La pragmatica Studia quegli aspetti che riguardano il linguaggio come azione; studia il parlare come forma di agire linguistico che si svolge all’interno di una determinata situazione comunicativa e sociale
Necessità del contesto extralinguistico per capire un testo La lingua si piega alle esigenze e al contesto Maggiore interesse per il parlato (rapporti tra due persone che comunicano; effetto che l’emittente produce sul destinatario; cosa pensa l’emittente del destinatario e viceversa; come la lingua può condizionare la realtà extralinguistica) Importanza dell’analisi del dialogo Le interazioni comunicative vengono considerate come delle azioni, degli atti (effetti che un’azione linguistica ha sulla realtà in relazione al contesto e al destinatario del messaggio)
Le massime di Grice Quantità: riguarda la quantità di informazioni da fornire e prevede che si dia un contributo tanto informativo quanto è richiesto Qualità: si deve dare un contributo vero (non si devono dire cose che si ritengono false o di cui non si hanno prove adeguate) Relazione: richiede di essere pertinenti Modo: richiede di essere chiari La violazione delle massime è un modo per graduare la forza illocutoria dei nostri enunciati Attraverso la loro violazione si attua un’implicatura conversazionale cioè si attiva nel destinatario un processo inferenziale che lo porta a comprendere l’implicito dell’enunciato
Gli atti linguistici Diretti Atto locutorio: consiste nel dire qualcosa (descrivono una situazione senza modificarla) Atto illocutorio: l’azione compiuta nel dire qualcosa (Giuseppe ama i suoi libri come figli) Vedettivi (atti giuridici); esercitivi (esercizio di poteri o diritti); promissivi (il locutore assume un impegno); comportativi (si risponde a una reazione dell’interlocutore); espositivi (esporre qualcosa) Atto perlocutorio: azione compiuta col dire qualcosa cioè l’effetto che si produce per mezzo dell’atto linguistico
Indiretto: messaggi che ne sottintendono altri (mi sai dire l’ora? Mi darebbe un etto di salame?): non vogliamo una risposta verbale ma un’azione Gli atti linguistici indiretti spesso portano a violare quello che Grice chiama il principio di cooperazione: quando parliamo con qualcuno generalmente dobbiamo rispettare quattro massime
La deissi La pragmatica studia come un enunciato si ancora alla situazione in cui è prodotto Deissi: fenomeno di ancoraggio (alcuni elementi linguistici hanno la proprietà di mettere in relazione l’enunciato con la situazione in cui è prodotto) Deissi personale: ci si riferisce a coloro che partecipano alla conversazione Deissi spaziale: collocazione nello spazio di chi partecipa alla comunicazione Deissi temporale: collocazione nella dimensione del tempo dei partecipanti all’atto comunicativo La deissi è in rapporto con il punto di vista del locutore ma anche con quello dell’interlocutore (domani il Prof…non farà lezione)
Costrutti marcati Dislocazioni (destra o sinistra) Frase scissa Tema libero o sospeso (Giuseppe, non gli parlo da secoli) Topicalizzazione contrastiva (A Torino sono andato) C’è presentativo (c’è Giovanni che vuole entrare)
Lo scritto trasmette contenuti intellettuali soprattutto monologhi progetto ed elaborazioni più accurati maggiore pianificazione selezione delle informazioni no ripetizioni si evita ogni ambiguità e incertezza interpretativa si usa la punteggiatura
Il parlato trasmette soprattutto contenuti emotivi soprattutto dialoghi segmentazione: frasi brevi, esitazioni, pause, mutamenti di costruzione segnali discorsivi (appunti, infatti, naturalmente, purtroppo…) ripetizione a breve distanza delle stesse parole pause della voce, intonazione gesti
Scritto Vs parlato possibilità di retroazione (o feed-back) obbligo di svolgimento lineare limitazione alla sfera uditiva
Scrivere una La comunicazione via mail non è informale Mittente: combacia con il nostro indirizzo che deve essere sempre formale Oggetto: deve essere breve, esplicito, preciso (e accattivante) Suddivisione in paragrafi per dare maggiore leggibilità (paragrafi brevi + dare una sola informazione per paragrafo + staccare sempre un paragrafo dall’altro usando una riga vuota) Capire a chi ci si rivolge
Salve Prof! Saluti iniziali: Gentile Professor + cognome No egregio, no spettabile (non è una ditta!), no buongiorno/ buonasera (non si sa a che ora il professore leggerà la vostra mail) Presentazione di chi sta parlando: nome + cognome Argomento: evitare frasi confuse ma lineari e brevi senza giustificazioni inutili Saluti finali: cordiali saluti, i miei migliori saluti Firma: nome + cognome