Monica Masperi MCF linguistique et didactique des langues Directrice du Lansad Bureau 227, Maison des Langues et des Cultures Fonetica e fonologia dell’italiano contemporaneo 24h CM – S3/S4
Approssimanti Approssimanti Articolazione : Per la realizzazione delle approssimanti il canale orale subisce un lieve restringimento, che non costituisce in alcun caso un vero e proprio ostacolo (consonanti occlusive) o non genera una frizione (consonanti fricative) durante l’emissione del suono. La loro articolazione ha delle caratteristiche proprie delle Vocali Consonanti ed è per questo che è possibile definirle anche : Semivocali Semiconsonanti.
Approssimanti Semivocali : Come le vocali questi suoni sono tutti sonori (per la loro realizzazione si rileva la vibrazione delle corde vocali) Il restringimento del canale è insufficientemente ristretto e assomiglia a quello che permette di produrre una vocale. Semiconsonanti : Non costituiscono mai il nucleo sonoro di una sillaba (aperta o chiusa) e devono sempre essere precedute o seguite da vocale per costituire una sillaba. Oltre alle caratteristiche articolatorie, le approssimanti hanno caratteristiche proprie della classe delle vocali e delle consonanti anche dal punto di vista percettivo/uditivo e fonologico.
Approssimanti Le approssimanti dell’italiano sono : /j/ : approssimante (o semivocale o semiconsonante) di luogo palatale. Fono che percettivamente somiglia alla vocale palatale alta /i/ ma che in realtà è prodotto con un canale fonatorio più ristretto. /w/ : approssimante (o semivocale o semiconsonante) di luogo labiovelare. Fono che percettivamente somiglia alla vocale labiovelare alta /u/ ma realmente prodotto con un canale maggiormente ristretto.
Approssimanti
Approssimanti Intensità e durata => rispetto alle rispettive vocali, le approssimanti sono sensibilmente meno lunghe e meno intense, e questo è facimente misurabile dagli strumenti che servono per l’analisi acustica : Esempio : [alle’vjamo] [alle’viamo ] il suono più lungo “ Allevare ” “Alleviare” il suono “palatale” scivola via tanto è breve In inglese le approssimanti vengono definite glides, come nel caso di [alle’vjamo], termine che rende bene l’idea dello scivolamento dell’articolazione nel passaggio da /j/ o /w/ al suono inmediatamente successivo.
Approssimanti Il comportamento di questi suoni all’interno della sillaba costituisce una delle ragioni fonologiche che oppone le approssimanti alle vocali e alle consonanti. SILLABA => (come abbiamo già accennato) la maggiore intensità articolatoria è detenuta dalla vocale (sillabe aperte e chiuse) e MAI dalla consonante. le approssimanti si comportano piuttosto in maniera simile alle consonanti => non costituiscono mai il nucleo sonoro della sillaba, ma sono sempre precedute o seguite da una vocale (nucleo sonoro della sillaba). Esempio : piede [’ pj ɛ de] fuoco [ ‘fw ɔ ko] piaga [ 'pjaga]
Approssimanti Fonologia : Per il fatto che esistono delle coppie minime (seppur in numero minimo), le approssimanti hanno uno statuto di fonema all’interno del sistema linguistico dell’italiano. Esempio : iodio [‘j ɔ dio] ~ sodio [‘s ɔ dio] uomo [w ɔ mo] ~ tomo [t ɔ mo] C ontesti di occorrenza : Le approssimanti occorrono in strutture foneticamnte e fonologicamnte complesse chiamate dittonghi (dal greco diphtongos = suono doppio), caratterizzati : Graficamente dalla successione di due vocali : piede [’pj ɛ de] fuoco [‘fw ɔ ko] uomo [w ɔ mo] pianta [pjanta]
Approssimanti Foneticamente da una emissione vocalica continua durante la quale si produce uno spostamento degli articolatori tale che l’inizio e la fine dell’emissione corrisponde a due vocali distinte. Gli articolatori si spostano da una posizione corrispondente all’approssimante alla vocale con continuità e nello stesso lasso di tempo nel quale si pronuncerebbe una sola vocale. per questo motivo in fonetica si parla di “vocale dinamica”. [w ɔ ] => uomo [w ɔ mo] [ ja ] => pianta [pjanta]
Approssimanti Dal punto di vista fonologico i dittonghi sono : Una successione di V+approssim / approssim+V all’interno del nucleo di una stessa sillaba. N.B.=> l’elemento sonoro è costituito sempre e solo dalla vocale. In base alla posizione della vocale, rispetto a quella della approssimante, possiamo avere dei dittonghi definiti : Dittonghi ascendenti : approssimante+vocale => La sonorità e l’intensità aumentano passando dall’approssimante alla vocale (nucleo sonoro).
Approssimanti Situazione per l’approssimante palate /j/ :
Approssimanti Situazione per l’approssimante labiovelare /w/ :
Approssimanti Dittonghi discendenti : vocale+approssimante => la sonorità e l’intensità diminuiscono passando dalla vocale (nucleo sonoro) all’approssimante. ATTENZIONE : piccolo dettaglio di trascrizione ! I dittoghi discendenti vengono trascritti con l’elemento approssimante segnalato da un segno diacritico sottoscritto per una tradizione legata alla filologia. Questo tipo di trascrizione tiene conto del fatto che la tensione dell’approssimante in seconda posizione è inferiore a quella dello stesso suono in dittongo ascendente. Il segno diacritico è asillabico = non distingue, non divide la sillaba.
Approssimanti Situazione per l’approssimante palate /j/ :
Approssimanti Situazione per l’approssimante labiovelare /w/ :
Approssimanti I trittonghi : combinazione di due approssimanti e una vocale. approssimante+vocale+approssimante (generalmente /j/ o /i/ [m j ɛ j] [‘sw ɔ j] [‘gwaj] approssimante+approssimante+vocale [ai’w ɔ la] [se’gwjate] => il ¨gw ¨ è in realtà una labiovelare labializzata come [k w ] dell’indoeuropeo [‘kw ɛ sto] => idem
Approssimanti O ancora sequenze tipiche dell’italiano antico (tradizione letteraria), diventate rare nell’italiano standard contemporaneo : figliuolo, spagnuolo. Iato : Dal latino HIATUS = sepearazione. Fenomeno che ha origine quando due vere vocali si incontrano e, nella divisione in sillabe della parola, una viene assegnata alla sillaba che precede e l’altra a quella che segue. Sono presenti esitazioni ammittibili nel riconoscimento !! Esempio : viottolo : [vi’ ɔ ttolo] => con iato [‘vi ɔ ttolo] => senza iato
Approssimanti Lo iato si verifica quando avviene : l’incontro di due vocali, entrambe diverse da /i/ e da /u/ : [pa’eze], [bo’ato], [le’one] dall’unione di /i/ - /u/ tonica + /a/, /e/, /o/ : [ma’ia], [‘due], [‘suo] nella parole derivate per prefissazione, purché sia ancora riconoscibile la possibilità di una segmentazione fra prefisso e base : riaccendere, rieccolo, suaccennato, biennio, triennio
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