Immanuel Kant I fondamenti della fisica. I limiti della scienza e il noùmeno.

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Immanuel Kant I fondamenti della fisica. I limiti della scienza e il noùmeno

I principi dell’intelletto puro Se nell’Estetica Kant individua nelle forme a priori dello spazio e tempo i fondamenti della matematica, nell’Analitica trova i fondamenti a priori della fisica

I principi dell’intelletto puro Dalle categorie Kant ricava alcuni giudizi sintetici a priori ai quali deve conformarsi la nostra esperienza fenomenica: Sono divisi in quattro gruppi come le categorie:  Qualità: Assiomi dell’induzione.  Quantità: Anticipazioni della percezione.  Modalità: Postulati del pensiero empirico in generale.  Relazione: Analogie dell’esperienza. Intelletto

Analogie dell’esperienza 1.In ogni mutamento la sostanza permane invariata. 2.Tutti i mutamenti avvengono secondo il nesso di causa-effetto. 3.Tutte le sostanze che esistono simultaneamente sono tra loro in azione reciproca universale. Intelletto

Le basi della fisica I principi dell’intelletto puro costituiscono il fondamento dei giudizi sintetici a priori della fisica.  Non che sia possibile costruire la scienza fisica senza ricorrere all’esperienza,  a priori sono i fondamenti, grazie ai quali la natura può essere conosciuta come soggetta a leggi necessarie, determinabili empiricamente. Intelletto

Come è possibile la scienza? Sulla base dei risultati dell’Estetica e dell’Analitica Kant è in grado di rispondere ad uno degli interrogativi iniziali

Basi e limiti della scienza La conoscenza scientifica si fonda sulle forme trascendentali del soggetto perciò è conoscenza del mondo fenomenico, non delle cose in sé: Questo limite non è un ostacolo al nostro sapere, ma ne è condizione: proprio in quanto conosciamo i fenomeni possiamo costruire un sapere sintetico e universale e necessario.

Fenomeno e cosa in sé Però se ci sono le cose come appaiono a me devono esistere anche le cose in se stesse, se c’è il “per me” (= fenomeno) deve esistere anche il “per sé”; Kant non ha mai dubitato dell’esistenza di una realtà extrafenomenica alla base della nostra conoscenza, opponendosi ad ogni forma di idealismo.

La cosa in sé è inaccessibile Infatti il nostro intelletto (che non è intuitivo come quello divino) non può prescindere dalla sensibilità che gli dà contenuto. In modo puro non può conoscere alcun oggetto, ma “soltanto anticipare la forma di una possibile esperienza” (non possiamo conoscere oggetti metafenomenici ma solo le forme in cui ci appaiono gli oggetti empirici).

Un “concetto limite” La “cosa in sé” che Kant chiama anche noumeno, (da “nous”, “intelletto”) perché potrebbe essere conosciuta solo da un intelletto intuitivo  per noi ha solo un significato negativo: indica come è la realtà astraendo dal nostro modo di conoscerla.  E’ un concetto-limite: è pensabile, non contraddittorio, ma non effettivamente conoscibile.

I naufragi della metafisica Da quanto detto scaturisce anche la risposta alla seconda domanda: la metafisica non può essere una scienza; le nostre conoscenze pure non bastano a fondarla.

“Il territorio dell’intelletto […] è un’isola, chiusa dalla stessa natura entro confini immutabili. È la terra delle verità (nome seducente!) circondata da un vasto oceano tempestoso, impero proprio dell’apparenza, dove nebbie grosse e ghiacci, prossimi a liquefarsi, danno a ogni istante l’illusione di nuove terre, e, incessantemente ingannando con vane speranze il navigante errabondo in cerca di nuove scoperte, lo traggono in avventure alle quali egli non sa mai sottrarsi, e delle quali non può mai venire a capo.” Critica della Ragion Pura

C.D. Friedrich, Mare di ghiaccio (1824)