Progetto Comenius Carini, venerdì 17 marzo “L’ acqua scarseggia e la papera nun galleggia!”

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Transcript della presentazione:

Progetto Comenius Carini, venerdì 17 marzo 2006

“L’ acqua scarseggia e la papera nun galleggia!”

La superficie della Terra è coperta per il 71% di acqua: di questa più del 97% è salata, presente nei mari e negli oceani, mentre poco più di un altro 2% è trattenuto nei ghiacciai. In definitiva, ne resta disponibile solo l’1% del totale.

Riferendoci solo all’acqua dolce – circa il 3% del totale – emerge che di questa il 68,9% si trova appunto nei ghiacciai, il 29,9% nelle falde sotterranee, lo 0,9% nell’umidità suolo/aria e lo 0,3% in superficie, di cui la maggior parte nei laghi. In altre parole, l’acqua dolce superficiale (laghi e fiumi) rappresenta lo 0,008% dell’acqua totale presente sul nostro pianeta!

Un cittadino canadese dispone di una quantità di acqua 100 volte superiore a quella di un egiziano.

Continente Km cubi di acqua Popolazione (in milioni) Asia Sud America Nord America Africa Europa Oceania

In Brasile o in Zaire, dove ci sono grandi quantità di acqua, molta gente non ne ha accesso; in California, nonostante la penuria idrica, ogni abitante ne utilizza 4000 litri al giorno.

Un italiano in media ne consuma quotidianamente 231 litri, la stessa quantità utilizzata da un africano nelle zone desertiche in…

... 6 mesi.

Servono 10 litri d’acqua per fare 1 litro di benzina. Servono 30 litri d’acqua per fare 1 litro di birra. Servono 1500 litri d’acqua per produrre 1 kg di farina. Servono 4500 litri d’acqua per produrre 1 kg di riso. Servono litri d’acqua per produrre 1 kg di allumino.

Così avviene che 1 miliardo di persone nel mondo non ha acqua potabile, ed altri due miliardi non ne ha un rifornimento adeguato.

La metà dell’umanità non dispone di sistemi fognari efficienti ed ogni anno decine di milioni di persone -di cui 6000 bambini ogni giorno – muoiono per dissenteria o altre malattie causate dall’ingestione di acqua non potabile.

Si stima che negli ultimi 50 anni l’inquinamento abbia ridotto di un terzo la disponibilità di acqua.

La privatizzazione

Al secondo Forum Mondiale dell’Acqua, svoltosi all’Aja nel marzo del 2000, si è ribadito che l’acqua, essendo sempre più scarsa e cara, deve essere considerata un bene economico con un suo valore di mercato calcolato in base al costo di produzione ed alla necessità di recuperare il capitale investito.

In più il Forum definisce l’acqua come un bisogno anziché un diritto.

Un diritto deve essere garantito dagli organismi pubblici; un bisogno, invece, può essere soddisfatto dal mercato, che non deve porsi il problema di soddisfare tutti, ma può limitarsi a chi può pagare il prezzo fissato.

Il GATS è un trattato internazionale che stabilisce che nella privatizzazione è illegittimo limitare la partecipazione di imprese straniere. Con questa norma già molti servizi in paesi del sud del mondo, compresa l’acqua, stanno finendo in mano a multinazionali occidentali.

In Italia con la legge 142/90 si prevedono diversi tipi di gestione dell’acqua: da un lato la gestione diretta, dall’altro l’affidamento dei servizi ad aziende speciali o a società per azioni (SpA) a prevalente capitale pubblico locale, costituite o partecipate dall’Ente Locale.

La legge Galli costituisce una prima forte spinta verso la privatizzazione dell’acqua.

Essa infatti indica anche le società per azioni, ma rispetto alla legge 142/90 elimina il vincolo che agli enti locali appartenga la maggioranza delle azioni.

L’acqua non è più un diritto ma una merce.

Senza alcun fondamento reale si comincia a diffondere la convinzione che le imprese gestite dallo Stato e dagli Enti Locali fossero inefficienti e corrotte, mentre il libero mercato garantisce sempre e comunque le migliori prestazioni al minore costo.

Nel giro di pochi anni lo Stato ha messo in vendita gran parte del suo patrimonio.

Le successive leggi aboliscono anch’esse il vincolo che la maggioranza delle azioni appartenga agli enti locali, ma questi ultimi non sono obbligati ad affidare i servizi a società per azioni.

Con la finanziaria del 2002 si dà il colpo di grazia alla libertà di scelta degli enti locali. Si stabilisce infatti che la proprietà e la gestione devono essere separate: la prima affidata a società di capitali a maggioranza pubblica, la seconda affidata ad una diversa società per azioni.

Il ciclo dell’acqua in Italia ha raggiunto nel 2000 un fatturato di oltre 16 miliardi di euro, occupando circa addetti. In Europa le imprese che complessivamente gestiscono il sistema occupano quasi un milione di dipendenti e hanno prodotto un fatturato di 120 miliardi di euro.

Nel 2000 il Fondo Monetario Internazionale ha condizionato la concessione dei suoi prestiti a 12 paesi (quasi tutti africani, poveri ed indebitati) alla privatizzazione delle loro risorse idriche. Altrove, come in Ghana, è stata la Banca Mondiale a farlo.

In Bolivia la privatizzazione dell’acqua ha prodotto una rivolta quando i gestori hanno aumentato le tariffe: in una paese dove la maggior parte della popolazione guadagna meno di 3 dollari al giorno, un aumento dell’acqua di 20 dollari al mese era un insulto.

La gestione da parte di privati del servizio idrico era molto diffusa all’inizio del ‘900, ma per garantire un equo accesso all’acqua ai cittadini era stato avviato un processo di municipalizzazione. Ora stiamo tornando al passato…

In Toscana, nel 1999, si è costituita una SpA, il 54% a maggioranza pubblica, il restante 46% è stato attribuito ai privati con gara vinta dalla multinazionale “Suez Lyonnaise des eaux”.

Gli impianti sono sempre gli stessi, l’acqua anche, le bollette mediamente sono quasi triplicate ed il bilancio è in rosso di circa…

euro.

L’Acqua in bottiglia.

La Nestlè è la numero uno nel mercato mondiale di acque minerali: il settore “acque in bottiglia” rappresnta per l’azienda il 25% del settore bibite ed il 7% del tournover totale del gruppo.

La Danone controlla il 9% del mercato mondiale delle acque minerali.

L’acqua sta diventando un bene di consumo.

Negli USA 1 litro d’acqua minerale può costare più di 1 litro di benzina.

Un bene primario, l’acqua (diritto fondamentale in quanto basiliare per la vita), ha un prezzo economico più alto di un bene secondario, il petrolio (che per quanto importante non è imprescindibile per la vita).

Conclusioni...

L’acqua scarseggia e la papera nun galleggia!

Quindi...

Risparmiate l’acqua...

... bevete birra!

Fin!

(Applausi)