Incontro con il Sottosegretario MEF Enrico Zanetti Padova, 13 marzo 2015 EMERGENZA LIQUIDITÀ PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI
2 I ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione
3 Ritardati pagamenti della PA: una situazione ancora molto preoccupante Imprese di costruzioni che denunciano ritardi nei pagamenti da parte della P.A. Valori percentuali I ritardi di pagamento della P.A. continuano a determinare una situazione di forte sofferenza nel settore delle costruzioni, uno dei settori più colpiti dal fenomeno in Italia Ancora il 73% di imprese colpite
4 Tempo medio di pagamento di 6 mesi nei lavori pubblici. Gli standard Ue sono ancora lontani Imprese pagate dopo 182 giorni, 3 volte gli standard europei
5 Patto di stabilità interno, principale causa di ritardo Le cause prevalenti dei ritardi di pagamento da parte della P.A. Composizione % La principale causa continua ad essere il Patto di stabilità interno
6 I danni all’occupazione e all’economia provocati dai ritardi di pagamento alle imprese di costruzioni 1 su 3 riduce il numero dei dipendenti (il 31%) 1 su 2 riduce gli investimenti (il 41%) 1 su 2 paga in ritardo i fornitori (il 57%) + Costo degli strumenti finanziari attivati dalle imprese per fare fronte alla mancanza di liquidità
7 Continua la discriminazione nei confronti del settore delle costruzioni
8 Regole nazionali che incoraggiano gli enti a ritardare i pagamenti di parte capitale Regole di contabilità nazionale Patto di stabilità interno SAL o Fattura per Lavori Pubblici Non pagato = No deficit Pagato = deficit TETTO MASSIMO deficit/PIL = 3% Fonte: Ance
9 Per un ente locale è preferibile non pagare le imprese (per 12 anni) piuttosto che essere sanzionati per mancato rispetto del Patto di stabilità interno Le sanzioni del Patto di stabilità interno incoraggiano gli enti a ritardare i pagamenti di parte capitale Sanzioni Patto di stabilità interno 1.Pagamento al MEF di una «multa» di 100 euro (importo pagato all’impresa) 2.Limite impegni di parte corrente 3.Divieto di ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti 4.Divieto di procedere ad assunzioni di personale 5.Riduzione dell’indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori ENTE LOCALE Deve 100 euro ad un’impresa per lavori pubblici, ha le risorse ma ha raggiunto il tetto del Patto di stabilità interno PAGA IMPRESA NON PAGA IMPRESA Sanzioni Direttiva Pagamenti 1.Pagamento degli interessi al tasso BCE+8% all’impresa 2.Indennizzo di 40 euro ed eventuali spese di recupero DOPO 12 ANNI Sanzioni paragonabili solo alla «multa» pagata al MEF in caso di sforamento del Patto di stabilità
Questioni prioritarie 1.Pagare tutti i debiti pregressi, attraverso un ulteriore allentamento del Patto di stabilità interno degli enti locali e delle Regioni ed un intervento su tutte le altre questioni problematiche, tra cui quelle delle società partecipate pubbliche 2.Riformare strutturalmente le regole del Patto di stabilità interno e le modalità di contabilizzazione della spesa in conto capitale 3.Introduzione di un limite temporale massimo per l’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (SAL); 4.Modifica all’articolo 117 del Codice dei Contratti Pubblici in materia di cessione pro soluto dei crediti verso la PA; 5.Riforma delle regole sulla perenzione dei fondi per infrastrutture; 6.Garantire una certificazione sistematica e automatica dei debiti e misure per lo smobilizzo dei crediti. 10 Le misure ancora da adottare sui Pagamenti P.A. Per quanto riguarda i debiti in conto capitale (quindi per lavori pubblici) della P.A, la sola definizione di un piano di pagamento dei debiti pregressi non basta a risolvere il problema dei pagamenti Per l’Ance, la risoluzione del tema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione necessita un intervento sulle seguenti
11 La stretta creditizia
Il Credit Crunch alle imprese di costruzioni 12 Rispetto al picco del 2007, nei cinque anni successivi ( ), sono stati erogati complessivamente 116 miliardi di euro in meno (64 miliardi nell’abitativo e 52 nel non residenziale)
Il Credit Crunch alle imprese di costruzioni 13 Il pesante razionamento che ha caratterizzato le imprese di costruzioni è evidente confrontando la ripartizione dei finanziamenti erogati tra i diversi comparti dell’economia nel 2007 e 2013: i finanziamenti per investimenti in costruzioni sono passati dal 12% del 2007 al 7% del 2013.
Rischio di deindustrializzazione del settore 14 Le conseguenze della crisi sono drammatiche perché si sta assistendo all’inizio di un processo di deindustrializzazione, con un intera fascia di imprese, quella del promotore-costruttore di medie dimensioni, in difficoltà. I rischi legati alla deindustrializzazione sono molto elevati. Il timore è che, di colpo, venga a mancare il know how realizzativo di queste medie aziende, tra le più strutturate del settore e con una elevata capacità innovativa, che possono ancora dare un contributo determinante allo sviluppo e alla modernizzazione del Paese. Tra il 2008 e il 2012 sono uscite dal sistema circa imprese su tutto il territorio nazionale.
15 L’urgenza di intervenire sulla questione dello Split Payment
16 Il meccanismo dello Split Payment Cosa prevede? Il meccanismo dello “split payment” prevede l’obbligo per le pubbliche amministrazioni italiane di pagare una parte dell’importo dovuto in base al contratto, corrispondente all’importo dell’imposta sul valore aggiunto (I.V.A.), vale a dire tra il 10 ed il 22% dell’importo fatturato, non più alle imprese creditrici ma direttamente allo Stato. In base a tale previsione, i creditori non riceveranno più l’importo dell’I.V.A. dalle pubbliche amministrazioni committenti, mentre dovranno comunque continuare a pagare l’ammontare dell’imposta sul valore aggiunto ai propri fornitori, potendola recuperare solo successivamente attraverso una domanda di rimborso allo Stato. Considerata la normativa e la prassi attuale in Italia, al ritardo di pagamento già registrato nei lavori pubblici, si aggiunge quindi un ulteriore ritardo dovuto alla tempistica di rimborso dell’I.V.A. al creditore, che supererebbe ampiamente un anno.
17 Lo split payment aggrava la situazione finanziaria delle imprese che realizzano lavori pubblici Meccanismo entrato in vigore il 1° gennaio 2015, senza aspettare il parere della Commissione Europea Aggrava la situazione finanziaria delle imprese, già fortemente compromessa dai ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione e dalla stretta creditizia Misura "anti-PMI" che drena risorse dovute alle piccole e medie imprese, stimate in 1,3 miliardi di euro annui, e determina gravi ripercussioni su tutta la filiera del settore delle costruzioni Introduce, di fatto, una corsia preferenziale per i pagamenti a favore dello Stato rispetto ai pagamenti alle imprese E’ necessario un intervento urgente per evitare un scenario dalle conseguenze molto negative sull’occupazione e l’economia Dal punto di vista fiscale, la norma appare profondamente iniqua e sproporzionata, perché fa gravare il costo della lotta all’evasione sui numerosi contribuenti diligenti, invece di utilizzare più efficacemente i molteplici strumenti di controllo, telematici e non, già esistenti.