La rinascita della Via della Seta passa per Belluno Venerdì 8 aprile 2016 AGRIMONT Il ritorno del gelso dalla conservazione del paesaggio rurale all’utilizzo innovativo Giustino Mezzalira Presentazione realizzata in collaborazione con
Il Gelso: l’albero del baco da seta Il baco da seta si nutre esclusivamente di foglie di Gelso (Morus spp.). Il Gelso si è adattato in modo mirabile all’ambiente del nostro Paese, divenendo una delle specie identitarie del paesaggio agrario italiano.
L’arrivo del gelso in Europa Morus alba, originario della Cina e della Corea, è stato importato in Italia nel 1.400. In Italia era arrivato prima Morus nigra, tipico della macchia mediterranea, originario dell’Asia centro-occidentale.
Inquadramento botanico Morus nigra Morus alba Foglia opaca e coriacea nella pagina superiore, molto pubescente nel lembo inferiore Foglia lucida nella pagina superiore, glabra nella inferiore Frutti sessili, con peduncolo non presente o molto corto. Si staccano molto difficoltosamente. Frutti con lungo peduncolo Colore del frutto rosso-nero-violaceo, gusto molto intenso, con retrogusto acidulo Colore del frutto da bianco a rosso a violaceo, gusto molto zuccherino con poca acidità Legno dei rami scuro Legno dei rami chiaro I frutti (detti sorosi) vengono prodotti soprattutto su rami di 2 – 3 anni.
Inquadramento ecologico Grande adattabilità climatica con ampia diffusione latitudinale (50° N – 35° S), in climi temperato – caldi, fino a 800 – 1.000 metri slm; Preferisce terreni leggermente acidi, profondi e di medio impasto; Specie molto adattabile con caratteri di rapido accrescimento in gioventù.
Cultivar Esistono circa 200 cultivar (varietà coltivate; solo presso l’arboreto del CRA-API di Brusegana (Padova) ne sono conservate più di 60. Molte cultivar hanno anche un valore per la produzione dei frutti o per il giardinaggio.
Antichi sistemi di coltivazione Il passato il Gelso era coltivato soprattutto a filari lungo strade poderali, fossi e canali, o tra gli appezzamenti, spesso maritato alla vite (“piantata”). Il governo era a capitozza con turno di ceduazione annuale. Il sesto era di m 6-8 sulla fila e molto variabile tra le file (m 30-40 nella piantata padana). Di questo antico sistema agroforestale ora restano solo sparse vestigia.
Moderni sistemi di coltivazione Nelle moderne piantagioni specializzate si adottano sesti molto stretti (m 2,5-3,5 x 1,0-1,6), con investimenti tra 2.000 e 3.000-3.500 piante per ettaro. L’arboreto entra in produzione al 3° anno ed in piena produzione dopo 4–5 anni (10-20 ton/ha/anno di foglia). La raccolta della frasca e della foglia può essere meccanizzata.
Scelte colturali La distanza fra i filari è funzione della dimensione del trattore aziendale. La distanza interfilare è funzione inoltre della cv di gelso, essendo massima per cv vigorose (es. Kokusou 20-21, minima per le varietà meno vigorose, es. Morettiana). Inoltre, la distanza sarà maggiore in terreni fertili e irrigui, minore in terreni meno fertili (es. collina, dove la maggiore densità aiuta a frenare anche fenomeni erosivi).
Scelta delle cultivar Le varietà di gelso si dividono in: Precoci: nel clima mediterraneo sono in grado di sviluppare 8-10 foglie per germoglio entro la seconda decade di maggio; Medio-precoci: in grado di produrre un buon numero di foglie per germoglio (12-18) tra fine maggio e la prima decade di giugno; Tardive: in grado di produrre un consistente numero di foglie per germoglio (15-25) tra la seconda decade di giugno e la metà di luglio; sottoposte a particolari potature, forniscono buone produzioni fogliari nel periodo estivo-autunnale, consentendo allevamenti ritardati. E’ consigliabile piantare gelseti polivarietali, ovvero composti da circa 10-15% di varietà precoci, 35-40% di varietà medio-precoci e 45-55% di varietà tardive.
Materiali di propagazione Il gelso può essere riprodotto in vari modi: talea legnosa (cm 15 – 20, legno di 1 anno) margotta micropropagazione seme (portainnesto). Per le piantagioni si utilizzano giovani piante di 1-2 anni di età, meglio se allevate in contenitore.
Il ritorno dei sistemi agroforestali L’agroforestazione è la deliberata consociazione di vegetazione legnosa (alberi od arbusti) con colture agricole e/o animali. I sistemi agroforestali, sono in grado di rispondere, oggi come nel passato, a diverse esigenze dell’imprenditore agricolo e della società. Il ritorno del gelso avviene in un momento in cui in tutta Europa si sta riscoprendo il valore economico, ecologico e paesaggistico degli alberi campestri.
Grazie per l’attenzione! giustino.mezzalira@venetoagricoltura.org