Laboratorio sulla GESTIONE DELLA CLASSE E DELLE PROBLEMATICHE RELAZIONALI
ATTENZIONE AI PROCESSI COGNITIVI AI CONTENUTI E METODOLOGIE DIDATTICHE ATTENZIONE AI PROCESSI SOCIALI ED EMOZIONALI, AI PROCESSI INTERAZIONE E COMUNICAZIONE ALLA QUALITA’ DELLE RELAZIONI PER UN CAMBIAMENTO POSITIVO NEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO
“NUOVE” COMPETENZE… Poiché l’attività scolastica si svolge attraverso la relazione con gli altri e dal momento che i rapporti interpersonali si configurano come una costante dell’intervento lavorativo, è emersa l’esigenza di considerare gli obiettivi e i contenuti della attività scolastica anche in termini di competenza comunicativa e di abilità relazionali. (Giovannini, 1995) Proprio l’acquisizione di abilità comunicative e relazionali a scuola sembra rispondere a due tipi di esigenze: Il riconoscimento che disporre di tali risorse favorisce lo svolgimento della propria attività professionale concorrendo a renderla più efficace e qualificata. La necessità di migliorare la capacità di gestione delle difficoltà che quotidianamente si incontrano a scuola e in classe.
I MIEI “PROBLEMI” A SCUOLA ………………………………………………
CAMBIAMENTI A SCUOLA: “LE NUOVE DIGNITA’”
IL CONCETTO DI IDENTITA’
NON SI NASCE CON L’IDENTITA’ Il concetto di identità è qualcosa di culturalmente definito e determinato LA CULTURA è la matrice collettiva, il serbatoio simbolico luogo della cultura e della storia, il luogo delle credenze condivise. AUTONARRAZIONI sono le idee che noi abbiamo di noi stessi. ETERONARRAZIONI sono ciò che gli altri pensano e credono di noi.
LA COSTRUZIONE IDENTITARIA NOI RIUSCIAMO AD ESSERE NOI STESSI FACENDO SEMPRE LE STESSE COSE, IN MODO CHE L’ALTRO VEDA IN NOI FARE “SEMPRE” LE STESSE COSE.
LA COSTRUZIONE IDENTITARIA
LA CONDIZIONE PER ESISTERE Sono gli eventi sociali già classificati come significativi, quelli in cui siamo chiamati costantemente a dimostrare la nostra STABILITA’ quindi la nostra IDENTITÀ, quindi la nostra ESISTENZA. NOI CI DEFINIAMO DALLE INTERAZIONI COSTRUITE E RIPETUTE. Otteniamo così la prova, tramite le risposte degli altri, che noi, in certi contesti, siamo sempre NOI.
UN MODO DI INTENDERE IL PROBLEMA Il PROBLEMA è visto come una modalità messa in atto dall’interlocutore per ottenere o evitare qualcosa. Quando siamo di fronte al problema chiedersi: “ A CHE COSA GLI SERVE IL PROBLEMA? CHE COSA OTTIENE GRAZIE ALLA PRESENZA DEL PROBLEMA? COSA OTTIENE FACENDO COSI’? CHE COSA TEME GLI ACCADREBBE DI BRUTTO SE IL PROBLEMA NON CI FOSSE PIU’?” Si osserva che cosa accade dopo che il problema è stato messo in atto. Questi sono gli effetti della scelta problematica, LA RAGIONE GLI SCOPI DEL MALESSERE.
“LA MACCHININA”
Promuovere cambiamenti I tentativi di senso comune messi in atto per risolvere o combattere i problemi che emergono nella scuola (difficoltà relazionali con i singoli studenti e/o con i loro comportamenti disfunzionali o disturbanti, iperattività, disimpegno, non attenzione, azioni trasgressive o devianti) sono in realtà, nella buona fede degli attori, proprio ciò che stabilizza e ingessa il problema. LA SOLUZIONE sta nel tentare di rispondere altro da ciò che il buon senso suggerirebbe, altro da ciò che lo studente si attenderebbe per riproprorre inconsapevolmente il gioco-problema di sempre. IL LINGUAGGIO E’ LO STRUMENTO Il disagio è una forma di comunicazione e i problemi scolastici sono costruzioni che richiedono più menti che prendono forma nell’interazione.
CAMBIAMENTI… Per cambiare gli altri occorre prima cambiare se stessi. Mettere in atto autocambiamenti in grado di spezzare il gioco-problema e generare cambiamenti negli altri. “Cosa occorre che cambi in me affinchè tu non senta più il bisogno di…” I problemi nascono nella relazione e nella relazione vanno risolti.
QUALI COMPETENZE METTERE IN CAMPO A SCUOLA?
Disponibilita’ all’ascolto autentico e all’ accettazione incondizionata
CAPACITA’ EMPATICA
NEGOZIAZIONE E MEDIAZIONE
Per comprendere… … Le “ragioni dell’altro” attraverso un “APPROCCIO EMICO”
«Vorrei tanto vedere un tramonto…fatemi questo piacere…Ordinate al sole di tramontare…» «Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebbe torto lui o io?» « L’avreste voi», disse con fermezza il piccolo principe. «Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare», continuò il re. « L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli». (Tratto da Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe) Grazie a tutte e a tutti! Sonia Cecchin
Alcune indicazioni e riferimenti bibliografici sul tema Liberamente tratto da ( a cura di) M.V.Masoni E. Gius, Costruire il successo scolastico, Ed. Utet, Torino M.V.Masoni, Studiare bene senza averne voglia, Edizioni Erikson A cura di S.Kanizsa, Il lavoro educativo, Ed. Bruno Mondadori A. Fiorenza G. Nardone, L’intervento strategico nei contesti educativi, Edizioni Giuffrè
Indicazioni bibliografiche M. Serres Non è un mondo per vecchi, Bollati Boringhieri. Carol S. Dweck ( a cura di A. Moè), Teorie del Sé, Edizioni Erikson. Watzlawick Paul, Beavin J.H.,Jackson D.D., La pragmatica della comunicazione umana, Edizione a scelta.