Epigrafia greca.

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Transcript della presentazione:

Epigrafia greca

Che cos'è l'epigrafia? (Silvio Panciera) Un particolare genere di comunicazione umana scritta … unidirezionale (nel senso che non prevede una risposta che pervenga all'emittente) che, avendo la caratteristica di non essere rivolta ad una persona o a un gruppo ma alla collettività, sceglie per questo di volta in volta le collocazioni, le tecniche di scrittura, le forme grafiche e d'impaginazione, i codici e i registri espressivi più idonei al raggiungimento dello scopo che si propone, diversificandosi in tal modo da altre forme di comunicazione contemporanea tramite la parola, come quella orale, letteraria o documentaria (Silvio Panciera)

Epigrafi ed epigrafia Epigrafia greca: disciplina che decifra e studia testi (in greco) che sono incisi su materiale duro (soprattutto, ma non solo, pietra). Ambito dell’epigrafia: tutti quei documenti in cui la scrittura è prodotta su una superficie dura con tecniche come l’incisione, lo scalpellamento, il ricavo di lettere in rilievo. → NB: dal campo dell’epigrafia sono esclusi per convenzione i testi scritti su papiro (letterari e documentari) o su pergamena e sui cd. ostraka (= grossi cocci di ceramica, accostabili per contenuto ai papiri documentari) oggetto di studio della papirologia. Epigrafe/iscrizione = “qualcosa scritto su di una superficie” → “una serie di segni rispondenti ad un sistema scrittorio organico e forniti di una certa funzione”. “Epigrafe”: dal greco ἐπιγραφή → verbo ἐπιγράφειν = scrivere su (qualcosa) “Iscrizione”: dal latino inscriptio → verbo inscribere → NB: i Romani utilizzavano più frequentemente il termine titulus.

Le epigrafi greche sono tutti gli scritti coi quali gli antichi Greci fissarono il proprio pensiero sulle pietre, sulle tavole (o lamine) metalliche, sui più svariati oggetti di creta, di metallo, di vetro, di avorio; sulle stoffe, sulle gemme, ed anche sulle monete (Margherita Guarducci). La principale finalità per cui venivano prodotte iscrizioni era di trasmettere un messaggio ai contemporanei e ai posteri → nell’ambito della civiltà greca di età storica questa possibilità conobbe una notevole diffusione, interessando anche strati meno elevati della società, grazie all’utilizzo di uno strumento ‘rivoluzionario’, l’alfabeto. Le iscrizioni, al pari di altre fonti documentarie, sono un segno (qualcosa che sta per qualcos’altro) che trasmette informazioni, a patto che ci sia qualcuno (lo studioso) in grado di interpretarle, cioè di contestualizzarle storicamente.

Tipi di supporto Pietra: il più diffuso Metalli bronzo: usato soprattutto per documenti pubblici, tra cui leggi piombo: pesi, tessere di riconoscimento individuale; tabulae defixionum (= maledizioni); fistulae aquariae argento e oro: uso molto limitato, ad eccezione delle monete Ceramica: vasi, tegole, laterizi, pinakes → iscrizioni (a) incise prima della cottura, (b) graffite dopo la cottura, (c) dipinte Vetro Legno

Ambito cronologico e geografico dell’epigrafia greca Ambito cronologico: VIII sec. a.C. – V-VI sec. d.C. Inizi: le più antiche iscrizioni greche note si datano all’VIII sec. a.C. Fine: V-VI sec. d.C. (per convenzione). In realtà l’epigrafia greca si trasforma in altri tipi di epigrafia, come quella bizantina o quella copta. → Altri tipi di epigrafia: latina, etrusca, egizia, semitica, ecc. Ambito geografico: tutto il bacino del Mediterraneo (e oltre) = dalla Spagna all’Afghanistan, dall’Egitto all’Inghilterra → Va di pari passo con la diffusione della civiltà e della lingua greca, scandita da eventi fondamentali quali la colonizzazione greca, le conquiste di Alessandro Magno, la nascita dell’Impero romano.

Le fonti storiche Primarie: forniscono una diretta e contemporanea testimonianza di fatti ed eventi monumenti e resti archeologici di ogni tipo monete iscrizioni documenti d’archivio su papiro o altro materiale deperibile (es. atti pubblici) Secondarie: frutto della mediazione e interpretazione di coloro che le hanno prodotte (maggiore ‘distanza’, non solo cronologica) testi letterari (cd. fonti letterarie), in special modo le opere di storiografia ! Il passato in nessun caso emerge dal terreno come se si trattasse di una scaturigine originale (una ‘fonte’ appunto) che si rivela ai nostri occhi ... è evidente ... che quel reperto frammentato di un’epoca remota è in grado di parlare soltanto se inserito in una serie significativa e omogenea, e soprattutto se è tradotto da un interprete adeguato (R. Vattuone, Le fonti per la storia antica, Bologna 2008, p. 115)

Tratti salienti delle iscrizioni Unicità e immediatezza: un'iscrizione è un originale in copia unica. → Inscriptions ... provide the most direct access which we can have to the life, social structure, thought and values of the ancient world (Fergus Millar) Nesso tra supporto e testo scritto: ogni iscrizione è un ‘monumento’ costituito di due elementi, tra loro complementaru ed ugualmente importanti. → Il monumento archeologico è inseparabile dall’iscrizione, vale a dire da quel complesso di fattori tecnici e tradizionali che conduce all’atto dell’incisione del testo. Numero assai elevato di iscrizioni (greche e latine) note: ca. 500.000+ Costante incremento del patrimonio epigrafico (scavi archeologici, rinvenimenti fortuiti, ri-trovamenti nei depositi dei musei). Varietà dei contenuti: le iscrizioni illuminano i più diversi aspetti della civiltà greca. → il n’y a pas d’inscriptions banales, il y a seulement une manière banale de les étudier (Louis Robert) → Epigraphists never know enough (Rudolf Wachter)

L’epigrafia greca e le altre discipline antichistiche STORIA DEL DIRITTO NUMISMATICA ARCHEOLOGIA EPIGRAFIA TOPOGRAFIA ANTICA STORIA DELLA RELIGIONE LETTERATURA ANTICA STORIA POLITICA

Parzialità del patrimonio epigrafico Forma di selezione dovuta alla sopravvivenza dei supporti epigrafici → Fenomeno del reimpiego: può avere effetti distruttivi (iscrizioni di metallo fuse per ottenere nuovo metallo o iscrizioni di pietra utilizzate come materiale da costruzione) può contribuire alla conservazione di un’epigrafe (molte iscrizioni su pietra si sono conservate proprio perché riutilizzate in edifici o per pavimentare strade) Il patrimonio epigrafico giunto fino a noi rappresenta la punta di un ‘iceberg’. Iscrizioni note solo in copia (tradizione manoscritta) Iscrizioni menzionate (e citate) da autori antichi Iscrizioni copiate da viaggiatori e studiosi (Umanesimo, Rinascimento) Falsi epigrafici

Selezione in antico del materiale epigrafico α) Gli archivi e la ‘pubblicazione’ dei documenti epigrafici Solo una minima parte dei documenti ufficiali veniva ‘pubblicata’, cioè incisa su materiale durevole Gli atti e i documenti ufficiali legati al governo e alla pratica amministrativa di una comunità cittadina venivano conservati in appositi archivi Archivio pubblico (grammateion, grammatophylakion, demosion, demosia grammata, ta archeia): conteneva documenti registrati, cioè “trascritti” (ἀναγράψαι) su supporti deperibili: tavolette di legno (leukomata) fogli di papiro tavolette di argilla (keramides) Nelle città greche l’archivio era di solito conservato nella sede del consiglio cittadino (bouleuterion) Alcuni documenti, ritenuti di particolare importanza, venivano pubblicati su materiale durevole pareti di edifici (spesso templi) cippi e stele (spesso in santuari o nelle vicinanze di edifici sacri) tabelle (bronzee) più o meno spesse (talvolta vere e proprie tavole), dette chalkomata, affisse a pareti o a porte, oppure conservate in appositi contenitori

β) Obiettività dei testi epigrafici Le iscrizioni sono ‘segni’ che esprimono un messaggio → qualunque forma di espressione linguistica è il frutto di un’intenzione ben precisa, cioè di una scelta ‘culturale’ Iscrizioni come mezzo di rappresentazione di se stessi da parte degli antichi Scrittura epigrafica pubblica = elemento democratico Scrittura epigrafica pubblica = regime della massa (‘oclocrazia’) → regime di ‘polizia’ nei confronti delle magistrature pubbliche, specialmente finanziarie Creta arcaica: precoce e cospicua presenza di iscrizioni pubbliche (leggi) – le città cretesi arcaiche non sono caratterizzate da regimi democratici Le iscrizioni venivano realmente lette? Da che percentuale della popolazione di una città? La scelta di pubblicare un’epigrafe poteva essere dettata da fini propagandistici e/o politici. Alcune iscrizioni sono ‘riproduzioni’ a posteriori di documenti reali, o che si richiamano ad eventi storici reali. Es.: il cd. ‘giuramento di Platea’: pronunciato dai Greci durante la seconda guerra persiana, prima della battaglia di Platea o già prima delle Termopili.

L’iscrizione come ‘manufatto’ archeologico Cavatura della pietra Realizzazione del monumento Preparazione della minuta del testo Trascrizione del testo (‘impaginazione’) Incisione del testo Cavatura della pietra 2. Realizzazione del monumento 3. Preparazione della minuta 4. Trascrizione del testo 5. Incisione del testo

1. Cavatura della pietra Blocchi di pietra squadrati (lapides quadrati) Scelta della pietra disponibilità uso cui era destinata costo ‘moda’ dell’epoca e del posto Supporti litici più diffusi: calcare e marmo Analisi petrografica: può rivelarsi utile per conoscere la provenienza di un’iscrizione e anche per datarla, nel caso che si conosca il periodo di attività della cava – NB: se l’iscrizione fu innalzata lontano dalla cava, l’analisi petrografica potrebbe fornire informazioni non molto affidabili sulla reale provenienza dell’iscrizione.

2. Realizzazione del monumento Blocchi di pietra lavorati da scalpellini (λιθουργοί/lapidarii) tramite vari strumenti Nelle botteghe degli scalpellini erano esposti al pubblico monumenti pronti ad accogliere l’iscrizione → stele funerarie provviste di linee-guida, elementi decorativi, uno spazio centrale levigato per il testo scritto, il cd. ‘specchio epigrafico’

3. Preparazione della minuta del testo Minuta: testo preparatorio che serviva da modello per il lapicida → In latino è chiamata forma CIL X 1786 (Puteoli), ll. 10-13: de forma inscriptioni danda statuae quam dendrophor(i) Octavio Agathae p(atrono) c(oloniae) n(ostrae) statuerunt Iscrizioni pubbliche: documenti d’archivio registrati su materiale deperibile (minuta) resi pubblici tramite l’incisione su un supporto di materiale durevole Iscrizioni private: il cliente forniva al lapicida una minuta in corsivo o gli dettava a voce il testo da incidere Assenza di minuta: il cliente forniva i suoi ‘dati’, la bottega li componeva secondo le formule standard È probabile che nel caso di alcune iscrizioni private la bottega del lapicida fosse responsabile della scelta delle espressioni stereotipate e delle formule così come degli elementi decorativi della stele → Fenomeno della cd. ‘omonimia’ = iscrizioni quasi identiche incise su pietre rinvenute in località molto distanti tra loro

4. Trascrizione del testo (‘impaginazione’) Impaginazione: sorta di ‘trascrizione’ del testo sulla superficie della pietra, prima dell’incisione vera e propria, mediante l’ausilio del colore, del carboncino, del gesso o di una punta di metallo. → In latino è chiamata ordinatio CIL X 7296 (= IG XIV 297): Tituli | heic | ordinantur et | sculpuntur | aidibus sacreis | cum operum publicorum. IG XIV 297: Στῆλαι | ἐνθάδε | τυποῦνται καὶ | χαράσσονται | ναοῖς ἱεροῖς | σὺν ἐνεργείαις | δημοσίαις. “Qui si impaginano e si incidono iscrizioni per edifici sacri e opere pubbliche” In senso lato: qualsiasi forma di annotazione e rappresentazione grafica realizzata sulla pietra prima (ed in funzione) dell’incisione vera e propria Poteva includere anche la realizzazione delle cd. linee guida

Sicilia. CIL X 7296 (= IG XIV 297)

Impaginazione del testo (ordinatio) Delfi. Base di statua firmata dallo scultore Lisippo di Sicione.

5. Incisione del testo In molti casi l’incisore (λιθοτόμος/lapicida) doveva essere lo stesso artigiano che aveva trascritto il testo sulla pietra (nel caso fosse prevista una qualche forma di ordinatio) Il principale strumento usato dal lapicida era lo scalpello (κολαπτήρ), il quale, battuto dal martello (σφῦρα), produceva i solchi delle lettere → il verbo κολάπτειν o ἐγκολάπτειν indicava l’atto di incidere un’iscrizione Una volta che il testo era stato inciso sulla pietra, le lettere dell’iscrizione potevano essere evidenziate col colore (specialmente rosso)

Gli strumenti del lapicida Roma. Cippo dei Cossutii.

La ‘bottega’ epigrafica La bottega del lapicida era responsabile, oltre che dell’incisione del testo, anche di altri aspetti elementi decorativi del supporto aspetto fisico del testo (linee guida e ordinatio) caratteristiche paleografiche (forma delle lettere) uso delle abbreviazioni (formule standard) → talvolta componeva il testo vero e proprio Tutti questi elementi costituiscono il cd. ‘ambiente epigrafico’ di una bottega → distinzioni regionali

Costi della realizzazione di un’iscrizione Qualità della pietra Cavatura e trasporto Dimensioni del testo da incidere Qualità dell’incisione Natura del monumento epigrafico Paga di un lapicida all’inizio del III sec. a.C.: 1 dracma per 300 lettere (*rendiconti del tempio di Apollo a Delo).

Errori Minuta: per lo più nel caso di documenti privati Trascrizione: si tratta del momento più delicato; maggiore probabilità di errori nel caso di documenti privati Incisione: errori dovuti a distrazione, scarsa attenzione o incomprensione della trascrizione (lapicida e colui che aveva eseguito la trascrizione potevano essere due persone diverse). Errori più frequenti confusione tra due lettere simili dittografia (stessa/e lettera/e scritta/e due volte) crasi erronea Errori commessi dallo studioso moderno nella lettura dell’iscrizione sulla pietra → L. Robert: nella maggior parte dei casi le pietre hanno pochissimi errori, e questi sono per lo più comprensibili. Correzioni effettuate dopo l’incisione del testo Sostituzione o aggiunta di singole lettere errate o mancanti Reincisione integrale di un testo Uso del colore Eventi storici potevano determinare la modificazione di un testo epigrafico anche a distanza di molto tempo dalla sua realizzazione → un classico esempio è quello della damnatio memoriae