Disturbi Mentali
Quando si parla di disturbi mentali, affinché ci si possa capire su che cosa si intende, si deve fare sempre riferimento a un sistema di classificazione, cioè a un elenco dei disturbi mentali fino ad oggi riconosciuti accompagnato dalla loro descrizione e da liste di sintomi e di altri criteri indispensabili per la diagnosi. Dire che una persona ha un disturbo mentale significa infatti fare una diagnosi. I sistemi di classificazione sono una specie di dizionario enciclopedico delle forme di carenza di salute psicologica e sociale.
Quelli attualmente più diffusi nel mondo sono il DSM/Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, pubblicato dall’Associazione Psichiatrica Americana, e l’ICD/Classificazione internazionale delle malattie, opera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. I due sistemi vengono aggiornati periodicamente; il DSM è attualmente alla quarta revisione, mentre l’ICD è alla decima. La quarta revisione del DSM è molto simile alla decima revisione dell’ICD.
Il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quarta edizione) riconosce 15 diverse categorie di disturbi mentali: 1) i disturbi dell'infanzia, della fanciullezza e dell'adolescenza; 2) il delirium, la demenza, i disturbi amnestici e altri disturbi cognitivi; 3) i disturbi indotti da sostanze; 4) la schizofrenia e gli altri disturbi psicotici; 5) i disturbi dell'umore; 6) i disturbi d'ansia; 7) i disturbi somatoformi; 8) i disturbi fittizi; 9) i disturbi dissociativi; 10) i disturbi sessuali; 11) i disturbi dell'alimentazione; 12) i disturbi del sonno; 13) i disturbi del controllo degli impulsi; 14) i disturbi dell'adattamento; 15) i disturbi di personalità.
Per definire patologico un comportamento umano sono necessarie alcune caratteristiche fondamentali, fra cui: l'infrequenza statistica, la violazione delle norme sociali, il disagio individuale, l'incapacità o disfunzione e l'imprevedibilità. Esse devono essere tutte quante presenti contemporaneamente, altrimenti non si può parlare di patologia mentale.
1. Con il termine infrequenza si intende la scarsa presenza dei sintomi manifestati dalla persona afflitta dal disturbo nella popolazione. 2. Un altro elemento da tenere in considerazione per determinare l'anormalità di un comportamento è se esso vìola le norme sociali oppure se rappresenta una minaccia o una fonte di ansia per chi ne è spettatore. Una ragazza anoressica che si autoinfligge una punizione severa come l'astinenza dal cibo è un esempio molto evidente di quanto appena esposto. Anche i complessi rituali di una persona che soffre del disturbo ossessivo- compulsivo e la conversazione con voci immaginarie del paziente afflitto da un disturbo psicotico rappresentano in maniera chiara questa definizione.
3. La terza caratteristica del comportamento anormale è la sofferenza individuale che causa, suscitando nella persona un tormento persistente. Tuttavia è bene specificare che non tutti i problemi di natura psicologica generano angoscia e sofferenza: lo psicopatico, per esempio, tratta gli altri con la più totale indifferenza e può violare ripetutamente la legge senza mai provare forme di rimorso o senso di colpa. La percezione della sofferenza è soggettiva, e per poter parlare di patologia deve esserci da parte dell'interessato una esternazione del suo disagio.
4. L'incapacità o disfunzione rappresenta invece una menomazione del normale funzionamento di una persona per esempio una compromissione delle abilità sociali o lavorative. Nel caso di un fobico una limitazione di questo tipo potrebbe essere dovuta alla incapacità, causata dalla paura, di salire su un aereo. Anche in questo caso non esistono criteri oggettivi per misurare la compromissione del funzionamento di una persona, dal momento che esso è dato da un insieme di fattori soggettivi non sempre evidenti. Tornando all'esempio di poco fa, si potrebbe a tal proposito ipotizzare che l'impossibilità di prendere l'aereo per spostarsi possa causare gravi difficoltà a chi deve volare per lavoro, mentre non rappresenti un problema per chi non ha bisogno di farlo.
5. L'ultima caratteristica della patologia mentale, l'imprevedibilità, si riferisce alla impossibilità di prevedere il comportamento che ne deriva. Nel caso dei disturbi d'ansia, per esempio, la reazione di paura o di panico si verifica in maniera imprevista, in assenza di reali segnali di pericolo.