Francesco Bacone A cura di Stefano Ulliana
Panoramica ● 1. Vita ed opere. ● 2. Sapere è potere. ● 3. Il metodo induttivo. Francesco Bacone
1. Vita ed opere. ● Francesco Bacone (1561 – 1626 d.C.) fu un personaggio eminentemente politico, che si dedicò per interesse e piacere personale allo sviluppo di un nuovo metodo scientifico. Costantemente attento ai propri ideali umanistici, volle piegare ed adeguare la nuova scienza all'ordinamento naturale, per riuscire a conseguire quei poteri tecnici e tecnologici, che avrebbero senz'altro elevato la qualità della vita umana, sia collettiva che individuale. Significativa in questo senso la sua opera Sulla dignità e sull'accrescimento delle scienze (1623 d.C.) ed il suo testo utopico (incompleto) Nuova Atlantide (1626 d.C). Nel primo di questi due testi Bacone suddivide le scienze secondo la distinzione delle principali facoltà umane: se la memoria riguarda le conoscenze storiche, l'immaginazione si apre con la poesia alla trattazione degli eventi e del loro possibile senso; solo la ragione, alla fine, con la conoscenza filosofica scopre le cause e le condizioni favorevoli alla realizzazione dei fatti e dei fenomeni.
Lo schema baconiano della suddivisione delle scienze
● Il suo progetto generale di rifondazione del sapere umano – Instauratio Magna – venne così a comprendere il Novum Organum (1620 d.C.), opera di filosofia prima che edifica il nuovo metodo della conoscenza filosofica e scientifica, La sapienza degli antichi (1609 d.C.), la Storia Naturale (1622 d.C.) ed il già citato Sulla dignità e sull'accrescimento delle scienze (1623 d.C.). ● Mentre, dunque, Galileo Galilei cercava di dare sostanza al proprio metodo scientifico, definendo una sorta di oggettività naturale e razionale, attraverso un processo astrattivo ed immaginativo che implicasse da un lato la selezione e dall'altro la neutralizzazione delle potenze soggettive, considerate ininfluenti e incongruenti, perché estrinseche rispetto alle potenze intrinseche e determinanti della materia (massa, figura, dimensioni, localizzazione, movimento, forze), Francesco Bacone ridefinisce il potere fuorviante di tali potenze, ampliandole ai diversi piani umani delle immaginazioni filosoficamente ingiustificate (idola).
2. Sapere è potere. ● Nel Novum Organum Francesco Bacone articola la costruzione di una nuova logica della scoperta scientifica, in opposizione a quella aristotelica, ritenuta puramente verbosa ed ininfluente, per l'acquisizione di tutte quelle arti e tecniche, che da sole potranno elevare la qualità ed il benessere della vita collettiva ed individuale degli uomini. La conoscenza è dunque orientata al possesso delle capacità di orientamento, direzione e dominio delle potenze naturali. La Natura deve essere dominata dalle arti umane, che usano le potenze naturali per finalità universali. Le arti umane e le loro invenzioni meccaniche hanno infatti la capacità di intervenire ed avere positivo effetto sulla vita quotidiana degli uomini, per le proprie virtù propulsive e per il miglioramento delle condizioni di vita generali. Ma per attuare questo rivolgimento della Natura all'uomo, l'uomo deve essere capace di sprofondare nella Natura stessa, sino ai suoi più nascosti segreti. Per fare questo deve liberarsi di alcuni impedimenti e correggersi con alcuni adempimenti di processo.
● La nuova logica deve quindi aprire sia una fase o momento decostruttivo e liberatorio – pars destruens – sia una parte successiva positiva – pars costruens. Per prima cosa la nuova logica deve imporsi come un atto creativo e fondamentale umano: essa è per questo la congiunzione, che la mente dell'uomo tenta con le potenze che dimorano nell'universo. Questa congiunzione è immaginazione: immaginazione razionale che scopre le cause e le condizioni favorevoli dei fenomeni, riproducendoli in scala minore grazie agli esperimenti, che selezionano, provano e combinano i possibili fattori reali. L'insieme di queste operazioni stabilisce la fecondità e la bontà di una mente che agisce con metodo ed organizzazione, per grado successivo e per approssimazione (via interpretativa). Al contrario la vecchia logica saltava subito e senza alcuna mediazione progressiva dai particolari contingenti alle cause generali (via anticipativa), perdendo per strada non solo l'aspetto teorico, ma anche quello pratico.
● Nella pars destruens il Novum Organum amplia la critica galileiana all'interferenza delle potenze soggettive estrinseche, valutando la necessità, per prima, di riconoscere la presenza - e di abbatterne gli effetti - di particolari immaginazioni fittizie, con successivo valore universale (idóla), presenti ed operanti negativamente nelle filosofie degli antichi, nelle loro dimostrazioni o in generale negli usi comuni dell'intelletto umano. Gli idóla specus sono tutte quelle immaginazioni individuali, che i singoli soggetti umani acquisiscono con l'educazione, grazie all'abitudine o al caso fortuito e che operano per orientare la comprensione, per precostituirla ed eventualmente per predeterminarla (prima anticipazione, individuale). Gli idóla tribus sono invece le pre-disposizioni (seconda anticipazione, generale) attuate dall'intelletto umano in generale, quando l'immaginazione sostituisce per difetto dei sensi la ragione (secondo criteri di unità, organizzazione, speciale selezione e vicinanza).
● Gli idóla fori sono immaginazioni che hanno a che fare con l'espressione linguistica e comunicativa: invenzioni mentali fittizie alle quali non corrisponde nulla di reale, oppure escogitazioni non bene definite e confuse rispetto alla determinatezza concreta dell'evento reale. Tutte queste anticipazioni confondono la comunicazione e lo scambio di opinioni fra gli uomini. Gli idóla theatri derivano dalla fede nelle filosofie degli antichi: essi sono immaginazioni e fantasie complesse, scenografie fittizie ricche di elementi e di argomentazioni fra di loro intrecciate, che confondono e sviano l'andamento corretto del pensiero e dell'argomentazione. Essi sono stati prodotti dal logicismo astratto di Aristotele (filosofia sofistica), dall'idealismo di Platone e di Pitagora (filosofia superstiziosa) e dall'affrettata ed oligarchica selezione di principi materiali (la filosofia empirica dell'alchimista Gilbert).
● La concezione del mondo che utilizza una sorta di precomprensione del mondo – sia essa di natura logicista o soprannaturale e religiosa – impedisce ogni sorta di progresso e di considerazione della stessa storia della civiltà umana occidentale come storia dell'accrescimento progressivo delle conoscenze e delle capacità tecniche (veritas filia temporis). Questa siffatta concezione – l'uso e l'abitudine civile a considerare la contemplazione teorica come l'unica possibile forma di rispecchiamento di una verità preconfezionata e precostituita – deve essere invece combattuta da un impegno civile, politico ed ideologico rivolto alla ricostituzione dell'autonomia del genere umano. Autonomia che dovrebbe esprimersi primariamente nella volontà di preordinare un processo di intendimento della realtà serio, maturo e responsabile, fondato sulla sperimentazione. È la sperimentazione, infatti, a garantire la conoscenza autentica e un'effettiva capacità tecnica, con una direzione atta a realizzare il potere dell'uomo sulla natura.
3. Il metodo induttivo. ● Le procedure atte a realizzare la sperimentazione uniscono il potere direttivo dell'intelletto con le capacità di determinazione della sensibilità. In questo senso l'esperimento è una sorta di regolazione delle capacità (facoltà) della conoscenza umana. Contro la trasformazione immediata aristotelica dell'innumerevole quantità dei dati uniformi in concetto universale, Bacone propone una procedura che progredisca attraverso una mediazione progressiva: i fenomeni che possono essere raccolti attorno ad un fenomeno principale devono essere adeguatamente e progressivamente selezionati, fino a giungere – oltre i fenomeni e le condizioni favorenti – al fenomeno ed alla causa principale (condizione necessaria). Per realizzare questa procedura Bacone indica una serie di fasi.
● (1) Nella prima i fatti particolari che possono essere considerati relativi od afferenti ad uno speciale fenomeno, oggetto specifico della nostra ricerca scientifica, devono essere raccolti e opportunamente descritti (storia natural e sperimentale). ● (2) Ma questa raccolta deve a sua volta avvenire secondo un particolare ordine interno, organizzato da una serie di tavole che raccolgano le istanze di presentazione o di assenza delle caratteristiche essenziali del fenomeno considerato. ● (3) Queste tavole sono: tavole della presenza del fenomeno considerato in una molteplicità di casi diversi; tavole dell'assenza del fenomeno considerato, in casi nei quali di esso invece ci si aspettava la presenza; tavole dei gradi o comparative, grazie alle quali il fenomeno stesso viene graduato nella sua intensità.
● La composizione ordinata dei risultati di questi tre tipi di tavole permette al ricercatore di eliminare molte delle possibili cause e di avvicinarsi lentamente verso una prima ipotesi di lavoro, che verrà successivamente messa alla prova da ulteriori momenti di verifica (istanze prerogative), via via sempre più stretti, sino alla verifica finale o istanza cruciale, che scopre la causa necessaria del fenomeno.
● La struttura del metodo induttivo baconiano presuppone che le cause dei fenomeni naturali che vengono ricercate siano cause esse stesse naturali. Le cause finali invece restano in possesso del sovrannaturale (del Dio creatore). Così le cause che possono essere individuate sono solo quelle formali, in quanto quelle efficienti e materiali restano al livello superficiale ed immediato dell'essere. Le cause formali, invece, necessitano di un approfondimento delle strutture di relazione del reale (schematismo latente): esse infatti aprono l'orizzonte della razionalità e dell'immaginazione scientifica verso acquisizioni inarrivate, elevate, che costituiscono una sorta di principio e di sentiero nascosto (processo latente), che può essere rivelato e portato alla luce dal metodo induttivo.