A cura di Stefano Ulliana 7. I fisici pluralisti A cura di Stefano Ulliana
Panoramica La riapertura e la ripresa della discussione intorno alla variabilità ed interconnessione dei fattori che danno vita alla realtà naturale ed umana. Le teorizzazioni dei fisici pluralisti. Empedocle, Anassagora, Democrito.
Premessa. Dopo le esperienze speculative di Eraclito e Parmenide l'ambiente culturale greco cerca una possibilità di composizione, che valga come posizione intellettuale comunemente riconosciuta. Si cerca di dare una sintesi particolare al problema del rapporto fra unità e molteplicità, stabilità e movimento o trasformazione (divenire). I primi a tentare di realizzare questa sintesi furono i fisici pluralisti (Empedocle, Anassagora, Democrito), che diedero una soluzione dialettico-materiale ai problemi affrontati (radici, omeomerie, atomi). Successivamente Platone proporrà un'alternativa dialettico-formale (idee) alle teorizzazioni qui indicate.
Empedocle. Nativo di Agrigento (484-424 a.C.), Empedocle fu medico, taumaturgo, scienziato e politico di parte democratica. Scrisse Sulla Natura (poema cosmologico) e Purificazioni (poema teologico). Attento a fondere insieme la visione teologica e quella naturale e razionale il filosofo agrigentino propone una particolare strutturazione del divenire dell'Essere necessario ed eterno. Agrigento – Tempio della Concordia (430 a. C.)
Qui una dialettica fra due poli e forze opposte – Amore () e Odio () - trattengono ed intrattengono, inducono e disfano tutti i rapporti di composizione e scomposizione fra quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco. Nel momento originario, laddove prevale Amore, vale una identità indifferenziata (“sfero”), per la quale nulla può essere detto né esistente, né tanto meno vivente. Ma è l'intervento di Odio a causare la rottura dell'indifferenziato, le prime partizioni. Gli elementi iniziano a separarsi, ma pure a ricomporsi, per la prevalenza ancora di Amore. Nasce l'universo così come ci si presenta. Però il tendenziale aumento di Odio porta alla distruzione completa del mondo (“caos”). Solo la ricomparsa di Amore ridarà gioco alle forze ricompositive, che ricostituiranno l'universo in maniera provvisoriamente regolata, prima che il prevalere essenziale ancora di Amore riduca ancora il tutto alla forma indifferenziata iniziale. Di qui il gioco della circolarità ciclica dell'universo ricomincia.
Lo schema riprende la doppia apertura dialettica degli Ionici, con una doppia polarità opposta, qui con valore anche conoscitivo (identità, separazione-ricomposizione disgregazione). La linearità della conoscenza intellettuale e sensibile porta a conoscere il simile (esterno) con il simile (interno).
Anassagora. Nativo di Clazomene, nella Jonia (496-428 a.C.), Anassagora porta la filosofia ad Atene. Egli scrisse Sulla Natura, un testo nel quale riconosce la necessità dell'Essere, modulandone il divenire secondo la modalità della composizione / separazione indicata pure da Empedocle.
Diversamente da Empedocle, però, Anassagora utilizza non due forze e tendenze opposte, ma due diversi elementi: uno incorporeo – la mente () - l'altro corporeo – la materia () - riempito da una molteplicità infinita di parti potenzialmente automoltiplicabili nella loro quantità e proporzione ed in interconnessione globale fra loro (“omeomerie”). In tal modo ogni ente esistente è il risultato della composizione equilibrata di una particolare serie proporzionale di qualità. Sullo sfondo e all'interno dell'orizzonte unificante della rete delle omeomerie ogni ente ha relazione con ogni altro ente, non risultando separato nelle proprie trasformazioni dalle trasformazioni che animano il tutto.
Il movimento dell'Universo nel suo divenire generale è ordinato dalla Mente, che divide, forma, organizza e pone in relazione gli enti reciprocamente. Ciò a partire dalla profondità radicale del caos originario, secondo un moto circolatorio che ha suddiviso gli enti sulla base – anche qui – di una dialettica basata sul connubio freddo-oscurità / luce-calore. Dal centro del movimento occupato dalla Terra si sono staccate, per forza centrifuga, gli altri astri ed il Sole, che sono finiti nella zona del cielo occupata dall'etere infiammato. L'acqua e l'aria che circonda la Terra ha dato poi origine alla vita sul pianeta.
La relazione oppositiva non funge solamente nella costruzione del sistema ontologico anassagoreo: la negazione che un opposto scarica sull'altro – reciprocamente – vale anche per impostare una teoria della conoscenza capace di affermare che il “simile si conosce attraverso il dissimile”. È la contrapposizione introiettata nel soggetto senziente ed intelligente che definisce la presenza di una variazione in eccesso o in difetto rispetto al mondo esterno. Il soggetto poi reagisce all'azione del mondo esterno, operando delle trasformazioni, che cercano di seguire – con le applicazioni escogitate dalle tecniche – le procedure seriali di composizione ricercate, sperimentate e confermate.
Democrito. Influenzato dalla nuova cultura umanistica ed enciclopedica di tipo sofistico-socratico, Democrito (460-360 a.C.) – contemporaneo di Platone – propone un ventaglio di soluzioni ai problemi naturali, morali, linguistici e storici sollevati dalla cultura greca del tempo, escogitando – insieme al suo maestro Leucippo – una teoria che avrebbe avuto sul piano naturalistico una grande fortuna postuma: la teoria atomistica. Egli scrisse Sulla Natura, La piccola cosmologia, Sulle forme degli atomi, Sulle parole.
Oltre l'apparenza fenomenica, che il soggetto conosce oscuramente con la sensibilità, la ragione riesce a cogliere alcuni principi fondamentali e profondi, che soggiaciono agli effetti più appariscenti della natura (genesi, morte, molteplicità). Questi principi sono: la presenza degli atomi, l'esistenza del vuoto e la validità del movimento e dell'interazione fra i minimi corpuscoli. La materia è finitamente divisibile: il suo termine ultimo, indivisibile e profondo è costituito appunto dall'insieme relativo degli atomi. Essi quindi fanno da sostrato (cfr. Aristotele) dei fenomeni naturali apparenti. Pertanto essi assumono tutte le caratteristiche dell'Essere parmenideo: sono necessari, eterni, indivisibili, pieni.
Gli atomi sono quindi la quantità minima dell'ente Gli atomi sono quindi la quantità minima dell'ente. Essi sono diversi fra loro per forma geometrica e per grandezza. La loro congiunzione e separazione nei e dai composti identifica e causa quegli effetti conosciuti come nascita e morte, mutamento e diversificazione nello spazio (per ordine e collocazione seriale degli stessi nel composto). Dato, poi, il movimento, ci deve essere il vuoto, come luogo dell'azione degli atomi. Lo spazio libero di movimento degli atomi è, poi, per Democrito ripieno di vortici creati dai contatti reciproci degli atomi stessi, liberi di muoversi caoticamente e così di aggregarsi. In tal modo elementi più pesanti si concentrano al centro dei corpi, mentre quelli più leggeri si situano in prossimità dei loro confini.
Gli atomi offrono alla materia democritea una infinita possibilità di variazione: infiniti sono dunque i mondi eventualmente e diversamente componibili e infinito deve essere lo spazio che li contiene. Un'azione originaria pare mettere in movimento la materia dall'interno di se stessa, senza alcuna forma che dall'esterno la controlli e la diriga, la orienti o la determini. Eterni gli atomi ed eterno il loro movimento nello spazio, Democrito si preoccupa di togliere ogni spazio alla possibilità di alienare e separare delle entità direttive e dominanti, brutte copie delle forme tradizionali religiose (ricorda il suo processo per empietà ed il conseguente esilio da Atene).
Offerta alla materia la possibilità intrinseca di una variazione infinita, impredeterminata, Democrito non manca di assegnare al cosmo così costruito una valenza di necessità, una diramazione di rapporti e di relazioni di causa-effetto stabiliti dal criterio quantitativo. Trasponendo tutto ciò sul piano etico e politico si può sostenere che la posizione democritea sia fortemente debitrice di una tendenza fortemente realistica e moderata, tutta legata alla considerazione delle forze e dei rapporti di potenza in gioco. Per confermare questa interpretazione moderata di Democrito – stretto amico del democratico Pericle – bisogna ora guardare alla strutturazione del soggetto umano.
L'anima o psiche umana è costituita di atomi leggerissimi e mobilissimi, di natura ignea, per il calore che promanano nel corpo. Essa è organizzata nei diversi organi con funzioni diverse: il cervello pensa, gli organi della sensazione vengono colpiti dagli atomi che fuoriescono dai corpi esterni e raccolgono e trasmettono le immagini che in tal modo si formano. Così mentre gli aspetti quantitativi restano validi nella loro oggettività, le proprietà organolettiche dipendono dalla condizione del soggetto percipiente. Misura, confronto e proporzione passano allora dal piano quantitativo a quello etico, per sollecitare una via di comportamento sana ed equilibrata, razionale. Attenta al rispetto eguale per tutti, senza limiti o confini pregiudiziali (cosmopolitismo).
In questo senso il suo moderatismo intende far valere l'individualità personale, la ricerca comune della felicità. La tradizionale affermazione della potenza attraverso la forza e la violenza, o la ricchezza, trova Democrito assestato su posizioni critiche: se gli uomini, come gli animali, conducono all'inizio una vita libera e feroce, per paura ed utilità decidono di riunirsi e di vivere pacificamente e con giustizia. Per poter realizzare questo obiettivo si servirono dello strumento del linguaggio (dare nome alle cose) e delle altre tecniche utili alla sopravvivenza. Dopo una prima fase di comune terrore nei confronti delle forze naturali le associazioni umane reagiscono tramite la creazione dei miti e delle tradizioni religiose, poste a difesa di sé e della propria comunità di appartenenza.