Un amore di Dino Buzzati Prof. Luigi Gaudio
Perché questo romanzo? Questo testo è ben diverso da molti altri libri di Buzzati incentrati sul senso del mistero, spesso fantastici od onirici. In questo libro Buzzati narra in modo invece estremamente realistico ed esplicito il suo stesso rapporto con l’altro sesso senza avere paura a rivelare i propri istinti sessuali, le avventure erotiche nella Milano degli anni sessanta. Esso è quindi quasi un testamento spirituale della propria vicenda esistenziale, un diario di vita sincero e pregnante.
La trama Antonio, il protagonista della vicenda, si innamora di Laide (nome omen) una giovane prostituta, che lo considera solo una fonte di denaro. L'uomo arriva al punto di non riuscire più a vivere senza di lei, così aumenta l’ansia: ogni istante della sua vita è rivolto a questa ragazza che, in fondo, lo fa sempre aspettare, lo usa per i suoi scopi, lo riempie di bugie e lo tratta come uno schiavo.
La trama Antonio è sempre più attratto da lei ed è esitante fra assurde gelosie e trasporto amoroso; comunque, più lei lo considera ai suoi ordini, più lui è felice. Quando lei inizia a fare dei viaggi a Roma e a Modena lui si insospettisce, ma Laide trova delle scuse e lui crede a tutto ciò che lei dice perché ne sembra del tutto convinta.
La trama Antonio esasperato da questa tremenda gelosia è contento anche se può vederla solo per degli istanti, perché è sicuro che in quei momenti lei non può essere con nessun altro. La goccia che fa traboccare il vaso è la serata dell'ultimo dell'anno in cui lei dice di andare da sua sorella, ma lui non la trova; torna a casa di lei e inizia a sfogliare e leggere le sue lettere. A quel punto scopre la verità su alcuni fatti: le fotografie su riviste di cui si vantava non erano mai state fatte, e Marcello, il cuginetto apparentemente innocente, era uno dei suoi tanti amanti...
La trama Antonio, dopo aver scoperto, tramite un investigatore, che anche i turni all'ospedale per via di una zia malata erano scuse, riesce a far sentire le proprie ragioni a lei e sembra finalmente disprezzarla, anche grazie a Piera, un'amica di Laide che gli fa aprire gli occhi. Comunque, Antonio reincontra Laide e le fa capire il suo amore. La conclusione è molto dolce, infatti, lei dice che vuole cambiare la sua vita " sballata“, gli rivela di essere in cinta poi gli si addormenta delicatamente al fianco.
Lo stile I periodi sono molto lunghi. La prosa è senza dubbio realistica, espressa con un registro del tutto informale. Naturalmente la funzione prevalente è quella emotiva, presente in tutto il romanzo.
Il tempo Il rapporto tra fabula e intreccio è molto particolare, infatti si incontrano, nella lettura, flashback ricorrenti nei pensieri di Antonio ed evidenziati in parentesi, ed una sola anticipazione, se così si può chiamare, in un sogno di Antonio.
Le sequenze Le sequenze prevalenti sono narrative e riflessive, quando vengono riportati i pensieri di Antonio. Non sono molte le sequenze descrittive, tranne in alcuni rari passi descriventi persone o paesaggi.
La tematica prevalente L'autore vuole comunicarci tutto ciò che può nascere da un amore che sembra del tutto impossibile: sentimento, passione, incomunicabilità, solitudine, odio, trasgressione, sofferenza. Un amore è un film del 1965 diretto da Gianni Vernuccio, con Rossano Brazzi e Agnès Spaak
L’evoluzione degli eventi Dalla situazione iniziale a quella finale c’è stato un certo miglioramento, infatti Antonio almeno trova dove indirizzare la grossa quantità di amore che ha dentro di sé.
Il protagonista Dorigo Antonio impiegato cinquantenne senza alcun ideale, borghese insicuro e insignificante questo è il protagonista del romanzo; il rapporto con l'autore è particolare. Infatti l‘autore sembra criticare questo personaggio insulso ed addirittura ingenuo; eppure non si capisce se l'autore può avere avuto una storia simile e parlare per esperienza o se è del tutto estraneo alla vicenda narrata.
I tempi Il tempo della storia è di due anni circa e coincide con il tempo della scrittura: infatti la storia è ambientata nella Milano degli anni sessanta.
Gli spazi Prevalgono gli spazi chiusi, ma è importante sottolineare che l'autore usi come spazio-sfondo Milano ovvero la sua città di elezione; alcune volte usa spazi simbolici per indicare quartieri poveri, o ricchi e frenetici, come il paesaggio dalla finestra del suo ufficio.
Il narratore Il narratore è interno di primo grado e si differenzia, solo per alcune sfumature dall'autore; prevale un discorso diretto e diretto libero mentre non sono presenti sommari; numerosi sono i flussi di coscienza in cui si notano i pensieri elencati senza ordine logico e spesso sotto forma di interrogativi riguardanti episodi già narrati o dubbi del protagonista, sulla base di quanto abbiamo detto riguardo alle fonti del testo.
Conclusioni In conclusione, sarebbe banale stigmatizzare questo romanzo come appartenente ad una sottocategoria di paraletteratura (quella dei romanzi erotici). Esso è in realtà quasi un unicum per originalità di stile e di soggetto nella grande letteratura italiana del novecento. THE END