Crisi fordista e nuova sociologia economica Prof. Emmanuele Pavolini.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Emergere per competere Il Sistema Moda Puglia
Advertisements

PARTENARIATO e RISORSE UMANE a cura di Carlo Bonora.
Il modello organizzativo della scuola: aspetti essenziali
1 Quali spazi per le isc in Trentino? Alcune risposte tratte da: –Unindagine su I limiti del welfare trentino; un confronto tra le rappresentazioni di.
SUBFORNITURA TOSCANA ON LINE Workshop - Firenze, 26 giugno 2002 Subfornitura: situazione e problemi aperti a cura di Riccardo Perugi.
La Scuola - Una delle più comuni definizioni della scuola attraverso la storia è che essa rappresenta una istituzione di grande importanza sociale alla.
Capitolo 3 Rileggere il mercato: reti e relazioni Prof.ssa Annalisa Tunisini - a.a. 2009/2010.
Il management del marketing
sociologia del lavoro / mdl
Dalla gerarchia alla rete
Nuova sociologia economica
Economia informale.
Nuova sociologia economica. Dibattito sulle nuove forme di organizzazione economica Sia sociologi che economisti, interessati a sviluppare nuovi strumenti.
Lorganizzazione e lambiente. Istituzionalismo Obiettivi Oltre lo studio dei rapporti diretti tra soggetti e organizzazioni Introduzione di altre variabili.
PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE
LE POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE
Lo sviluppo di capacità relazionali nelle imprese multinazionali Alessandro Pagano Università degli Studi di Urbino Carlo Bo III Convegno.
IL BIANCO E IL ROSSO. La politica nel territorio Quante Italie? Nord-Ovest competitività tra i partiti elettorato poco ideologizzato, più disponibile.
Sviluppo Locale e Capitale Sociale
Economia e direzione delle imprese La programmazione: contenuti, processi e tecniche.
1 LOrganizzazione a Rete Anno Accademico
Nuove tendenze nel lavoro
L’organizzazione aziendale
Analisi dellel società complesse CARATTERISTICHE DELLOCCUPAZIONE NELLE SOCIETA INFORMAZIONALI graduale scomparsa delloccupazione agricola costante.
La ricerca sociale: oggetto e finalità. Cosa imparerete in questa lezione La distinzione tra ricerca e teoria La distinzione tra micro e macro sociologia.
LEARNING ORGANIZATION
Composizione grafica dott.ssa R. Dovera CORSO DI SOCIOLOGIA Docente Prof. Bugarini Unità 10 I SEMESTRE A.A
Composizione grafica dott. Andrea Dezi CORSO DI SOCIOLOGIA Docente Prof. Bugarini Unità 19 I SEMESTRE A.A
La gestione delle risorse umane: scenari e competenze Facoltà di Sociologia La Sapienza Roma Assunta Viteritti 2008.
La gestione delle risorse umane:
Pratiche di innovazione per generare valore: gruppo di lavoro, apprendimento e produzione del servizio Ragusa, 14 luglio 2009 Cesare Kaneklin, Giuseppe.
1 Unità locali EQUAL RESTORE sintesi della ricerca.
Corso di Economia e Gestione delle imprese Prof. Edoardo Sabbadin
Composizione grafica dott. Andrea Dezi CORSO DI SOCIOLOGIA Docente Prof. Bugarini Unità 22 I SEMESTRE A.A
1 II problema dellHomo sociologicus come chiave interpretativa delle teorie sociologiche della prima modernità
ECONOMIA DEL TERRITORIO anno accademico
Storia del pensiero organizzativo 3
DOPO LA REGOLAZIONE FORDISTA. LE ALTERNATIVE AL FORDISMO NEGLI ANNI OTTANTA LE SCIENZE SOCIALI DELINEANO LE STRADE INTRAPRESE DAI SISTEMI PRODUTTIVI E.
LE TRASFORMAZIONI DELL’IMPRESA
1 ORGAMIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE. 2 PRESENTAZIONE DEL CORSO L’Organizzazione aziendale La gestione delle persone.
«ITALIA DELLA PICCOLA IMPRESA» I DISTRETTI INDUSTRIALI
Compravendita di beni e servizi contro un prezzo in denaro
Corso di Sociologia economica prof. Marino Regini Lezione 1. Presentazione LA SOCIOLOGIA ECONOMICA.
Organizzazione Aziendale
I limiti dell’analisi di settore secondo il modello delle 5 forze
Modernizzazione e sviluppo delle aree arretrate
Dall’ambiente imprenditoriale al settore dell’impresa
Il cambiamento ambientale
ECONOMIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE SCUOLA DI PENSIERO CHE FIORISCE NEGLI ANNI ‘80 RIFORMULA LA FUNZIONE DELL’IMPRESA RISENTE DEL DIFFONDERSI SU SCALA MONDIALE.
La globalizzazione e la diversità dei capitalismi
L’interazione tra imprese e facilitatori di trasferimento tecnologico: elementi di forza e di debolezza Roberta Capello Politecnico di Milano Convegno.
Lezione 9 Globalizzazione e economia industriale Corso Analisi dei settori produttivi Dott.ssa Sandrine Labory.
LA DOMANDA DEL LAVORO NELLA SOCIET À DEI SERVIZI Sociologia del Lavoro e delle Organizzazioni
Flessibilità del lavoro
La localizzazione delle imprese
PICCOLE IMPRESE E SVILUPPO LOCALE. LO SCENARIO POST-FORDISTA  SI BASA SU IMPRESE SMAGRITE E MODELLI MICROORGANIZZATIVI PIATTI  E ’ UN TERRENO FAVOREVOLE.
CORSO DI STORIA CONTEMPORANEA Docente Prof. Ventrone
Sociologia dell’organizzazione: il neo-istituzionalismo
MA NON FINISCE LA REGOLAZIONE FORDISTA. ECONOMICHE : CRESCE L ’ INFLAZIONE INSIEME ALLA DISOCCUPAZIONE SATURAZIONE DEI MERCATI ALTI SALARI.
Il management del marketing Capitolo 29. Si definisce il marketing quale l’insieme delle attività aziendali deputate allo scambio di di beni e servizi.
Corso Sociologia dell’Innovazione: Modulo Innovazione Sociale Professor Enzo Mingione Lunedì e Martedì aula U6-37 AA : Corso di Laurea.
IMPRESA E TERRITORIO 1 1.
LA SOCIOLOGIA ECONOMICA CONTEMPOR ANEA SPIEGA IL FUNZIONAMENTO DELL ’ ECONOMIA CON FATTORI NON ECONOMICI (ISTITUZIONI, POTERE CULTURA)
Stato sociale keynesiano e “political economy” comparata
La struttura dimensionale delle imprese ( ) storia dell'impresa
Coordinamento ed Integrazione nel Sistema Agro-Alimentare* *Lezione tratta da: A. Banterle, “Lo studio delle filiere agroalimentari: evoluzione e approcci.
DISTRETTI INDUSTRIALI ITALIANI -1 MODELLO DI SVILUPPO RICONOSCIUTO A LIVELLO INTERNAZIONALE.
DALL’ORGANIZZAZIONE COMPATTA ALL’ORGANIZZAZIONE RETE Cap. 5 (Pichierri)
Altri approcci allo studio del rapporto organizzazioni- ambiente Unità didattica 2 – Organizzazioni e ambiente.
Obiettivi e struttura della lezione Obiettivo della lezione Approfondire l’analisi dell’ambiente competitivo, delle forme prevalenti di mercato e delle.
Transcript della presentazione:

Crisi fordista e nuova sociologia economica Prof. Emmanuele Pavolini

Il modello fordista  imprese verticalmente integrate  produzione di massa  manodopera scarsamente qualificata  organizzazione del lavoro taylorista  Legame fra fordismo e stato sociale keynesiano (riduzione conflitto e impulso domanda)

Crisi modello fordista  Saturazione dei mercati per i beni di massa  Nuove tecnologie elettroniche: abbassamento costi produzione flessibile (facilità programmazione macchinari)  Diversificazione modelli e focus su qualità per sfuggire concorrenza paesi emergenti  Varie uscite dal modello fordista: robotizzazione, neo- fordismo nei PVS, produzione flessibile, fabbrica integrata

I distretti industriali in Italia: precondizioni  possibilità di dividere il processo produttivo in più fasi tecnicamente separabili e che permettono specializzazione singole imprese  organizzazione flessibile per rispondere a mutamenti repentini nella domanda  rete di piccoli e medi centri con tradizioni artigianali e commerciali diffuse  agricoltura basata su famiglia con podere  politica con forte radicamento del movimento cattolico o comunista-socialista volto alla creazione di relazioni industriali a carattere locale e cooperativo

Le ‘risorse’ nei distretti  risorse cognitive e di conoscenza (assicurate tramite tradizioni artigianali precedenti, buone scuole tecniche e circolazione lavoratori e interscambio)  tessuto cooperativo e fiduciario dentro la comunità  le reti di distretti funzionano come ‘sistemi di apprendimento’

L’altra faccia della flessibilità: l’economia informale  A partire dagli anni ‘70 fenomeni che venivano considerati di arretratezza appaiono specifiche strategie di inserimento della divisione del lavoro internazionale  Tipi di economia informale: 1. Economia criminale 2. Economia sommersa 3. Autoconsumo – economia domestica e comunitaria  Possibili motivi: 1. Crisi del fordismo (economia sommersa) 2. Crisi del welfare (autoconsumo ed economia sommersa)

Via alta e via bassa alla flessibilità  “Via alta”: dinamismo, innovazione e condizioni di lavoro più favorevoli in produzioni diversificate e di qualità, centrata su reti di imprese o su imprese-rete  “Via bassa”: condizioni di impiego e di costo del lavoro per rafforzare la competitività di prezzo in produzioni di minore qualità in parte legate all’economia sommersa

Neo-istituzionalismo economico e sociologico  Le trasformazioni del modello fordista hanno stimolato lo sviluppo di nuove teorie economiche e sociologiche Economia 1. Economia: superamento delle teorie dell’impresa basate principalmente sui fattori tecnologici Sociologia economica 2. Sociologia economica (a livello micro): modelli organizzativi influenzati non solo (o non sempre) da scelta razionale ma da fattori culturali e reti di relazioni sociali

Il neo-istituzionalismo economico: la ECT  L’economia dei costi di transazione (ECT) mette in discussione l’idea dell’impresa come funzione di produzione i cui confini sono definiti dalla tecnologia  Focus sulle ‘transazioni’ e sui relativi costi derivanti da: 1. opportunismo 2. incertezza 3. razionalità limitata 4. ‘piccoli numeri’  Le istituzioni vengono viste come ‘rete di contratti’ ed il problema per l’impresa è come minimizzare i costi di transazione e quelli di gerarchia

L’ECT: il modello di O. Williamson  La grandezza dell’impresa e dei suoi confini (to make or to buy?) è determinata dai seguenti fattori: 1. Frequenza delle interazioni 2. Caratteri dell’investimento richiesti (specifici, misti, idiosincratici)  Modelli organizzativi: 1. mercato 2. gerarchia 3. ‘ibrido’

La nuova sociologia economica entrambi condividono il concetto di embeddedness – radicamento dell’azione sociale  Sono due i principali filoni di ricerca della NSE: entrambi condividono il concetto di embeddedness – radicamento dell’azione sociale, anche se in senso diverso: 1. Approccio delle reti sociali (radicamento dell’azione in reti) 2. Approccio neo-istituzionalista organizzativo (radicamento normativo-cognitivo e politico dell’azione)

L’approccio strutturale e delle reti sociali: Granovetter  Azione economica come ‘radicata’ (embedded) socialmente in reti e, quindi: 1. né iposocializzata 2. né ipersocializzata  Centralità del concetto di ‘fiducia’ e di reti di relazioni personali per spiegare comportamento attori economici (individui, famiglie, imprese, etc.)  Forza dei legami deboli e critica a Williamson

L’approccio strutturale e delle reti sociali: il capitale sociale  Coleman: insieme di relazioni sociali di cui un soggetto individuale o collettivo dispone in un determinato momento, grazie al quale si possono disporre di: 1. risorse cognitive (informazioni) 2. normative (fiducia)  Capitale sociale come altra forma di capitale accanto a quello fisico ed economico, da cui se ne differenzia per la sua relazionalità  Putnam, Fukuyama et al: capitale sociale e rendimento economico-istituzionale

Il neo-istituzionalismo sociologico  Ruolo autonomo dei fattori culturali nello spiegare azione economica: 1. ruolo centrale della dimensione cognitiva delle istituzioni (ruolo delle regole routinarie) 2. azione razionale vs. azione ‘appropriata’ nelle situazioni di incertezza  Il concetto di ‘mito’  Il concetto di campo organizzativo e di ‘isomorfismo’  Il concetto di campo organizzativo e di ‘isomorfismo’ (coercitivo, normativo e mimetico)