Un confronto tra didattica attiva e didattica cognitiva LA FORMAZIONE DIDATTICA DEGLI INSEGNANTI.

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Transcript della presentazione:

Un confronto tra didattica attiva e didattica cognitiva LA FORMAZIONE DIDATTICA DEGLI INSEGNANTI

La didattica nel Novecento Didattica per l’educazione o didattica attiva Didattica per l’istruzione o didattica cognitiva

Le origini La didattica attiva nasce alla fine dell’Ottocento come reazione alla scuola tradizionale, ha una matrice culturale e politica ben precisa Nasce nelle scuole per rinnovare completamente la scuola tradizionale e sperimentare nuovi modelli organizzativi e didattici Vuole rinnovare la società attraverso una scuola ‘nuova’ e si diffonde in modo orizzontale Considera l’evento didattico come un fenomeno unitario

Le origini La didattica cognitiva dell’istruzione nasce nella prima metà del Novecento e inizia a diffondersi nelle scuole dagli anni ‘60 Nasce nei centri di ricerca psicopedagogici per poi diffondersi nelle scuole Lo scopo è quello di rendere più produttivi i sistemi scolastici per formare cittadini-lavoratori Tende a frammentare l’evento didattico per meglio analizzarlo

Le implicazioni politiche dei due canoni L’attivismo: si diffonde in modo orizzontale nelle scuole per rinnovare profondamente la loro organizzazione didattica e il loro ruolo sociale. Per questo motivo il movimento delle scuole attive è stato definito un movimento progressista, sensibile alle funzioni sociali della scuola Il cognitivismo: tende a proporsi come modello neutrale, tutto rivolto alla formazione cognitiva degli alunni, in realtà però non mancano le implicazioni politiche. La formazione viene infatti ridotta a strumento, mezzo, idoneo al raggiungimento di qualsiasi obiettivo.

La didattica attiva Rivoluzionare la scuola tradizionale Porre al centro il bambino, il gioco, il lavoro, l’esperienza, l’ambiente. L’insegnante animatore e regista La dimensione comunitaria dell’educazione Il laboratorio didattico

La didattica attiva Il metodo dei progetti Lancio della motivazione Le attività laboratoriali Il prodotto finale Il trasferimento delle competenze Valutazione e autovalutazione

La didattica attiva Il lavoro di gruppo Il gruppo come condizione permanente dell’apprendimento scolastico La formazione del gruppo classe come gruppo educativo Gruppi ideali e gruppi immaginari L’organizzazione del gruppo classe

La didattica attiva La riflessione come mezzo e fine della didattica attiva J. Dewey: il pensiero, la riflessione, come capacità di riconoscere la relazione fra le nostre azioni e le loro conseguenze; il pensiero riflessivo consente il passaggio dall’azione per tentativi ed errori a quella consapevole, pianificata e prevede un temporaneo distacco dal flusso esperienziale.

La didattica attiva L’esperienza riflessiva Partire da un’esperienza concreta, problematica Predisporre strumenti operativi per affrontare la situazione problematica Consentire agli alunni la formulazione di ipotesi coerenti con i dati raccolti Favorire un’applicazione concreta delle ipotesi elaborate