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Piano Provinciale di Formazione rivolta ai docenti neoassunti A.S. 2015/16 attività laboratoriale a cura di Davide Ceccaroni – I.P.S. Versari/Macrelli.

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Presentazione sul tema: "Piano Provinciale di Formazione rivolta ai docenti neoassunti A.S. 2015/16 attività laboratoriale a cura di Davide Ceccaroni – I.P.S. Versari/Macrelli."— Transcript della presentazione:

1 Piano Provinciale di Formazione rivolta ai docenti neoassunti A.S. 2015/16 attività laboratoriale a cura di Davide Ceccaroni – I.P.S. Versari/Macrelli Cesena – seduta plenaria del 10/05/16

2 L’attività di laboratorio ha visto coinvolti 6 gruppi di docenti di Scuola Secondaria di Secondo Grado (ogni gruppo era costituito da circa 33 docenti). A ogni gruppo sono stati proposti i seguenti argomenti:

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5 Con Bisogni Educativi Speciali si intendono allievi con: disabilità (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77); disturbi evolutivi specifici-DSA (Legge 170/2010, Legge 53/2003); svantaggio socio-economico, e/o culturale (D.M. 27/12/2012, C.M. 8 del 6/3/2013) svantaggio linguistico (D.P.R. 394/99; Linee guida 02/2014)

6 3) Didattica I NDIVIDUALIZZATA e P ERSONALIZZATA Individualizzate, l'insegnante lavora sui tipi comuni a tutti gli allievi della classe, obiettivi ritenuti irrinunciabili, con la finalità di garantire l'acquisizione di competenze essenziali, ricorrendo all'utilizzo di metodologie didattiche, strategie, tecniche, strumenti adeguati al diverse caratteristiche degli allievi. Personalizzate, l'obiettivo prefissato è di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all'acquisizione delle strumentalità di base. A tal fine, l’insegnante attiva modalità operative e strumenti volti a facilitare l'acquisizione di conoscenze, abilità e competenze del singolo allievo, considerandone e valorizzandone preferenze, attitudini e caratteristiche personali

7 Analisi contesto classe: “Siamo nella classe 1°B composta da 25 alunni di cui 14 sono maschi e 11 sono femmine. All’interno della stessa abbiamo: n. 3 alunni stranieri (2 femmine e 1 maschio) – (il maschio è arrivata in Italia ad anno scolastico iniziato) n. 2 alunni DSA (1 femmina e 1 maschio) n. 2 alunni BES (2 maschi) n. 1 alunno disabile con sindrome di down (ritardo mentale medio/grave) n. 1 insegnante di sostegno e n. 1 educatore comunale”

8 Le indicazioni per lo svolgimento dell’attività laboratoriale sono state: Analisi della classe Individuare i Bisogni Educativi Speciali (in quale tipologia rientravano). Risorse da utilizzare  Sulla base delle necessità individuare gli strumenti da utilizzare (PEI, PDP, ….).  Risorse umane da utilizzare e come (chi fa e che cosa) – (docenti curricolari, insegnante di sostegno, educatore,alunni, dirigente, famiglia, ASl, altro).  Spazi e attrezzature esistenti (laboratori, palestra, aula di sostegno, cortile, ….) Progettualità  Quali attività (progetti) per favorire l’inclusione generale degli alunni BES nel contesto scuola/classe  Quale didattica per favorire l’apprendimento di tutti

9 Gli insegnanti, dopo una attenta osservazione delle dinamiche della classe e una analisi della documentazione esistente, erano invitati a elaborare e predisporre un piano di intervento volto a favorire un ambiente inclusivo. OBIETTIVI del Consiglio di Classe: porre attenzione ai bisogni di ciascuno pensare alla diversità come risorsa favorire il senso di appartenenza realizzare strategie didattiche in relazione ai bisogni degli alunni

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11 CONCLUSIONI Il tempo dedicato all’attività di laboratorio non è stato sufficiente ad affrontare tutti gli argomenti, in particolare la parte finale relativa all’analisi del contesto classe da svolgere con l’ausilio del pc. Gli argomenti trattati hanno permesso di approfondire tematiche inerenti ai BES, all’analisi della documentazione assegnata e alla condivisione di esperienze comuni. In tutti gli incontri si è registrato un alto grado interesse e una partecipazione attiva dei docenti presenti. L’esperienza laboratoriale si è rivelata particolarmente efficace poiché vissuta come luogo di integrazione di competenze professionali, come condivisione di esperienze vissute, come comunità che si interroga su quali siano le azioni, gli strumenti e i comportamenti più rispondenti alle esigenze dei nostri alunni. I docenti, oggi più che mai, chiedono di costruire una “rete” atta a costituire una comunità di saperi e di esperienze da condividere, una sorta di “buone prassi” che fungano da guida, per non sentirsi “soli” o “disarmati” in questo sterminato universo scolastico sempre meno considerato e valorizzato.

12 Un sincero ringraziamento al DS Francesco Pustiglione e alla Dott.ssa Lorella Zauli che hanno reso possibile la realizzazione di questi laboratori. Un caloroso grazie ai docenti corsisti per la pazienza dimostrata ma soprattutto per aver condiviso con me questa esperienza e per aver contribuito ad importanti spunti di riflessioni sui nostri “cari” alunni.


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