Il rischio nel territorio di alta montagna

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Transcript della presentazione:

Il rischio nel territorio di alta montagna Formazione giornalistica Valtournenche, 28 novembre 2014 Marco Vagliasindi, Fondazione Montagna sicura

Il rischio nei territori d’alta montagna Alcuni concetti di base: il pericolo e il rischio - chi è vulnerabile? Il rischio per gli alpinisti e il rischio “civile” Le dinamiche dell’alta montagna Global warming: si o no? I principali pericoli dei territori di alta montagna Considerazioni e spunti….

RISCHIO = PERICOLOSITA’ X VULNERABILITA’ Ridurre il rischio

Chi è vulnerabile? Valanga di Lavancher (Morgex), 2010. Foto UNV Grandes Jorasses, settembre 2014

Le dinamiche dell’alta montagna

Frane Petit Dru La frana sul Petit Dru del 05/07/2012 Photo by © Alexandre Buisse www.planetmountain.it Photo@GoogleEarth Photo@OHM Cervino (Valtournenche), 2003 foto L. Trucco Rockfalls and landslides caused to permafrost degradation triggered by warming temperatures in periglacial areas. Punta Patrì (Cogne) 2008

Frane Negli anni recenti, osservato un apparente aumento della frequenza di crolli in roccia in alta montagna (Gruber&Haeberli, 2007; Ravanel et al, PermaNet project, 2010; Mortara et al, 2009) Variazioni dello stato termico in alta quota Degradazione del permafrost Rockfalls and landslides caused to permafrost degradation triggered by warming temperatures in periglacial areas. Causa innescante di crolli

Frana della Becca France Frane Grandi frane storiche in Valle d’Aosta Frana della Becca France 1564 Frana del Triolet 1717 Frana della Brenva 1921 (+1997) Rockfalls and landslides caused to permafrost degradation triggered by warming temperatures in periglacial areas.

Variazioni di lunghezza di ghiacciai, WGMS, 2008 Anomalie temperature medie globali (da IPCC, 2013) Variazioni di lunghezza recenti di alcuni ghiacciai del M. Bianco , AA VV in Deline et al. , 2012

Piccola Età Glaciale Optimum climatico medioevale Alto Medioevo Età Romana Età del Ferro Età del Bronzo Variazioni di lunghezza ghiacciai e dati Climatici olocenici, G. Orombelli in quaderni SGI, 2007

Variazione nello stato termico e permafrost In debris terrains in case of permafrost degradation we can have stability problems for the buildings beacuse of deformations and movements due to ice melt.

Evoluzione dei ghiacciai Cherillon (Valtournenche) Tsanteleina (Rhêmes Notre Dame) Mont Gelé (Ollomont)

Evoluzione dei ghiacciai Verra Grande (Ayas) 2004 2010

Evoluzione dei ghiacciai e aree periglaciali Rapida riduzione di area e scomparsa dei ghiacciai più piccoli Perdita di massa  crolli in roccia per effetto decompressione Distacco della zona superiore dalla lingua-nuovi ghiacciai sospesi? Aumento della copertura detritica Formazione di laghi di contatto, supraglaciali, endoglaciali Variazione di regime dei ghiacciai da freddi a temperati (alta quota) Aree periglaciali Formazione di laghi proglaciali – rotte glaciali  colate detritiche Aumento delle aree scoperte con detrito sciolto colate detritiche? Variazione permafrost  crolli in roccia, colate detritiche

Rischi di origine glaciale Dinamiche glaciali Oltre 200 ghiacciai su un territorio di ca. 3000 km2 prossimità a zone antropizzate forte dinamicità in parte anche legata al clima Collasso Rischi di origine glaciale Crollo di seracchi Rotte glaciali (GLOF)

Dinamiche glaciali Crollo di seracchi da ghiacciai freddi: Grandes Jorasses I crolli dell’estate 2014

1998 Dinamiche glaciali Ghiacciaio freddo non bilanciato Accelerazione progressiva che precede il crollo

Dinamiche glaciali Ghiacciai temperati Ghiacciaio di Allalin, 1965

Dinamiche glaciali: rotte glaciali Ghiacciaio di Tête Rousse, 1892. Cavità formata dallo svuotamento di una tasca d’acqua. L’onda di piena conseguente si propagò fino alla località di St. Gervais provocando 175 vittime. Nel 2009 si è riscontrata la formazione di una nuova cavità attualmente sotto monitoraggio (da C. Vincent, in GlaRiskAlp Alcotra project) Rotta glaciale dal ghiacciaio di Rochefort (Val Ferret), 2003 Rotta glaciale dal ghiacciaio del Miage, agosto 2014

Lago glaciale del Lys 01/08/2012 28/08/2012 lago marginale (di contatto) formatosi a seguito del ritiro della fronte; sbarramento formato da ghiaccio; valutazioni sulla possibilità di collasso improvviso e sulla propagazione di eventuale onda di piena.

Valanghe Foto Ufficio Neve e Valanghe

Forte dipendenza dall’andamento non solo climatico ma stagionale Valanghe Forte dipendenza dall’andamento non solo climatico ma stagionale Tendenze sul medio periodo (clima)  strategie di prevenzione/protezione a livello civile (es. opere di difesa strutturali/non strutturali, miglioramento metodi di previsione, distacco artificiale,…) Andamento stagionale e locale (prevenzione incidenti da valanga)  forte necessità di capacità di valutazione, informazione e prevenzione Immagini: Ufficio Neve e Valanghe

Qualche considerazione/spunto finale Gli ambienti naturali, ed in particolare l’ambiente d’alta quota, sono soggetti ad una naturale e continua evoluzione e non sono mai in uno stato di “equilibrio” stabile Siamo attualmente in una fase climatica calda che porta sicuramente delle variazioni nelle dinamiche dell’ambiente alpino, ma non si tratta di una “catastrofe” o di uno stravolgimento. Quello che è maggiormente cambiato è la frequentazione dell’ambiente alpino, in quantità e qualità e quindi la vulnerabilità e la percezione del fenomeni come rischio. Nel rischio c’è sempre la componente “vulnerabilità”. In particolare per i rischi naturali occorre agire soprattutto per limitare la vulnerabilità anche attraverso la consapevolezza e la capacità di gestione. Distinguere rischio “civile” e rischio “alpinistico”. Per il rischio “alpinistico” , gli unici fattori su cui si può agire sono prevedibilità del pericolo e vulnerabilità. FONDAMENTALI l’INFORMAZIONE E LA COMUNICAZIONE

Grazie per l’attenzione …domande? mvagliasindi@fondms.org