Politiche sociali Lavinia Bifulco
Giovedì 3 Marzo 2016 h Aula de Lillo U7 2° piano Lavoro e welfare: l’altra faccia dell’individualizzazione Presentazione e discussione del saggio di Robert Castel, Incertezze Crescenti. Lavoro, Cittadinanza, Individuo (Editrice Socialmente, 2015). Ne discutono Vando Borghi, Enzo Mingione, Enrico Pugliese Coordina: Ota de Leonardis
Modelli di rapporto fra AP e TS Modelli di rapporto fra AP e TS (Pavolini): Mutuo adattamento Modello vendor Programmazione negoziale
Il Piano sociale di zona Legge 328/2000: strumento della governance locale. Attraverso questo strumento le municipalità (associate) programmano il sistema locale dei servizi e degli interventi, sulla base degli obiettivi stabiliti dallo Stato e dei finanziamenti (stabiliti dallo Stato e distribuiti dalle Regioni), coinvolgendo le comunità locali. Territorializzazione e partecipazione
SCALA DI ARNSTEIN
Partecipazione: vantaggi e problemi Vantaggi: Efficacia, senso civico/responsabilizzazione, consenso/democraticità Problemi Numeri chi inclusività effettiva (dei soggetti e dei punti di vista) incisività rappresentatività
I quesiti della partecipazione Coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni Chi Cosa Dove Come Inclusività Incisività Il ruolo delle amministrazioni pubbliche La leadership politica
Partecipazione e piani di zona Da Bifulco, Facchini, a cura di, 2013 A Bari: il coinvolgimento dei cittadini durante la programmazione è stata sollecitata, in particolare, dai Centri Aperti Polivalenti ed è approdata nella redazione di un Manifesto delle Regole. Educatori, assistenti sociali, funzionari, terzo settore e servizio civile hanno partecipato a tutte le fasi della programmazione. Anche Trento e Bolzano usano una gamma articolata di strumenti a sostegno della programmazione. A Trento i poli sociali, distribuiti nella città, operano contemporaneamente come centri di servizi e nodi nevralgici delle pratiche quotidiane della partecipazione dei cittadini. A Bolzano sono stati organizzati alcuni focus group con l’obiettivo specifico di promuovere la partecipazione.
A Milano, dopo alcune annualità contrassegnate da una partecipazione sociale risicata, la programmazione del ha introdotto una nuova architettura della governance territoriale che vede il coinvolgimento dell'Organo di partecipazione della comunità (Anche a Garbagnate, nella provincia milanese, il respiro della partecipazione è li-mitato. E’ infatti attivo un Tavolo Locale di Consultazione del Terzo Settore che, coerentemente con la sua denominazione ufficiale, può solo formulare proposte non vincolanti. Il Piano di zona dell’ Alta Val di Cecina ha invece investito su un coinvolgimento sostantivo sia del terzo settore sia della cittadinanza e ha approntato una Carta per la Cittadinanza Sociale finalizzato a promuovere un patto fra la comunità locale e le istituzioni.
A Bologna, l’infrastruttura della programmazione sociale è robusta, per di più provvista a partire dal 2009 di procedure sistematiche di valutazione. Però il suo elevato grado di istituzionalizzazione sembra andare a scapito delle forme più aperte della partecipazione, anche per fattori e problemi politici che si sono riverberati sulle vicende del Piano. Infatti, nel 2010 sono stati chiusi i “Consigli aperti”, spazi di partecipazione operanti nei quartieri cittadini. A Roma, manca una strategia vera e propria della partecipazione, ma il dato va letto alla luce delle differenze normalmente esistenti fra i diversi Municipi in cui è suddivisa amministrativamente la capitale.
Modelli di partecipazione Quattro modalità principali che emergono nella ricerca. “inclusiva tramite la comunicazione” (Bari); “partecipazione tramite procedure”; “consultazione mirata” “partecipazione comunitaria”.
Un secondo modello assegna alle procedure un peso maggiore e associa la partecipazione alla costruzione di un’architettura molto articolata di relazioni fra spazi e soggetti diversi: Bologna Sempre a Bologna un’agenda cittadina della partecipazione che in modo organico e trasversale tocca da tempo anche altri settori e ambiti della vita cittadina.
Il caso del Municipio II di Roma …prevalentemente consultazione del terzo settore, in particolare quello associativo. Il caso di Trento: dimensione comunitaria della civicness e le dinamiche del suo potenziamento,
Per noi… il cittadino che porta il problema è il primo cittadino da coinvolgere perché si trovi insieme a lui la soluzione…Io le assicuro che i cittadini che hanno maggiori problemi sono quel-li che meglio sanno che cosa è importante fare per loro. E se noi lo ascoltiamo fino in fondo molto spesso ci sono anche meno risorse da impegnare. Il cittadino è molto più contento, coinvolto nella cosa e si sente ri-conosciuto… Sicuramente le cose che si scrivevano nel piano sociale del 2001 adesso le riscriveremo con molta più consapevolezza di che cosa significa protagonismo del cittadino.” Assessore di Trento.
Mi piace pensare che serva anche un po' di fantasia oltre agli strumenti giuridici e normativi. Fantasia, voglia di superare gli ostacoli, una visione che contempli la dimensione del sogno...un sogno che se perseguito con forte volontà, decisione e caparbietà è possibile realizzare. Credo che dare una speranza, un po' di luce alle persone che hanno bisogno di noi, sia l'obiettivo principale. Altrimenti diventa una mera erogazione di servizi, che secondo me non porta a nulla. (Assessore Trieste)
La partecipazione è una bella cosa, è giusta, però se è una partecipazione informata e consapevole porta risultati, se è una partecipazione solo per dire: dimmi due cose poi dopo comunque gestisco io, è la condizione peggiore per allontanare le persone Assessore agli affari sociali Bolzano
Perché partecipare Come partecipare
Abitare…. politiche abitative (housing sociale, etc.) rigenerazione urbana Intreccio fra dimensione fisica e sociale dell’abitare, integrazione.. Diverso ruolo degli abitanti, non passivo
Italia: Alta percentuale di proprietà privata, circa il 77% Scarso patrimonio pubblico Difficoltà di accesso al mercato privato delle locazioni, non solo per le figure classiche della vulnerabilità Fascia grigia…
i Paesi Bassi, la Svezia e il Regno Unito: spendono oltre il 3% del P.I.L. per la politica in materia di edilizia abitativa; in Austria, Danimarca, Francia e Germania la spesa pubblica per la politica relativa all'edilizia abitativa è generalmente compresa tra l'1 e il 2% del P.I.L.; l'Irlanda, l'Italia, il Belgio, la Finlandia e il Lussemburgo la spesa governativa per l'edilizia abitativa è generalmente limitata a circa l'1% del P.I.L.; in Portogallo, Spagna e Grecia; la spesa governativa per la politica in materia di edilizia abitativa è inferiore all'1% del P.I.L.
Contratti di quartiere I Contratti di quartiere sono stati introdotti alla fine del 1998 per favorire la riqualificazione dei quartieri di edilizia pubblica. Nati per iniziativa del Ministero dei lavori pubblici e oggi ancora di competenza di questo ministero (nel frattempo rinominato Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), questi programmi si collocano nel filone dei programmi urbani complessi recuperandone come idea-chiave la necessità di superare la centralità dell’intervento urbanistico-architettonico a favore del trattamento integrato delle dimensioni fisiche, sociali ed economiche della riqualificazione
Milano, Gratosoglio
Brescia, San Polo
Trieste, Rozzol Melara
Milano, quartiere Feltre
Torino, via Arquata
Contratti di quartiere Mentre la prima edizione ha coinvolto principalmente il ministero – competente per il finanziamento, l’emanazione del bando e la selezione dei progetti – e i comuni – in qualità di proponenti – la seconda tornata, lanciata ufficialmente nel 2001, riconosce un maggiore protagonismo alle regioni, che condividono con il livello centrale responsabilità e poteri di finanziamento, di definizione dei criteri di ammissione e di valutazione. Maggiore rilievo agli obiettivi sociali ed economici e rafforzamento del ruolo dei cittadini nella definizione degli obiettivi del contratto, ruolo che molti bandi regionali hanno assunto come uno dei criteri prioritari di assegnazione dei finanziamenti. Fase attuale: bandi regionali
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) I Comuni possono presentare, in forma singola o associata, una o più proposte di Contratto di Quartiere. 2.2 Ogni Contratto di Quartiere deve fare riferimento ad un ambito, avente rilevanza territoriale tale da incidere sul contesto urbano, definito e riconoscibile spazialmente, caratterizzato dalla prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica, e alle sue immediate adiacenze, vale a dire alle aree confinanti con il perimetro individuato e strettamente relazionate con esso in termini di collegamenti viabilistici e trasportistici. 2.3 Caratteristica imprescindibile per l’individuazione dell’ambito di cui al paragrafo 2.2. è la compresenza delle seguenti condizioni: prevalente presenza di patrimonio di edilizia residenziale pubblica; diffuso degrado delle costruzioni e dell'ambiente urbano; carenza e/o obsolescenza dei servizi e delle infrastrutture; scarsa coesione sociale e/o marcato disagio sociale e abitativo
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) 3. Finalità dei Contratti di Quartiere 3.1 I Contratti di Quartiere, promuovendo la partecipazione degli abitanti, anche in forma associata, preferibilmente rappresentativa, alla definizione degli obiettivi, sono finalizzati alla riqualificazione sociale ed edilizia dei quartieri di edilizia residenziale pubblica degradati, e ad attualizzarne e incrementarne, anche con il concorso di investimenti privati, la dotazione infrastrutturale, prevedendo, nel contempo, misure ed interventi per favorire l’integrazione sociale e l’occupazione.
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) 4. Contenuti e caratteristiche dei Contratti di Quartiere 4.1 I Contratti di Quartiere devono (…) valorizzare e incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica (…); incentivare soluzioni costruttive tese ad assicurare la qualità del manufatto edilizio e del servizio residenziale offerto, promuovendo anche interventi finalizzati al risparmio delle risorse energetiche e/o naturali;
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) migliorare la qualità abitativa ed insediativa dei quartieri degradati, mediante un intervento di riqualificazione complessivo e definitivo, che comprenda un’adeguata progettazione ed utilizzazione degli spazi comuni; promuovere la partecipazione ed il coinvolgimento degli abitanti anche in forma associata, preferibilmente rappresentativa, nell’individuazione e nella definizione degli obiettivi e degli interventi, ed eventualmente anche nella gestione di questi ultimi, valorizzandone, ove possibile, l’autonoma capacità di risposta, in attuazione del principio di sussidiarietà;
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) perseguire l’approccio integrato e coordinato delle problematiche sociali e di bisogno degli abitanti insediati o da insediare, da parte delle amministrazioni ed enti pubblici, nonché dei soggetti pubblici e privati coinvolti, attraverso lo sviluppo di specifici servizi e progetti tesi a incrementare l’occupazione e a favorire l’integrazione sociale in settori quali la promozione della formazione professionale giovanile, il recupero dell’evasione scolastica, l’assistenza agli anziani, la realizzazione di strutture per l’accoglienza e la partecipazione sociale, prevedendo specifici progetti di accompagnamento sociale anche con riferimento ai Piani di Zona di cui all’articolo 19 della L. 328/2000. E’ inoltre possibile prevedere anche la promozione di attività di prevenzione sociale, attraverso la proposizione di Patti locali di sicurezza urbana previsti dalla L.R. 14 aprile 2003, n. 4.
Bando attuativo della Regione Lombardia per la presentazione delle proposte di Contratti di quartiere (2008) 4.3 Le proposte di Contratto di Quartiere devono altresì rispondere ai seguenti obiettivi: capacità del Contratto di proporre soluzioni tese a risolvere in modo definitivo la condizione di degrado edilizio e di disagio sociale del quartiere fattibilità e rapidità della realizzazione sviluppo del partenariato tra soggetti pubblici e tra questi e i soggetti privati capacità della proposta di generare addizionalità di risorse pubbliche e private
Milano I quartieri: Gratosoglio, Mazzini, Molise- Calvairate, Ponte Lambro e San Siro.
Milano San Siro - Contratto di Quartiere II Gli obiettivi dell’Amministrazione comunale per il Contratto di quartiere San Siro sono: Liberare spazi di vita e di socialità: riqualificare il patrimonio abitativo con l’obiettivo di mettere gli abitanti in condizione di vivere bene nelle proprie abitazioni; Vivere bene a San Siro: valorizzare e adeguare gli spazi pubblici attualmente inutilizzati per fini sociali e ricreativi; Far convivere le differenze: mitigare gli elementi problematici e di conflitto; Mettere in rete il quartiere: valorizzare e potenziare la rete degli attori locali; Costruire ponti per uscire dall’isolamento: lavorare sui punti di integrazione col contesto urbano; Un elemento fondamentale del progetto è il Laboratorio di Quartiere, luogo della partecipazione e del coinvolgimento del territorio, aperto a tutte le realtà locali che a diverso titolo desiderano partecipare all’attuazione del programma, contribuendo alle attività di informazione, animazione e condivisione degli obiettivi prefissati. La gestione delle attività svolte all’interno del Laboratorio di Quartiere è affidata ad una società di consulenti esterni, Società Metodi, incaricati dal Comune di Milano a gestire il piano di accompagnamento sociale.
Milano per la Dotazione di infrastrutture e servizi: - Adeguamento/incremento infrastrutture e servizi a scala urbana e di quartiere: Riqualificazione della viabilità e razionalizzazione della sosta, seguendo le prescrizioni del PGTU per l’attuazione delle isole ambientali. Recupero e riqualificazione di stabili adibiti a servizi pubblici, scuole, centri di aggregazione, biblioteche, mercati comunali. Riqualificazione degli spazi pubblici di aggregazione, come piazze e aree verdi attrezzate.
Milano per lo Sviluppo Sociale comprende: - Progetti integrati per la risoluzione delle problematiche sociali: Elaborazione di Patti Locali di Sicurezza Urbana, finalizzati a risolvere le problematiche relative alla sicurezza nei quartieri. Utilizzo dei fondi della Legge 266/94 da destinare ad incentivi per l’imprenditoria e attività di animazione economica, al fine di risolvere problematiche occupazionali. Sviluppo e sostegni di servizi alla persona, quali il Portierato Sociale, servizi per anziani, per persone con grave disagio psichico, minori e stranieri. - Partecipazione e coinvolgimento degli abitanti: Sviluppo del Piano di Accompagnamento Sociale quale strumento per la promozione della partecipazione e del coinvolgimento degli abitanti. In particolare consiste nel delineare un processo che aiuti a sostenere ed affrontare il passaggio dai progetti preliminari, contenuti nelle proposte dei Contratti di Quartiere (CdQ), alla loro attuazione. Raccogliere il contributo di idee, competenze ed esperienze, per affinare il disegno degli spazi soggetti ad interventi e l’organizzazione del loro uso, raccogliere e mediare i conflitti in merito alle azioni promosse dal CdQ attraverso un lavoro progressivo su differenti livelli di partecipazione quali l’informazione, la Consultazione e la Co-progettazione.
Casi Torino Contratto di quartiere: via Arquata L'area di via Arquata è connotata da un insediamento di edilizia popolare (Iacp) degli anni '20, che comprende 42 palazzine con circa 900 alloggi, 160 dei quali ceduti in proprietà ai residenti Redattori del progetto:Comune di Torino, Avventura urbana, ATC di Torino, Azienda sanitaria loc. 1, Tavolo sociale Soggetti coinvolti:Regione Piemonte, Circoscrizione 1, ATC di Torino, AEM SpA, Azienda sanitaria loc. 1, Provveditorato agli Studi, Istituti scolastici, Comitato spontaneo di quartiere, Cooperative sociali, Organizzazioni sindacali, Associazioni di volontariato.
Casi QUALITA' PROGETTUALE Sociale:Centro d'incontro in locali commerciali ristrutturati; centro di aggregazione giovanile; locale per pubblico spettacolo (cinema); sostegno alla società bocciofila esistente. Urbanistica:Separazione tra flussi veicolari rallentati e percorsi pedonali. Creazione di spazi per la sosta. Creazione di piazzette attrezzate, sistemazione del verde anche in funzione antirumore e recupero di spazi comuni da adibire a Centro per giovani. Edilizia:Inserimento di ascensori all'interno dei fabbricati, ristrutturazione degli alloggi liberi, rifacimento e messa a norma dei servizi igienici. Possibili accorpamenti tra unità abitative. Viabilità:Trasformazione della viabilità secondaria in viabilità a priorità pedonale; sistemazione dei parcheggi; creazione di posti auto condominiali e sistemazione dei cortili. Nello spazio pubblico è prevista la realizzazione di zone pedonali attrezzate. arquata.htm
Casi PARTECIPAZIONE E CONCERTAZIONE Percorsi di progettazione partecipata: Le metodologie proposte di tipo negoziale e partecipativo, sono volte a creare nel quartiere azioni di sviluppo locale su un piano ordinario - con attività di/ascolto, cantieri/evento, focus group legati all'individuazione di problemi, risorse e strategie - e su un piano contingente con attività di gestione creativa dei conflitti e di ascolto attivo sono volte a promuovere azioni negoziali per identificare soluzioni progettuali specifiche e verificarne la fattibilità..
Casi SOSTEGNO ECONOMICO E SOCIALE Creazione di occupazione per la rivitalizzazione economico- produttiva dell'area:Automanutenzione del quartiere, assistenza domiciliare di condominio, attività culturali e ricreative, servizio di lavanderia, sportello di segretariato sociale, formazione professionale, spesa a domicilio, formazione al lavoro, creazione di partnership tra attori locali e inserimenti lavorativi in imprese sociali. Oltre agli operatori istituzionali sono attive quattro cooperative e una associazione operanti nel settore dei servizi alle persone, tre associazioni di volontariato dei pensionati e il Forum del terzo settore. Progetto occupazionale multiregionale che vede coinvolte 35 donne disoccupate del quartiere.