Dal primo momento, Gesù si circonda di amici e collaboratori. La venuta del Regno di Dio chiede un cambio di direzione a tutto il popolo, e questo non può essere compito esclusivo di un predicatore particolare. C’è bisogno di creare un movimento di uomini e donne del popolo stesso che, insieme a Lui, aiutino gli altri ad accorgersi della vicinanza di Dio che porta salvezza. Gesù insegna ad aver fiducia nell’amore premuroso di Dio e nell’accoglienza reciproca tra fratelli. Quello che si respira vicino a Gesù è sorprendente, qualcosa di veramente unico. La sua presenza colma tutto. È Lui il centro. Ciò che è decisivo è la sua persona, tutta la sua vita. Vive perdonando, liberando dal male, amando con passione le persone al di sopra di ogni legge, e suggerendo a tutti che il Dio che sta irrompendo nella loro vita è così: amore insondabile e solo amore. José Antonio Pagola. “Gesù: approccio storico”. Testo: Luca 10, // Tempo Ordinario 14 C. Musica: Bruch. Adagio.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Luca è l’unico evangelista che narra la missione dei settantadue. Cerca di mostrare la legittimità e responsabilità missionaria di tutti, non solo dei Dodici. Il compito di portare la Buona Novella al mondo, alla vita di ogni giorno, interessa tutti i cristiani. Pensare che è solo per alcuni, per determinati gruppi è impoverire e travisare la raccomandazione di Gesù, oltre che favorire e fomentare l’irresponsabilità e la mancanza di impegno della maggioranza Davanti alla missione nessuno può tirarsi indietro. Chiedere, pregare è accorgersi dei bisogni degli altri e ricorrere ai mezzi per sopperirvi. Le indicazioni di Gesù sono ancora valide per noi: austerità, solidarietà, accoglienza, coerenza, denuncia delle situazioni ingiuste…
Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. Nell’atteggiamento di chi comunica il messaggio non possono mancare comprensione, apertura, bontà…, coerentemente con ciò che si vuole comunicare indipendentemente da come il messaggio sia ricevuto. Può anche essere che il messaggio sia rifiutato perché ciò che si annuncia non è il Vangelo di Gesù. Gesù ci invita a seguirlo con l’unico bagaglio di cui ebbe bisogno Lui: la sua parola, la sua vita piena di bontà, di compassione, di grande coraggio e una profonda libertà. Non ebbe bisogno di denaro per comprare e mantenere influenze né forza e potere per imporre e per imporsi.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Desiderare e lavorare per la pace e la giustizia, curare, condividere vita e cibo al di là di pregiudizi e scrupoli legali sono forme concrete di rendere visibile la vicinanza del Regno che porta salvezza, rompe frontiere e libera da tutto quello che opprime, soggioga e rende meno umano.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; Quanti si considerano seguaci di Gesù devono mostrare, con la loro maniera di vivere che cosa significa condividere. Gesù ci invita a liberare il nostro mondo da tutte le infermità. A essere persone che curano, a essere balsamo, medicina e consolazione, costruttrici di pace. Annunciare la venuta del Regno è credere che Dio realizzerà la sua opera contando sulla nostra disponibilità per conseguirlo.
sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». La buona notizia che si deve annunciare è che il Regno di Dio sta arrivando. Gesù lo ripete due volte in questo testo indicando che è il nucleo del messaggio. La missione produce la gioia propria del Regno. Più che per il trionfo personale, il morivo dell’autentica gioia è l’ essere strumenti di Gesù e poter collaborare alla sua causa,
Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». La Parola, fatta vita, è potente ed efficace davanti ai poteri che opprimono gli esseri umani. Abbiamo la certezza che in Gesù, con la nostra disponibilità e collaborazione, Dio ha deciso di eliminare il male. La fonte della nostra gioia è la certezza di saperci e sentirci figli amati e protetti dal Padre. Tutto il resto… è secondario.
Non possedere nulla. Non portare nulla. Non potere nulla. Non chiedere nulla. E, come per caso, non uccidere nulla; non tacere nulla. Solo il Vangelo come una falce affilata. E il pianto e il sorriso nello sguardo. E la mano stesa e stretta. E la vita, a cavallo, donata. E questo sole e questi fiumi e questa terra comprata, per testimoni della Rivoluzione ormai scoppiata. E “niente più!” Pedro Casaldáliga Alla fine del cammino mi diranno: Hai vissuto? Hai amato? E io, senza dire nulla, aprirò il mio cuore pieno di nomi. Alla fine del cammino mi diranno: Hai vissuto? Hai amato? E io, senza dire nulla, aprirò il mio cuore pieno di nomi. Poema di Pedro Casaldáliga, El Tiempo y la Espera, 1986.