“U.D.A. di Religione” Regole secondo il testo sacro: la Torah L’ Ebraismo: una religione con tante tradizioni e culture, riguardanti il cibo, molto antiche Feste, come la Pesah.. Tantissime sono le regole che gli Ebrei seguono.. Il Centro Astalli alla ricerca del mondo Ebraico La cultura, le tradizioni ebraiche nascono più di 5000 anni fa a.C. e oggi sono ancora esistenti tra il popolo Israeliano..
Documento del centro Astalli L’Ebraismo, oltre a osservare norme e precetti alimentari specifici, dà molta importanza all’obbligo di ringraziare Dio per il cibo donato: Mangerai dunque e ti sazierai, e benedirai l’Eterno, il tuo Dio, a motivo del buon paese che t’avrà dato. (Deuteronomio 8, 10) Oltre alla benedizione quotidiana sul cibo, troviamo anche cibi che hanno un valore simbolico specifico durante alcune festività. Ad esempio, durante la festa del Pesah, il menù ebraico rappresenta, in ogni sua componente, la memoria fondativa del popolo ebraico. La Pasqua ebraica cade il quindicesimo giorno di Nisan, in marzo o aprile. Questa festa antichissima celebra l’esodo degli ebrei dalla schiavitù di Egitto, che condusse alla creazione della nazione ebraica. Fuggendo dall’Egitto, gli ebrei non ebbero il tempo di far lievitare il pane e anche ora gli osservanti mangiano solo matzot, o altro pane non lievitato. La prima e la seconda notte di Pesah sono celebrate dal Seder, un rituale in cui viene rievocata la storia della Pasqua e viene servita una cena importante. Sulla tavola compare un vassoio con una zampa di agnello, simbolo sacrificale per eccellenza dal celebre il passo della Bibbia che vede Abramo immolare l’animale in luogo del figlio Isacco, un uovo sodo strinato sulla fiamma e immerso dall’acqua salata, in ricordo della schiavitù egiziana, un gambo di sedano, un rametto di prezzemolo e verdure intinte nell’acqua salata, in ricordo delle lacrime versate in Egitto, un composto di noci, mele e miele, in ricordo degli ebrei che fabbricavano mattoni, radici ed erbe amare, in ricordo della perdita della libertà. Il sabato, lo Shabbat, si celebra un rito chiamato Kiddush in cui si rende grazie a Dio per l’opera della creazione. Durante il Kiddush si benedicono il vino e la challah, una treccia di pasta dolce tipo pan brioche, che viene consumata durante lo Shabbat. Il vino è il simbolo della gioia e dell’immortalità, mentre la challah ricorda la manna che il Signore diede agli ebrei nel deserto. Anche nel capodanno ebraico, il Rosh Hashannah, in cui si usano fare grandi cene, si servono tradizionalmente cibi dolci come fette di mela nel miele, per evocare la speranza di un anno dolce a venire. La Festa dei Tabernacoli, Sukkot, il quindicesimo giorno di Tishri, commemora il periodo in cui gli ebrei vagavano nel Sinai e dormivano in capanne. Quattro sono le piante simboliche: il cedro, i germogli di palma, il mirto ed il salice La festa di Purim rievoca la liberazione degli ebrei di Persia grazie a Ester, ebrea, moglie del re di Persia, e Mordecai (o Mardocheo) da un complotto progettato da Haman – ministro del monarca persiano – per sterminarli. La tradizione vede lo scambio di regali culinari, per lo più dolciumi. Un esempio sono Le orecchie di Haman, variante delle chiacchere (o frappe, o cenci o crostoli …) di Carnevale e, nella tradizione aschenazita padana, il Mandel Reis, biancomangiare di riso. Shavuot è la festa del raccolto che celebra la consegna dei dieci comandamenti a Mosè sul monte Sinai. Dal punto di vista gastronomico la Pasqua di Rose, come la chiamano gli ebrei italiani, è la festa del pane e dei prodotti di magro derivati dal latte. Tra i dolci figura il“Monte Sinai”, marzapane con uova filate e cedri canditi, profumato all’acqua di fiori d’arancio.
Cosa si può mangiare e cosa non si può mangiare? La cucina nella tradizione ebraica è caratterizzata da quell’insieme di norme che porta il nome di Kasherut. Affidando alle tribù di Israele il suo codice di leggi, il Signore non ha trascurato nulla ed anche la tavola diventa una occasione di riflessione e di coscienza di sè. L’osservanza di tutte le norme che regolano la cucina Kasher o Kosher in yddish, che può apparire anacronistica agli occhi moderni, ha arricchito la vita delle famiglie ebraiche ed ha contribuito, nei secoli, a conservarne l’identità. Quadrupedi I criteri per riconoscere i quadrupedi permessi sono: gli animali devono avere lo zoccolo diviso in due, e devono essere ruminanti. Sono generalmente ammessi: alcuni bovini (bue, bufalo, bisonte americano, ecc.), la capra, gli ovini, gli antilopi(gazzella,camoscio,renna,ecc.). Sono vietati cammelli, dromedari, lama, i non ruminanti (suini, cinghiali, ippopotami, ecc.), e tutti gli altri quadrupedi commestibili(equini,conigli, lepri). Volatili Sono permessi i volatili che non appartengano a famiglie di animali notturni o rapaci. Quindi oca, gallina e tacchino, pernice, quaglia sono generalmente ammesse. Animali acquatici Sono permessi solo i pesci che hanno pinne squame La macellazione prevede il totale dissanguamento della vittima per ottemperare il precetto biblico "nessuna persona tra voi mangi sangue perchè la vita di ogni carne è il sangue, nel sangue sta la vita". La macellazione viene compiuta da uno schoet che deve avere specifica competenza e che deve essere autorizzato a questa funzione dalle autorità rabbiniche. La massaia dovrà poi mettere la carne in bagno nell’acqua fredda per 20 minuti e lasciarla scolare per altri 40 minuti circa, coperta di sale fino a che tutto il sangue sia scolato. Il fegato sarà ben lavato e passato sulla fiamma viva. La coscia dell’animale si potrà mangiare solo se è stato tolto il nervo sciatico di cui gli ebrei non possono cibarsi in ricordo della percossa e azzoppamento di Giacobbe dopo la lotta con l’angelo. Le regole alimentari ebraiche prevedono, inoltre, il divieto di consumare alcune parti di grasso, un tempo riservate al culto nel Tempio, il divieto di mangiare parti tratte da animali vivi, abitudine molto diffusa nell’antichità, onde evitare la sofferenza e la mutilazione dell’animale, e il divieto di consumare sostanze che mettono in pericolo la salute e la vita sulla base del principio della sopravvivenza della specie. Un lungo capitolo meriterebbero le regole e le limitazioni per i cibi della Pasqua. La casa deve essere accuratamente pulita per togliere ogni traccia di cibo lievitato. Il pane viene sostituito con la mazzà, il pane azzimo senza lievito e senza sale che si mangia in memoria di quello di cui si nutrirono gli ebrei nel deserto durante la fuga dall’Egitto. Con farina di azzima si fanno minestre di tutti i tipi per sostituire la pasta che non si usa durante la Pasqua.
Alcune citazioni presenti nella Torah riguardante l’alimentazione. Citazioni sull'alimentazione Chi prende l'abitudine di mangiare lenticchie una volta ogni trenta giorni tiene lontano il soffocamento dalla sua casa. (Cohen, p. 299) Chi prende l'abitudine di mangiare pesce piccolo non soffrirà di indigestione: non solo, il pesce piccolo rende l'intero corpo dell'uomo fecondo e vigoroso. (Cohen, p. 300) Cinque cose si dicono dell'aglio: soddisfa, riscalda il corpo, fa splendere la faccia, aumenta il liquido seminale e uccide il verme solitario. (Cohen, p. 299) Come nutrimento l'uovo è superiore a tutti gli altri cibi, presi in quantità non superiore al volume dell'uovo. (Cohen, p. 300) Il cavolo è buono come nutrimento e la bietola come rimedio. (Cohen, p. 299) Non è permesso a un discepolo dei Saggi di abitare in una città in cui non si possono trovare verdure. (Cohen, p. 298) Per annullare gli effetti nocivi di ogni vegetale, bevi acqua calda. (Cohen, p. 300) Tre cose fanno diminuire le feci, aumentano la statura e portano luce agli occhi: il pane fatto di farina setacciata, la carne grassa e il vino vecchio. (Cohen, p. 299) Tutte le verdure rendono di aspetto pallido. (Cohen, p. 299) Usi, costumi e tradizioni ebraiche Per questo la tavola è avvolta da un’aura di sacralità. Sulla tavola, infatti, si compie il rito del consumo dei pasti della giornata. Il popolo ebraico, come da tradizione, considera il cibo a disposizione un dono di D-o e attribuisce agli alimenti una grande importanza, osservando con grande attenzione le regole contenute nella Torah (cucina kosher). Gli ebrei osservanti si approcciano ai diversi pasti della giornata in modo rispettoso, recitando due benedizioni che appartengono ad una tradizione antichissima. BERAKHA’ (dalla radice Barak che significa ginocchia, forse si riferisce all’antica tradizione di piegarsi sulle ginocchia mentre si recitava la benedizione). Il rituale di questa benedizione comincia con la pulizia delle mani; si procede poi versando l’acqua in un recipiente e pronunciando la Berakhà. Si benedice il pane e ogni altro alimento presente sulla tavola. Questa benedizione compare nel libro di Rut, riferendosi alle parole rivolte ai mietitori che lavoravano nei campi per portare sulle tavole i prodotti della terra. Così gli ebrei osservanti ringraziano D-o per il cibo a loro donato. BIRKAT HAMAZON è la benedizione del nutrimento, quella che va recitata sia dopo i normali pasti quotidiani sia dopo quelli dei giorni di festa. Questa preghiera viene letta dopo aver terminato pasti a base di pane e farina o cereali quali farro, orzo, avena. Anche con questa benedizione si ringrazia D-o per il pasto appena terminato.