INCONTRI CON LE SCIENZE 20 novembre 2013 “Storia: scienza o narrazione?” Relatore: prof. Nicola D’Antonio.

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INCONTRI CON LE SCIENZE 20 novembre 2013 “Storia: scienza o narrazione?” Relatore: prof. Nicola D’Antonio

CHE COSA E’ UN FATTO STORICO? Un’azione individuale e/o collettiva documentata, cioè che lasci una traccia certa del suo verificarsi e che assuma, per chi viene dopo, un significato particolare e/o rilevante, tale da essere considerata l’inizio di un percorso o la causa di una variazione.

CHE COSA E’ UNA TRACCIA STORICA? Ogni testimonianza scritta, orale o materiale che permetta di ricostruire il carattere e/o il contesto specifico di un fatto storico al fine di spiegarne lo svolgimento e in quanto tale valida a posteriori.

“Qui sono esposte le ricerche di Erodoto di Alicarnasso, perché le vicende umane non si dimentichino col passare del tempo e perché le grandi opere e ammirevoli, compiute sia dagli elleni sia dai barbari, non restino ignote; esporrò oltre al resto le ragioni per cui si fecero guerra.” (Erodoto, Storie, Libro I, Proemio)

“Probabilmente il mio racconto risulterà poco dilettevole in una pubblica lettura proprio perché privo di finalità artistiche. A me però basterà il fatto che lo ritengano utilequanti vorranno vedere con precisione i fatti passati e orientarsi un domani di fronte agli eventi, quando stiano per verificarsi, uguali o simili, in ragione della natura umana. Ciò che ho composto è una acquisizione perenne, non un pezzo di bravura mirante al successo immediato.” (Tucidide, La guerra del Peloponneso, libro I, 22, 4)

“Conoscere i discorsi nella loro esattezza è la caratteristica di un’opera storica. In secondo luogo capire la causa per cui qualcosa fu detto o fatto. Giacchè la pura e semplice narrazione dei fatti è, si, dilettevole, ma non giova. Se invece vi si aggiunge la causa, la conoscenza storica risulta fruttuosa.” (Polibio, Storie, XII, 25b, 1-2)

“Il vocabolo “storia” è vecchissimo, tanto vecchio che talvolta se ne avvertì la stanchezza. Raramente però, si è giunti sino a volerlo eliminare da vocabolario … Il vocabolo non preclude, a priori, alcuna direzione di indagine, rivolta vuoi sull’individuo o sulla società, vuoi sulla descrizione delle crisi temporanee o sulla continuità degli elementi più costanti; non contiene in sé nessun credo; e coerentemente alla sua etimologia, non impegna che alla ricerca.” (Marc Bloch, Apologie pour l’histoire, 1949, postumo)

“Studio scientificamente condotto delle diverse attività e delle diverse creazioni degli uomini di altri tempi, colti nel loro tempo, entro l’ambito delle società estremamente varie e tuttavia comparabili tra loro … con cui hanno ricoperto la superficie della terrae la successione dei tempi … Questa operazione comporta due operazioni, le stesse che si trovano alla base di ogni lavoro scientifico moderno: porre problemi e formulare ipotesi.” (Lucien Febvre, Combats pour l’histoire, 1953)

“Quest’opera è divisa in tre parti, ciascuna delle quali è di per sé un tentativo di spiegazione. La prima chiama in causa una storia quasi immobile, quella dell’uomo nei suoi rapporti con l’ambiente che lo circonda; una storia che scorre e si trasforma lentamente … Al di sopra di questa … una storia lentamente ritmata … quella dei gruppi edei raggruppamenti … terza parte infine quella della storia tradizionale, o se si vuole della storia non già dell’uomo, ma dell’individuo, la storia événementielle…” (Fernand Braudel, Prefazione a Civiltà e imperi …, ed. or. 1949)