MISTERI GIOIOSI lunedì e sabato TRANSIZIONE MANUALE.

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MISTERI GIOIOSI lunedì e sabato TRANSIZIONE MANUALE

Rivolgiamoci a Maria, con l’intercessione di Santa Umiltà da Faenza, per chiederLe di farci fare esperienza dell’Amore di Gesù, Suo Figlio.

La devozione di Santa Umiltà verso la Vergine Maria è straordinaria. Un legame profondo la unisce alla Madre del Signore fin dalla sua giovinezza. «Si raccomandava sempre a Dio, pregando continuamente e facendo grande elemosina, sottomessa - dopo che a Lui - alla sua gloriosa madre, la Vergine Maria, che scelse come sua signora e padrona». (Silvestro Ardenti, “Vita della beata Umiltà faentina”, cap. I°). Il monastero faentino, dedicato a Santa Maria Novella, nasce per un preciso ordine di Maria che appare alla santa nella sua celletta eremitica: «Dopo poco tempo, la santa donna in una visione della Regina del Cielo: Maria desiderava fermamente che edificasse a suo onore e devozione un monastero di monache. Ad Umiltà questo comando sembrò molto duro e arduo, perché restando in quella solitudine riceveva la consolazione dello spirito che tanto aveva desiderato. Tuttavia, decise di obbedire alla Regina del Cielo». (Id. cap. 19°) Anche nei Sermones la devozione a Maria è largamente attestata: non solo le sono dedicati due interi sermoni (il III e il IX), ma il suo nome ricorre nei Sermoni ben 527 volte! Un solo piccolo esempio: «E in che modo io, meschinissima, sono stata invitata a fare un’opera così grande? Io sbigottisco, Madonna mia, e meravigliandomi provo timore, perché non so fare e non so dare ciò che non ho…».

Al sesto mese l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’Angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù». (Luca 1, 26 e seguenti) PRIMO MISTERO: L’annuncio dell'Angelo Gabriele a Maria

Cerchiamo di avere sempre questa preghiera sulle labbra, non desistiamo dal recitarla. Diciamola con grande attenzione. Quando ci rivolgiamo alla Vergine Beata con questo saluto che fu il primo annuncio dell’Angelo, Lei non rimane indifferente, ma è sempre disposta a contraccambiare. Il tempo presente può essere paragonato al mare, illuminato da questa stella e liberato dall’abisso del peccato. Lei è la stella che illumina gli uomini e li fa desistere dai loro peccati. Davvero è bene per noi invocare Maria in questo mare.

SECONDO MISTERO: La visita di Maria alla cugina Elisabetta In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore ha detto. (Luca 1, 39-45)

Fratelli, andiamo incontro al nostro Salvatore, nostra dolcezza e nostra gloria, nostro amore e nostra speranza, dove l’anima mia si diletta e trova il suo pascolo. Bramiamo saziarci e placare in Lui solo la nostra sete, e diciamo col profeta: «L’anima mia ha sete del Dio vivente». Ecco, per voi è pronta la sorgente: non tardate ad avvicinarvi; bevete e inebriatevi, o carissimi. Se non conoscete la sorgente, chiedete ai pellegrini di mostrarvela, ovvero ai patriarchi ed ai profeti, che ce la mostrano quando dicono: «Corriamo incontro al Salvatore».

TERZO MISTERO: La nascita di Gesù a Betlemme In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire assieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Luca 2, 1-7)

Gli Angeli gioiscono di questa grande gioia; gli Arcangeli, vedendo il Bambino nel seno del Padre, godono ed esultano, giubilando con Gabriele che le portò l’annunzio; i Cherubini e i Serafini godono e si rallegrano col Padre che è nel sommo trono, beandosi nel vedere il suo Figlio in tenera età. Insieme, vedendo il piccolo Emmanuele nato nel seno della Madre, gioiscono con grande letizia i profeti ed i patriarchi che preannunziarono in questa vita il parto della Vergine.

QUARTO MISTERO: Gesù presentato al Tempio di Gerusalemme Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore - come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore - e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. (Luca 2, 22-24)

La nostra Signora salì al Tempio con l’offerta prescritta e condusse là un’offerta così straordinaria, come mai ne era stata portata: l’infanzia del nostro Dio redentore. Quella carne offerta in dono venne circoncisa l’ottavo giorno e questo fu il primo martirio che rapì a quella preziosa carne umana il suo sangue. Simeone prese tra le braccia il bambino, che tanto desiderava, e benedisse Dio per la salvezza che ora stava davanti ai suoi occhi. Poi annunciò alla Vergine Maria una profezia molto amara.

QUINTO MISTERO: Il ritrovamento di Gesù fra i maestri nel Tempio I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercalo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. (Luca 2, 41-50)

Le lacrime sono un dono dolcissimo ed amaro, una specie di fortissimo rimedio che respinge lontano ogni veleno. È la vera medicina che guarisce ogni male, e respinge lontano la lebbra del peccato. Fa vedere gli occhi ciechi, fa udire le orecchie sorde, fa distendere le mani rattrappite, fa lodare il Dio glorioso, la lingua muta fa parlare dell’amore celeste. Ai piedi mette una catena particolare, perché non prendano dimestichezza con le cose e le colpevoli abitudini mondane.

elaborazione: m MADONNA ODIGHITRIA detta ICONA DELLA MALTA, Monastero di Santa Umiltà (Faenza) Testi tratti dal libretto IL ROSARIO CON SANTA UMILTÀ