Ma cos’è il cyberbullismo? Il termine indica l’atto di bullismo compiuto da un soggetto che, prevalentemente mediante i social networks o altre forme di comunicazione, offende la vittima mediante la diffusione di materiale denigratorio o la creazione di gruppi «contro».
Il sexting Cosa è? Quali danni provoca? Il termine sexting è un neologismo utilizzato per indicare l'invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti, principalmente tramite il telefono cellulare o tramite altri mezzi informatici. I danni provocati dal sexting sono molti prima di tutto portano alla depressione e in certi casi anche al suicidio come si sente tante volte. Ma il problema principale è che queste immagini non possono più essere cancellate una volta postate.
Intervento di Lisa di Berardino (compartimento polizia postale) Durante questo intervento si è parlato principalmente del fatto che l’unica arma davvero efficace è la prevenzione. Infatti si è parlato anche di progetti che aiuterebbero a sensibilizzare questo concetto sul cyberbullismo e aiuterebbe a fare imparare il giusto utilizzo dei dispositivi elettronici. Questi progetti sono: UNA VITA DA SOCIAL e il Safer internet Day
Intervento congiunto: Francesco Cajani e Walter Vannini Durante questo intervento si è parlato del fatto che di solito chi è in presenza della visione di un atto di bullismo non fa niente per aiutare la vittima ma sta solo a guardare per paura. In questo modo la vittima sente di essere sbagliata e per ciò di non dover stare al mondo. Proprio per questo si pensa che riparare (insegnare che queste cose non vanno fatte) sia meglio che punire.
Risposta alle domande Non penso di avere pessimi gusti ad aver conosciuto una persona di questo genere poiché aver conosciuto non vuol dire essere uguali e non vuol dire essere complici. Non sono mai stato ne vittima ne bullo. Secondo me non è nessuno dei due poiché se uno ha delle caratteristiche sue che non vanno bene a qualcun altro gli insulti non sono ne meritati ne meno dolorosi come alcuni pensano
Intervento di Cantoia Manuela (psicologa) Durante questo intervento si è parlato di ciò che ragionamento sta dietro il clic, a volte uno lo fa per scherzo dimenticandosi delle conseguenze o c’è chi lo fa apposta. Abbiamo parlato anche del fatto che se uno non denuncia un atto di bullismo vuol dire che sta da parte del bullo e non contro e infine abbiamo parlato del fatto che il mondo virtuale non sia a volte meno reale del mondo effettivamente reale.
Risposta alle domande Io sono convinto che anche se uno non posta tutto «sono» io personalmente sono una persona che non posta mai niente se non ogni tanto. Io penso che tutti fanno una cosa questa non diventa automaticamente giusta perché se tutti pensassero questo il mondo sarebbe pieno di bulli perché molti lo fanno. Secondo me se una sola persona non accetta di ignorare il bullismo non fa niente singolarmente ma deve essere di esempio per tutti per combattere le ingiustizie come il bullismo. Si poiché quando sei online non è come dire le cose in faccia perché in questo caso il bullo non ha il coraggio di farlo ma lo fa solo quando è coperto in questo caso dal computer o un identità digitale. Io personalmente sono la persona che compare nei social infatti sono sempre una persona trasparente e a volte un po’ timida.
Rispondo alle domande La persona che mostri in rete corrisponde a come sei nella realtà? Ci sono molte persone che si mostrano in rete come sono e io sono uno di questi ma c’è comunque un grande gruppo di persone che non si mostra per quello che è magari per vergogna o per alcuni per scopi precisi come i bulli. No, non mi è mai capitato di far finta di essere un’altra persona in rete. Non ho mai scambiato dati personali con persone conosciute sui social perché come detto nella prima domanda potrebbero essere falsi. Non ho mai incontrato dal vivo persone che avevo conosciuto sui social. No, non mi è mai arrivata una proposta di regalo di ricariche telefoniche per esempio in cambio di dati personali. I pericoli connessi all’uso di internet sono molti ma secondo me quello più pericoloso è il fatto che se uno si espone troppo ad alcuni rischi gli può essere rubata l’identità o addirittura dati personali come i dati della carta di credito.
Rispondo alle domande Il mondo virtuale è un espediente per non affrontare i disagi e le difficoltà reali? Per alcuni bulli il mondo virtuale è uno espediente per affrontare i disagi e le difficoltà reali poiché sono deboli e hanno paura. Secondo me in generale il successo non giustifica i mezzi poiché per arrivare al successo non devi mai danneggiare qualcuno per arrivare al successo.
Luisa Savoia (giudice tribunale del riesame Milano) Durante questo intervento si è parlato: come esempio del personaggio NAPALM 51, che in termini criminologi questi fenomeni hanno un denominatore comune rappresentato da uno sbilanciamento di relazioni virtuali rispetto a quelle normali, che la scala dei valori è stata alterata nel senso che al confronto si privilegia la forza e il successo, che si assiste ad un globalizzazione del crimine (una forma particolare è il fenomeno delle PANDILLAS) e che il diritto penale non può che venire dopo che certi fenomeni sociali si consolidano .
Dott. Cristiano Gandini Durante questo intervento si è parlato che il bullismo è un malato rapporto di massa, del fatto che la malvagità del bullo funge da capro espiatorio per una comunità che si accoda dietro ad un capo carnefice con potere di vita e di morte e del perché la medicina si interessa al fenomeno del bullismo (perché vuole capire che ruolo svolgono le droghe d’abuso, la violenza famigliare e la carenza dei valori morali).
Rispondo alle domande Nel caso del bullismo uno ignavo sta dalla parte del bullo perché non dicendo niente vuol dire che copre il bullo e non denuncia il fatto. Sono sicuro che esistono perché ormai ci sono moltissimi tipi di droghe ma non conosco il nome di questi tipi di droghe. Secondo me non esistono situazioni che riducono la capacità di reazione poiché se uno è veramente convinto reagisce sempre senza tirarsi indietro. Un bullo sceglie proprio una persona specifica perché prima la studia capisce il suo comportamento, la sua indole e infatti di solito scelgono le persone più deboli e a volte indifese. Io credo che in una società non ci sia sempre bisogno di un capo perché il bullo di solito è capo poiché siccome è il primo che fa queste azioni e poi persone simili ma più deboli si avvicinano a lui per paura e quindi lui si sente un capo.