il peso delle emozioni negate

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il peso delle emozioni negate Dott.ssa Maria Grazia Minei – UONPIA Trescore Balneario

quante kilocalorie contiene un’emozione? Quando si parla di obesità si ha la tendenza a pensare al cibo solo come fattore nutritivo esclusivamente dal punto di vista organico quante kilocalorie contiene un’emozione?

Il cibo ha soprattutto una funzione comunicativa e simbolica: È in virtù di queste capacità che il cibo porta lì – seduta accanto a noi ad una tavola simbolicamente imbandita di relazioni – le persone. Quasi diviene secondario che esse siano ancora vicine o lontane, presenti o passate, ancora in vita o meno. È LA RELAZIONE AD ACQUISIRE MAGGIOR FORZA laddove la persona – cioè il nostro oggetto relazionale – non è più presente. nella religione nella vita sociale nell’etica nell’estetica

MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE il nucleo patogenetico che caratterizza i disturbi del comportamento alimentare è determinato da un complesso insieme di fattori biologici, individuali e socioculturali che ne costituiscono, seppur con pesi differenti, i fattori predisponenti, precipitanti e perpetuanti (Garfinkel e Garner, 1982)

eredità di vissuti e di relazioni FATTORI EREDITARI eredità di vissuti e di relazioni dimensione diadica (madre-figlio) e familiare in cui il cibo diviene contenuto e processo della relazione conflitto fra mondi familiari regolazione educativa DA EREDITÀ GENETICA A EREDITÀ DI AFFETTI

CONDIZIONI SOCIOECONOMICHE ED AMBIENTALI grasso come valore/disvalore legge di mercato informazioni accessibili e scolarizzazione sempre più elevata Non sempre il sapere si coniuga con il sentire emotivo. Nel piatto si serve anche l’emozione

CONDIZIONI INDIVIDUALI modalità di lettura cognitiva e psicologica della situazione disposizioni emotive stabili nel tempo slogan ad personam Le nostre prescrizioni su un corretto comportamento alimentare inevitabilmente si scontreranno con la resistenza che ognuno di noi ha nel cambiare l'unico vestito che sente di avere a disposizione: ci sentiremmo altrimenti nudi

IPOTESI DI PRATICA CLINICA Ogni trattamento va confezionato su misura, come un vestito nuovo. Dovrebbe essere cioè personalizzato e adattato sul singolo paziente. Vanno considerate le caratteristiche cliniche (tipologia e gravità dei sintomi) e la storia di malattia, così come pure la storia del paziente, la storia familiare e il contesto sociale. E' importante tenere conto delle aspettative dei pazienti, delle loro richieste e dei loro bisogni, non sempre da riconosciuti L’operatore interpellato non è scevro da idee, ipotesi e pregiudizi dai quali deriva la sua modalità di sentire e stare con i pazienti i pazienti e le loro famiglie portano nel nostro studio un personale stile di gestione delle emozioni