1 PROGETTO DI RICERCA-INTERVENTO “Montagna in Salute, un programma di prevenzione del disagio sociale in sei Società della Salute montane toscane” LA PREVENZIONE.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
2007 ANNO EUROPEO DELLE PARI OPPORTUNITÀ PRENDI PER MANO LA TUA SALUTE, NE SEI PROTAGONISTA.
Advertisements

IL PIANO PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE PIANO ATTUATIVO Ufficio di Piano - aprile 2012
Piano di Zona 2011 – 2013 dellAmbito del Ciriacese PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI PRIORITA E OBIETTIVI STRATEGICI.
Programma di promozione dell’attività motoria
ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI CARDIOLOGI OSPEDALIERI (A.N.M.C.O.) SEDE NAZIONALE: FIRENZE - Via La Marmora, 36 - Tel Fax
La conoscenza del contesto territoriale
Parma, 15 aprile 2009 Relatore : Giuseppina Rossi
Costituzione dell’Osservatorio Società della Salute
9 Circoscrizioni 9 Distretti Sociali 1 U.O. Cittadini senza Territorio
Società della Salute della Valdera Convegno R.T. del 6 marzo 2007 Profilo e Immagine di Salute della Valdera Profilo e Immagine di Salute della Valdera.
33 Progetto alcol Intervento su persone con problematiche alcol-correlate Prevenzione nelle scuole e nel territorio Ambito sociale n.1 9 Comuni dell’Ambito.
Èquipe operatori di strada: Obiettivo Nuove Droghe
1 Il progetto nazionale di promozione dellattività fisica: aspetti operativi dott.ssa Lucia De Noni Responsabile del progetto Incontro con i referenti.
©2004, Athos Srl Sperimentazione di percorsi di integrazione nei Nuclei di Cure Primarie di Scandiano 21 novembre 2005.
“PREVENZIONE DEL TABAGISMO” (Il titolo verrà scelto dai ragazzi)
REGOLE DI SISTEMA 2011 DG Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale.
Il ruolo dei DSM per la salute mentale negli istituti Penitenziari in Toscana Galileo Guidi Coordinatore della Commissione regionale per il governo clinico.
Le Cure Primarie nel sistema della Sanità Territoriale Dario Grisillo
LS.P.D.C. nel nuovo Piano Sanitario Regionale Galileo Guidi Responsabile Commissione Regionale Governo Clinico in Salute Mentale Arezzo 16 ottobre 2008.
CASA DELLA SALUTE E INTERVENTO DOMICILIARE
ANALISI DEL FENOMENO DELLE POVERTA IN CASENTINO Presentazione del Terzo rapporto provinciale sulle povertà – anno 2006 Sabato 26 Maggio 2007 Sala consiliare.
Igiene generale ed applicata
Associazione Italiana Dislessia Regione Toscana
5 ottobre 2011 – Restituzione attività Osservatorio LOsservatorio ha promosso la sperimentazione di una esperienza pilota di Spazio di Aggregazione.
RISULTATI ED ESITI LAVORO IN RETE TRA AMMINISTRAZIONI MONITORAGGIO PROGRAMMI DAREA AL 11/07/2006 Servizio Intese Istituzionali e Programmi Speciali D'Area.
Gruppo di Lavoro Educazione alla sostenibilità e Comunicazione ambientale INCONTRO SEMINARIALE Firenze, 19 Gennaio 2009 COMUNITA MONTANA DEL CASENTINO-SERVIZIO.
SUPPORTO ALLA DOMICILIARITA’ IN
GINNASIO PITAGORICO per promuovere Corretti Stili di Vita Piano Comunale per il Ben…essere 2007/ /2009.
Progetto ALI - MIUR obiettivi Obiettivi generali: Generalizzare la formazione del personale delle scuole, individuando localmente le modalità ritenute.
Salute mentale e prevenzione Presentazione di un programma di intervento nella comunità Universit à degli Studi di Trieste Facolt à di Psicologia Corso.
Salute mentale e prevenzione Universit à degli Studi di Trieste Facolt à di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2006/2007 Presentazione di un.
PROTOCOLLO DI RETE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
FONDAZIONE DI NOOPOLIS
PROGETTI IN CONCLUSIONE Prog. Ser.t. Interventi finalizzati al rilevamento e alla riduzione del disagio nella Zona Val di Chiana Senese. Prog. Segretariato.
DELLA COMUNICAZIONE AZIENDALE
LINEE GUIDA PER LA REDAZIONE DEL PIANO DI ZONA Ambito n. 1- Bergamo.
1 Programma Regionale di Iniziative e Interventi in materia di immigrazione – Progetto di Integrazione Sociale e Scolastica IL MONITORAGGIO DEI PROGRAMMI.
P.A.I PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE
La comunicazione tra scuola servizi sociali e socio sanitari Comune di Torreglia.
1 a cura di: Antonella Bena Gli indicatori per la descrizione del rischio infortunistico in Italia: una premessa.
La società della salute COMUNITA MONTANA DEL MUGELLO CHE COSA E: definizione DALLA SANITA (diagnosi- cura- riabilitazione) gli obiettivi della politica.
Fare salute in montagna: verso la costruzione dei Distretti e dei Piani di Salute Le risposte dei Servizi Sociali della Comunità Montana Val Pellice 29/09.
CAMPAGNE DI PREVENZIONE PRIMARIA ANNO 2002/2003 ASL DI VALLECAMONICA SEBINO DIPARTIMENTO ASSI.
1 Tavolo Politico Istituzionale: sintesi delle funzioni essenziali Ambiti Territoriali di Ivrea e Caluso 13 APRILE 2010 a cura di Franco Vernò e Gianluigi.
Alternanza scuola – lavoro
Dr. Mario Marin Responsabile S.D.D. Residenzialità Extraospedaliera PROGETTO COT.
Davide Chiappelli - Dirigente Scolastico - IC Castelnuovo R. MO
La nuova visione nella collettività Mutamento di concezione Mutamento di concezione Consenso Bisogno di conoscenza Bisogno di salute.
Il ruolo dell’ente locale per l’integrazione sociale degli immigrati
Linee di indirizzo regionali per l’accoglienza di donne vittime della violenza di genere Area Vasta Emilia Centro 4 luglio 2014.
FORUM P.A. “LA PROMOZIONE INTEGRATA DEGLI STRUMENTI DI GESTIONE AMBIENTALE NELLA REGIONE LAZIO: AZIONI PER LO SVILUPPO DI UN MERCATO VERDE” Arpalazio Ing.
IL CONTRIBUTO DEL Servizio Sistema Informativo Statistico ALL’OSSERVATORIO REGIONALE PER LE POLITICHE SOCIALI Le indagini di interesse sociale Regione.
Prevenzione e controllo nella comunità: la Sorveglianza Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL 20 Alessandria Roberto Raso.
Il Servizio e la comunicazione ai cittadini
1 Area promozione e protezione sociale. IL PROCESSO DI REALIZZAZIONE DEI PIANI DI ZONA Informazione ai Consigli Circoscrizionali Trieste, 21 settembre.
Individuazione di percorsi operativi condivisi tra Scuola- Referente scolastico- I servizi Catia Bufacchi Psicologa- Psicoterapeuta- coordinatrice Progetto.
AMBITO TERRITORIALE DI SEREGNO ATTIVAZIONE SOCIALE Progetto integrato di supporto alle politiche attive per il reinserimento sociale e lavorativo 2010.
Prevenire le Malattie Vascolari in 5 mosse: gioca il tuo asso! Il progetto ha lo scopo di stimolare la conoscenza dell'Arteriopatia Periferica, sensibilizzare.
Servitore-insegnante Club Alcologico Territoriale “Pace-Carrari”
Conferenza Regionale dei Sindaci 19 marzo 2015 Sala Pegaso – Regione toscana.
Giuseppe Boncompagni Dipartimento di Prevenzione AUSL 9 di Grosseto Setting ISPN “Amiata Grossetana” Giornata Mondiale Prevenzione del Suicidio La Prevenzione.
TAVOLO DI COORDINAMENTO TRA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E LE CITTA’ RISERVATARIE AI SENSI DELLA LEGGE 285/97 Stato di implementazione.
Linee di indirizzo unitarie per la Gestione della Bonifica Un progetto di UNCEM Toscana.
Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana Firenze 28 ottobre 2011.
Progetto regionale “CONOSCERE PER PREVENIRE” Prevenzione dell’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e delle mutilazione genitali femminili (MGF)
UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO EMILIA Scuola di Specializzazione di Medicina di Comunità Direttore: Prof. Maria Angela Becchi Coordinamento.
Comitato di Sorveglianza 15 giugno 2010 INFORMATIVA SUL PIANO DI COMUNICAZIONE Comitato di Sorveglianza - Cinquale di Montignoso (MS), 15 giugno 2010.
Il Progetto Equità Rossella Buondonno Pio Russo Krauss.
1 Direzione Generale della Presidenza della Giunta regionale Settore “Affari istituzionali e delle autonomie.
Transcript della presentazione:

1 PROGETTO DI RICERCA-INTERVENTO “Montagna in Salute, un programma di prevenzione del disagio sociale in sei Società della Salute montane toscane” LA PREVENZIONE È’ POSSIBILE Firenze, Giuseppe Corlito Responsabile Scientifico

2 2 Analisi spaziale delle mappe concentrazione suicidi

3

4 4 Conclusioni dello studio Toscano Maggior rischio. Emerge un Pattern coerente 1.Toscana meridionale 2.Aree collinari 3.Fasce interne 4.Zone rurali 5.Bassa densità abitativa 6.Poco popolate 7.Maschi 8.Cultura Mineraria Arcidosso

5 5 Obiettivo Generale Iniziare un percorso-pilota di studio e analisi del fenomeno del suicidio attraverso un progetto triennale volto a monitorare, cioè a conoscere il fenomeno nel singolo territorio (fase A), e allo stesso tempo improntare immediate azioni di intervento e prevenzione (fase B), avviando così un percorso assistenziale nelle aree interessate dall'indagine Ricerca-intervento UNCEM-REGIONE TOSCANA- 6 ZONE MONTANE

tre direttrici del Progetto 1.Costituzione del gruppo di lavoro regionale, con funzioni di coordinamento tecnico-scientifico e dei gruppi operativi locali, che hanno messo intorno allo stesso tavolo i responsabili di tutti i servizi socio- sanitari coinvolti; 2.Attivazione di una campagna di sensibilizzazione sul problema rivolta ai medici di famiglia, considerati gli operatori sentinella in base ai dati del primo studio pilota condotto nella ASL di Grosseto, e poi di tutti gli operatori dei servizi socio-sanitari delle tre zone coinvolte; 3.Attivazione del numero verde prevenzione suicidi dedicato presso la Regione Toscana, con una campagna stampa dedicata e una rete di presa in carico in tempo reale delle situazioni a rischio, segnalate dal team degli operatori del numero verde ai gruppi operativi locali.

7 PRIMI RISULTATI (?) AREA GEOGRAFICA PERIODO 2007 – 2009 PERIODO 2004 – 2006 Amiata Grossetana11,3 (-13,0)24,2 Colline Metallifere7,5 (-8,5)16,0 Casentino 5,5 (- 3,3)8,0

8 Stato delle tre nuove zone AREA GEOGRAFICAPERIODO 2007 – 2009 Amiata Senese e Val d’Orcia 8.92 Val di Chiana Senese14.7 Lunigiana6.01

9 I 6 TARGET DEL SU.PRE 1.I medici di medicina generale 2.Gli operatori sanitari di base 3.Gli insegnanti e gli altri operatori scolastici 4.Gli operatori del carcere 5.Il gruppo dei sopravvissuti 6.I giornalisti e i mass media

10 SUICIDIO E MASS MEDIA Come progetto abbiamo ottenuto l’autorizzazione a tradurre 3 manuali dei 6 > per gli operatori sanitari di base > per gli operatori del carcere > per i giornalisti e i mass media Abbiamo tradotto e pubblicato quello dei mass media,

11 IL MANUALE OMS

12 COSA FARE PER L’OMS Lavorare a stretto contatto con le autorità sanitarie nella presentazione dei fatti Riferire di un suicidio in quanto decesso portato a termine, non come un successo Esporre solo dati rilevanti, nelle pagine interne Evidenziare alternative al suicidio Fornire informazioni riguardo linee di assistenza e risorse offerte dalla comunità Pubblicizzare gli indicatori di rischio e i segnali di allarme

13 COSA NON FARE PER L’OMS Non pubblicare foto o commenti inerenti al suicidio Non fornire descrizioni dettagliate relative al metodo usato Non dare spiegazioni semplicistiche Non glorificare o esporre con tono scandalistico il suicidio Non servirsi di stereotipi culturali o religiosi Non attribuire colpe