti aderenti: Amministrazione Provinciale di Catanzaro - Settore Lavoro, Formazione Professionale e Politiche Sociali, Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, Istituti Comprensivi Statali di Botricello, Cropani e Sersale e la LILT - Sezione Provinciale di Catanzaro). Il progetto ha previsto l’apertura a fine 2012 dello “Sportello Pilota di Segretariato Sociale” con funzioni di informazione e orientamento per i cittadini dei paesi terzi che vivono nell’area delle province di Catanzaro e Crotone su istruzione, sanitari, di assistenza e previdenza, offerte di lavoro, tempo libero offrendo altresì consulenza legale, accompagnamento nella ricerca dell’alloggio, bilancio delle competenze, disbrigo di pratiche burocratiche.
I progetti (1) Nel settembre 2011 il Presidente della Regione e l’Assessore al Lavoro hanno presentato il progetto “Immigrati in Calabria”, a valere sul POR FESR (Ob. Operativo e Ob. Operativo 4.2.2) che consiste in una serie di progetti rivolti all’accoglienza e con soluzioni alloggiative per i lavoratori immigrati con regolare permesso di soggiorno o richiedenti asilo per complessivi quattordici milioni di euro. Le aree interessate dagli interventi sono i Comuni di Rosarno, Crotone, Corigliano Calabro, Lamezia Terme e Vibo Valenzia
I progetti (2) del Comune di Cosenza “A scuola di integrazione e convivenza: nessuno escluso” (FEI 2013 Azione 3) Il progetto si propone di promuovere il dialogo interculturale in ambito scolastico, educare alla diversità, favorire l’apprendimento della lingua italiana e dar vita, all’interno degli istituti scolastici, ad attività sportive e musicali. Tra le azioni previste, la facilitazione del dialogo tra scuola, famiglia e territorio, attraverso attività di consuelling, l’organizzazione di incontri formativi periodici con esperti del settore.
I progetti (3) Progetto FEI “In rete – percorsi di formazione e progettazione sulle migrazioni”, promosso dal Comune di Lamezia Terme in partenariato con l’Università della Calabria, Dipartimento di Sociologia e Scienze Politiche e Sociali, e la cooperativa sociale CSC (Credito senza confini), che ha visto l’adesione, già in fase progettuale, di UNAR, Ufficio Scolastico Regionale, Provincia di Cosenza, Comune di Riace, Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie, e Cric- Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione. Nell’ambito dell’iniziativa, che si è conclusa a giugno 2013, sono state portate avanti diverse attività formative finalizzate allo sviluppo di una progettazione partecipata con scambi di buone pratiche per rafforzare la conoscenza del fenomeno migratorio (tra cui quattro laboratori di progettazione, due workshop di carattere regionale, un Master universitario di II livello "Migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Politiche, servizi sociali e buone pratiche).
le misure antidiscriminazione (protocolli con UNAR, progetti di contrasto alle discriminazioni); protocolli d’intesa siglati tra l’UNAR e gli enti locali (Regioni/Province/Comuni), art. 44 del Dlgs. 25 luglio 1998, n. 286 (istituzione di centri regionali di osservazione contro le discriminazioni razziali), l’UNAR promuove la costituzione di una rete nazionale di centri/osservatori territoriali per la rilevazione e la presa in carico dei fenomeni di discriminazione razziale, da istituire sulla base di protocolli d’intesa e accordi operativi con Regioni ed Enti locali con il coinvolgimento del tessuto associativo
le misure antidiscriminazione (protocolli con UNAR, progetti di contrasto alle discriminazioni); L’UNAR e la Regione Calabria protocollo d’intesa che impegna a: attivare rapporti di collaborazione permanente, al fine di rilevare, combattere e prevenire ogni forma di discriminazione; a promuovere lo sviluppo civile, sociale e culturale delle comunità locali anche attraverso azioni positive per la crescita della coesione sociale; alla promozione annuale di campagne di sensibilizzazione sui temi dell’anti–discriminazione con particolare riferimento al mondo giovanile, a quello sportivo e alle scuole; a collaborare a iniziative di formazione finalizzate ad una migliore conoscenza degli strumenti normativi e delle strategie di contrasto e prevenzione delle situazioni di discriminazione.