Nefropatie Tubulari Affezioni renali caratterizzate da alterazioni dei processi di riassorbimento, secrezione o escrezione del tubulo e da un quadro clinico condizionato dalle manifestazioni metaboliche in senso depletivo o ritentivo che il difetto tubulare induce.
Forme congenite Nefropatie tubulari acute (N. T. A Forme congenite Nefropatie tubulari acute (N. T. A.) Forme acquisite croniche (Nefriti tubulo interstiziali)
Forme Congenite Classificazione in base alla sede delle anomalie Glicosuria normo glicemica Aminoacidurie prossimali Rachitismo renale tubulopatie da Sindrome di Bartter difetto singolo Acidosi tubulare Prossimale distali Diabete insipido nefrogenico Acidosi tubulare distale Tubulopatie da difetto multiplo: Sindrome di Fanconi
NEFROPATIE TUBULARI Forme acquisite In corso di: nefriti interstiziali acute e croniche, mieloma, amiloidosi, morbo di Sjogren, tubulonecrosi, nefropatie tossiche, glomerulonefrit primitive e secondarie, squilibri elettrolitici (ipopotassiemia, ipercalcemia, ipofosfatemia, ipomagnesemia).
FORME CONGENITE Meccanismi etiopatogenetici (I) - Ridotta produzione o disponibilità locale di energia (Sindrome di Fanconi) -Alterazioni della sintesi di proteine vettrici (cistinuria, glicosuria normoglicemica, malattia di Hartnup) -Alterazione della interazione substrato-membrana (rachitismo vit. D resistente) -Retrodiffusione di sostanze soggette a riassorbimento o secrezione (acidosi tubulare prossimale o tipo II e distale o tipo I)
FORME CONGENITE Meccanismi etiopatogenetici (II): -Accumulo intracellulare con inversione di gradiente (acidosi tubulare distale o tipo I) -Carente produzione locale di ormoni (rachitismo vit. D dipendente, acidosi tubulare tipo III e IV) -Alterata risposta del tubulo a stimoli ormonali e fisiologici (diabete insipido nefrogeno) -Deposito intratubulare di sostanze accumulate a causa di un difetto metabolico (galattosemia, cistinosi, ossalosi, morbo di Wilson)
Anomalie isolate di un sistema di riassorbimento: FORME CONGENITE Classificazione in relazione alle caratteristiche delle alterazioni funzionali (Ia): Anomalie isolate di un sistema di riassorbimento: a) sostanze organiche:- glucosio (diabete renale normoglicemico) - aminoacidi monoamino monocarbossilici (Malattia di Hartnup) - aminoacidi diamino monocarbossilici (cistinuria, aminoglicinuria) b) sodio: - pseudo ipoaldosteronismo (o sindrome di Cheek e Perry) - nefropatia con perdita di sale (in corso di ADPKD, rene a spugna, nefriti interstiziali croniche, ipercalcemia, ipermagnesiemia) - pseudoiperaldosteronismo (sindrome di Liddle) - Sindrome di Gordon c) potassio: - Sindrome di Spitzer-Weinstein (da deficit di escrezione di potassio e difetto di riassorbimento di bicarbonato)
Anomalie isolate di un sistema di riassorbimento: FORME CONGENITE Classificazione in relazione alle caratteristiche delle alterazioni funzionali (Ib): Anomalie isolate di un sistema di riassorbimento: d) magnesio: - Sindrome di Gitelman e) calcio: - sindrome ipomagnesemia-ipercalciuria-nefrocalcinosi (dovuta a perdita di funzione del trasporto di magnesio a livello del tratto ascendente dell’ansa di Henle e del tubulo distale) f) fosfati: - fosfaturia renale o rachitismo vitamina D resistente - pseudoipoparatiroidismo - rachitismo vitamina D dipendente g) acqua: - diabete insipido nefrogeno
Anomalie del trasporto di ioni idrogeni e dei bicarbonati: FORME CONGENITE Classificazione in relazione alle caratteristiche delle alterazioni funzionali (II): Anomalie del trasporto di ioni idrogeni e dei bicarbonati: - Acidosi tubulare distale tipo I (da ridotta secrezione di ioni idrogeno) - Acidosi tubulare prossimale tipo II (da deficit di riassorbimento di bicarbonati) - Acidosi tubulare di tipo III o mista (presenta associate le caratteristiche urinarie e bioumorali delle due forme precedenti) - Acidosi di tipo IV (caratterizzata da un deficit di aldosterone o da una resistenza alla sua azione)
Anomalie tubulari complesse: FORME CONGENITE Classificazione in relazione alle caratteristiche delle alterazioni funzionali (III): Anomalie tubulari complesse: Si tratta di difetti funzionali multipli del tubulo, sia in sede prossimale che distale, condizionati geneticamente e variamente associati tra di loro. Il quadro più noto prende il nome di Sindrome di Fanconi ed è caratterizzato da: glicosuria, aminoaciduria, fosfaturia, bicarbonaturia (diabete fosfoaminoglicosurico).
DIABETE RENALE NORMOGLICEMICO E’ dovuto ad una alterazione del tubulo prossimale caratterizzata da una ridotta soglia renale del glucosio, con conseguente eccessiva escrezione di glucosio, nonostante la normale quantità di glucosio filtrato ed una glicemia normale. L’anomalia è ascrivibile ad una uniforme riduzione nella popolazione nefronica di proteine vettrici del glucosio.
MALATTIA DI HARTNUP E’ caratterizzata da un difetto di assorbimento, a livello del tubulo prossimale e dell’intestino, degli aminoacidi monoammino monocarbossilici dovuta ad un difetto del carrier di trasporto per tali aminoacidi sull’orletto a spazzola delle cellule tubulari prossimali ed intestinali. Ciò provoca aumentata escrezione urinaria di aminoacidi neutri (che è diagnostica) e mancato assorbimento intestinale di triptofano. Il deficit di triptofano, pertanto, si traduce nella sindrome clinica del deficit di miacina, caratterizzata dalla pellagra (dermatite, diarrea, demenza).
CISTINURIA E’ caratterizzata da un aumento della escrezione di aminoacidi dibasici (lisina, ornitina, arginina e cistina) causata da una anomalia geneticamente trasmessa coinvolgente un carrier aminoacidico specifico cellulare dei tubuli prossimali renali e della mucosa digiunale. L’affezione assume rilievo clinico solo se la cistina precipita nell’urina acida con formazione di calcoli.
RACHITISMO VITAMINA D-RESISTENTE FOSFATURIA RENALE o RACHITISMO VITAMINA D-RESISTENTE Etiopatogenesi: Difettoso riassorbimento del fosforo a livello tubulare prossimale in associazione ad un deficit relativo di 1,25 (OH)2D3 i cui livelli circolanti, pur in assoluto normali, sono inadeguati alla ipofosfatemia. Quadro clinico: Rachitismo fino al quadro di nanismo disarmonico (tronco normale - arti corti). Quadro laboratoristico: Ipofosforemia, Iperfosfaturia, aumento delle Fosfatasi alcaline. Terapia: Fosfati, vitamina D
RACHITISMO VITAMINA D - DIPENDENTE Etiopatogenesi: Deficit della capacità delle cellule tubulari di idrossilare la 25 (OH)D3 in posizione 1. Quadro clinico e di laboratorio: Ipocalcemia, Ipofosfatemia, lesioni scheletriche severe, Iperparatiroidismo secondario Terapia: 1,25 (OH)2D3
PSEUDOIPOPARATIROIDISMO Etiopatogenesi: Assente o ridotta risposta dei recettori tubulari ed ossei al paratormone normalmente prodotto. Quadro Clinico: Quadro malformativo multiplo Quadro laboratoristico: Iperfosfatemia, Ipocalcemia Terapia: vitamina D
DIABETE INSIPIDO NEFROGENO (1) Etiopatogenesi: Incapacità delle cellule tubulari distali di rispondere alle sollecitazioni funzionali dell’ormone antidiuretico normalmente prodotto, dovuto a: - Incapacità da parte dell’ADH di generare AMP ciclico intracellulare; - Incapacità dell’AMP ciclico normalmente prodotto di aumentare la permeabilità delle cellule tubulari all’acqua. Consegue incapacità a concentrare le urine pur in presenza di elevati livelli di ormone antidiuretico. Quadro clinico: poliuria, mancanza di incremento ponderale, febbre da disidratazione, secchezza della cute e delle mucose, depressione delle fontanelle craniche.
DIABETE INSIPIDO NEFROGENO (2) Laboratorio: urine ipotoniche rispetto al plasma, (Osm < 200 mOsm; PS< 1005:ipostenuria), iperosmolarità plasmatica, ipersodiemia, ipercloruremia Terapia: - Ripristino del patrimonio idrico - Restrizione sodica - Tiazidiaci (aumentano le osmolarità delle urine, presentano capacità di permeabilizzazione tubulare sostitutiva o sinergica dell’ADH)
ACIDOSI TUBULARE DISTALE TIPO I Etiopatogenesi: incapacità a stabilire un gradiente idrogenionico adeguato tra sangue ed urina tubulare per: ridotta secrezione di idrogenioni, aumentata retrodiffusione, ridotta generazione intracellulare di bicarbonati, compromissione della loro fuoriuscita dal versante baso-laterale della cellula. Alla ridotta disponibilità intraluminale di idrogenioni consegue un limitato riassorbimento distale di bicarbonato, sodio e potassio. Quadro laboratoristico: severa acidosi metabolica, bicarbonati ematici < 10 mEq/l, ipopotassiemia, iposodiemia, isostenuria, pH urinario alcalino, presenza di bicarbonaturia. Quadro clinico: anoressia, vomito, ipotonia muscolare, poliuria, polidipsia, ritardo della crescita, demineralizzazione scheletrica, nefrocalcinosi .
ACIDOSI TUBULARE PROSSIMALE TIPO II Etiopatogenesi: Ridotto riassorbimento dei bicarbonati nel tubulo prossimale causato da: deficit di carbonicoanidasi, ridotto funzionamento della pompa di trasporto degli idrogenioni, alterato passaggio transcellulare del bicarbonato prodotto, reflusso di H+ dal lume tubulare alla cellula Quadro laboratoristico: acidosi metabolica moderata, bicarbonati ematici non inferiori a 16 mEq/l, ipopotassiemia, poliuria osmotica con ipersodiuria, pH urinario acido. Quadro clinico: poliuria, astenia, nausea, vomito
DIABETE FOSFOAMINOGLICOSURICO SINDROME DI FANCONI o DIABETE FOSFOAMINOGLICOSURICO Sindrome caratterizzata da: glicosuria (per riduzione o completa abolizione della soglia renale del glucosio), aminoaciduria (per un deficit di riassorbimento prossimale), fosfaturia (per deficit di riassorbimento prossimale), bicarbonaturia (per deficit di riassorbimento da riduzione della soglia renale) . Meccanismi etiopatogenetici: 1) Le membrane dei tubuli renali sono incapaci di trattenere i soluti; 2) Il metabolismo intracellulare delle cellule del tubulo non è in grado di produrre sufficiente energia di supporto al trasporto.
SINDROME DI BARTTER (1) Etiopatogenesi: Difetto del trasporto attivo di cloro e di sodio nella branca ascendente dell’ansa di Henle diminuito riassorbimento aumentata secrezione di potassio di potassio da accresciuto flusso tubulare distale PERDITA DI POTASSIO ED IPOKALIEMIA Aumentato stimolo escretorio renale e vascolare di prostaglandine Accresciuta produzione di renina ed aldosterone potassiuria
SINDROME DI BARTTER (2) Elementi istopatologici: ipertrofia ed iperplasia dell’apparato iuxtaglomerulare Quadro laboratoristico: ipopotassiemia con alcolosi metabolica, iperpotassiemia, iperreninemia, iperaldosteronismo, riduzione del potere di concentrazione delle urine per il danno tubulo-interstiziale. Quadro Clinico: astenia, parestesie, stipsi, anoressia, vomito, poliuria, polidipsia.
NEFROPATIE TUBULARI ACQUISITE (1) Etiopatogenesi A) Disfunzione del tubulo prossimale: acidosi renale tubulare prossimale, associata o meno a sindrome di Fanconi, in corso di: - Mieloma multiplo - Metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio) - Emoglobinuria parossistica notturna - L E S - Cistinosi
NEFROPATIE TUBULARI ACQUISITE (2) Etiopatogenesi B) Disfunzione del tubulo distale: acidosi tubulare distale, associata o meno ad iperkaliemia e/o a perdita di sali, in corso di: - Amiloidosi - Ipercalcemia / nefrocalcinosi - Malattie immunologiche - Uropatie croniche ostruttive
NEFROPATIE TUBULARI ACQUISITE (3) Etiopatogenesi C) Disfunzioni del nefrone midollare e papillare: diminuzione della capacità di concentrare le urine, in corso di: - Nefropatia da farmaci (analgesici, litio) - Infezioni batteriche acute e croniche - Anemia a cellule falciformi - Sarcoidosi D) Necrosi tubulare acuta (NTA) causata da insulti ischemici e/o tossici che provocano una rapida contrazione della funzione renale
Circa il 70% dei casi di IRA organica consegue a necrosi tubulare acuta (NTA) che può essere indotta da fattori che causano alterazioni severe e persistenti della emodinamica renale (NTA ischemica) o dall’effetto sui tubuli di sostanze nefrotossiche (NTA tossica).
NECROSI TUBULARE ACUTA (1) Classificazione Acuta Riduzione della gittata cardiaca Cronica Ischemica Perdite dirette Aumentata capacitanza vascolare Riduzione della Sindrome da terzo spazio volemia efficace Traumi Sindrome da schiacciamento Ipoalbuminemia
NECROSI TUBULARE ACUTA (2) Classificazione Antibiotici, Anestetici, Analgesici, Mezzi di contrasto, Chemioterapici, Immunosoppressori, Metalli pesanti, Veleni Pigmento (mioglobina, emoglobina, bilirubina) Cristalli (ac. Urico, calcio, ossalato) Forme tumorali (lisi cellulare, mieloma) Tossici esogeni Tossica Tossici endogeni
N T A: ANATOMIA PATOLOGICA (1) Forme post-ischemiche - Il danno tubulare predilige la pars recta del tubulo prossimale (quella cioè situata in prossimità della giunzione cortico-midollare) e si presenta a distribuzione irregolare, con aree di necrosi adiacente ad aree indenni. - Caratteristica è la perdita dell’orletto a spazzola delle cellule epiteliali tubulari. - Presenza di rotture della membrana basale (tubuloressi) - I tubuli distali ed i dotti collettori appaiono occupate da detriti cellulari necrotici e da cilindri ialini, granulosi e pigmentati. I glomeruli sono indenni. Forme nefrotossiche Lesioni diffuse, interessanti tutti i nefroni, a carico dell’epitelio dei tubuli prossimali Membrana basale integra
N T A: ANATOMIA PATOLOGICA (2) In corso di ogni tubulonecrosi la sede caratteristica del danno si situa a livello della midollare esterna dove il gradiente di ossigenazione è meno favorevole che negli altri distretti del parenchima renale: il tratto midollare della branca ascendente dell’ansa di Henle è la porzione tubulare più compromessa.
MECCANISMI FISIOPATOLOGICI DELLA N T A 1) Riduzione del flusso ematico renale e conseguente riduzione della filtrazione glomerulare con perdita della capacità di autoregolazione del flusso, conseguente a: - Attivazione di vasocostrittori endogeni (endotelina) - Perdite di vasodilatatori quali l’endothelial-derived relaxing factor 2) Riduzione del coefficiente glomerulare di ultrafiltrazione mediata da Angiotensina II, trombossano e leucotrieni 3) Retrodiffusione tubulare del filtrato glomerulare 4) Ostruzione tubulare (presenza di cilindri ostruenti)
MECCANISMI FISIOPATOLOGICI DELL’IRA DA NTA (1) Ischemia nefrotossica Resistenze arteriolari Flusso renale ematico Necrosi tubulare Ostruzione tubulare Pressione capillare glomerulare Filtrazione Glomerulare Pressione intratubulare Flusso intratubulare Retrodiffusione del filtrato Oliguria
Quadro clinico e di laboratorio della NTA 1) Fase di esordio: durata variabile, il quadro clinico è dominato dalle caratteristiche della malattia di base. 2) Fase oligo-anurica: durata 10 - 20 giorni, oligoanuria (< 500 cc/die) con P.S. < 1020, Osmol. Urinaria <350, iperazotemia, ipercreatininemia, iperpotassiemia, acidosi, segni di sovraccarico idrosalino 3) Fase diuretica: Comparsa di diuresi > 500 cc/die 4) Fase di recupero: durata 20 gg-1 anno, graduale miglioramento degli indici di funzionalità renale fino alla normalizzazione.
DIRETTIVE TERAPEUTICHE IN CORSO DI NTA (1) La sopravvivenza del paziente è soprattutto legata alla tempestività della terapia (conservativa o sostitutiva) atta a prevenire o correggere le varie alterazioni metaboliche indotte dalla soppressione acuta della funzione renale
DIRETTIVE TERAPEUTICHE IN CORSO DI NTA (2) Terapia conservativa: - Controllo del bilancio idrico - Apporto nutrizionale atto a ridurre la entità del catabolismo azotato, riducendo così l’aumento giornaliero di azotemia e potassiemia - Controllo della iperpotassiemia e della acidosi - Controllo delle infezioni Terapia sostitutiva: - Emodialisi
RENE ED IPERTENSIONE RENE IPERTENSIONE ARTERIOSA Ritenzione idrosodica Attivazione sistema renina-angiotensina Modificazione della produzione di un fattore regolatore della compliance degli spazi interstiziali Ridotta sintesi chinine e prostaglandine Nefroangiosclerosi maligna benigna IPERTENSIONE ARTERIOSA
NEFROPATIE VASCOLARI (1) Affezioni di varia natura che compromettono primitivamente la vascolarizzazione renale.
NEFROPATIE VASCOLARI (2) Classificazione - Nefropatie ipertensivanti - Nefropatia ipertensiva - Nefropatie vascolari immunologiche - Nefropatie vascolari associate ad alterazioni della coagulazione - Infarto renale - Nefroangiosclerosi della senescenza
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (1) Ipertensione reno – vascolare: E’ la ipertensione arteriosa che consegue alla riduzione del flusso ematico renale per stenosi mono o bilaterale dell’arteria renale o dei suoi rami principali.
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (2) Etiologia 1) Ipertensione Nefroparenchimale: Sindrome nefrosica - Nefropatie acute: Sindrome nefritica - Nefropatie croniche: I R C Iperplasia fibromuscolare 2) Ipertensione renovascolare: Aterosclerosi
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (3) Meccanismi Patogenetici (a) Nell’ 80% dei casi di glomerulonefrite acuta postinfettiva: Alterazione della filtrazione glomerulare Espansione dei volumi intravascolari Ritenzione idrosalina Alterazione della compliance del letto vascolare periferico Squilibri tra PG vasodilatatrici e vasocostrittrici
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (4) Meccanismi Patogenetici (b) Nella sindrome nefrosica: Accumulo di acqua e sodio in sede extravascolare Ipovolemia Esaltata attività del sistema reninico
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (5) Meccanismi Patogenetici in corso di IRC ( c ) - Aumento del volume plasmatico - Aumento della gittata cardiaca - Precoce attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone - Carenza di PG vasodilatatrici Carenza di callicreine vasodilatatrici - Sclerosi glomerulare (che modificherebbe il microcircolo glomerulare) - Alterazioni dell’attività simpatica Bilancio Idrosodico positivo
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (6) Meccanismi Patogenetici in corso di IRC (d) Meccanismo compensatorio renale: aumento della escrezione frazionale di sodio per singolo nefrone Ritenzione idrosalina con VFG~80ml/min Ulteriore riduzione del filtrato Meccanismo compensatorio renale insufficiente: incremento dei volumi intravascolari, incremento della gittata cardiaca, aumento delle resistenze periferiche, atrtivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Ipertensione volume e renino-dipendente
NEFROPATIE IPERTENSIVANTI (7) Indicazioni terapeutiche - Restrizione dell’apporto sodico con la dieta - Diuretici (tiazidici, furosemide) eventualmente, in associazione: vasodilatatori, Ca-antagonisti, simpaticolitici ed ACE-inibitori, in relazione al quadro clinico - Ultrafiltrazione
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (1) Rapporto tra: - Modello sperimentale Patologia nell’uomo (Goldblatt - 1934) Coartizione aortica Stenosi dell’arteria renale in rene unico trapiantato o proprio - Stenosi unilaterale dell’arteria renale con perdita della funzione renale escretoria controlaterale secondaria a nefrosclerosi 1)Stenosi dell’arteria principale di un rene con asportazione del controlaterale (modello ad un rene-una clip) 2)Stenosi dell’arteria di un rene controlaterale integro (modello a due reni una clip) Stenosi unilaterale dell’arteria renale principale o dei suoi rami Malattia parenchimale unilaterale
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (3) Meccanismi patogenetici Costrizione dell’arteria renale Deficit di flusso e di filtrato Tensione arteriola afferente Apporto Na+ alla macula densa Attivazione del sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone Aumentato riassorbimento sodico Ritenzione idrosodica Progressiva espansione dei volumi extracellulari Ipertensione Produzione di Renina
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (3) Quadro clinico - Repentino deterioramento di una ipertensione preesistente oppure Ipertensione ad insorgenza improvvisa - Severità dell’ipertensione, soprattutto diastolica - Soffio auscultatorio sisto-diastolico in sede epigastrica e paraombellicale - Ipopotassiemia da iperaldosteronismo secondario - Policitemia da stimolo anossico alla produzione di eritropoietina - Possibile compromissione della funzione renale
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (4) Diagnosi - Scintigrafia renale sequenziale prima e dopo assunzione di Captopril - Ecografia renale con indagine doppler delle arterie renali (urografia endovenosa) - Arteriografia renale - Angiografia digitale con sottrazione di immagine (DSA)
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (5) Terapia (a) - Diuretici - -bloccanti Farmacologica: - Ca - Antagonisti - Simpatico-litici - Vasodilatatori
IPERTENSIONE RENOVASCOLARE (6) Terapia (b) - Angioplastica transluminale percutanea - Correzione chirurgica della stenosi Chirurgica: - By-pass aorto-renale - Reimpianto aorto-renale - Auto-trapianto - Nefrectomia
NEFROPATIA IPERTENSIVA (1) Complesso di alterazioni morfologiche e funzionali renali indotte dalla presenza di ipertensione arteriosa
NEFROPATIA IPERTENSIVA (2) Classificazione 1) Nefroangiosclerosi benigna, a decorso lento e prolungato ( o arteriolosclerosi) 2) Nefroangiosclerosi maligna, a decorso accelerato ( o arteriolonecrosi)
NEFROANGIOSCLEROSI BENIGNA (1) Meccanismi patogenetici Ipertensione arteriosa benigna Vasospasmo arteriolare ed edema intramurale Ipertrofia della tonaca muscolare con proliferazione e migrazione sottointimale delle miocellule Sofferenza parietale ed accumulo intramurale di elastina frammentata, proteine plasmatiche coagulate, prodotti degenerativi di parete con conseguente stimolo mitogenico Fibrosi arteriolare intramurale nelle arterie di piccolo e medio calibro e degenerazione ialina nelle arteriole
NEFROANGIOSCLEROSI BENIGNA (2) Quadro clinico Fase subclinica: - Proteinuria lieve (< 0,5 g%° ), in genere glomerulare selettiva - Ipostenuria (per difetto nell’attitudine del rene a concentrare le urine - Calo della PRP (in genere compresa tra i 200 ed i 400 ml/m) - Riduzione del V F G - Aumento della F F - Concomitanza di angiopatia retinica ipertensiva di grado lieve o moderato Fase clinica: - Segni e sintomi di insufficienza renale conclamata
NEFROANGIOSCLEROSI BENIGNA (3) Terapia Farmacologica - Diuretici - Simpaticolitici - -bloccanti - Vasodilatatori - Ca-antagonisti - ACE-I
NEFROANGIOSCLEROSI MALIGNA (1) Grave stato ipertensivo clinicamente caratterizzato da: - Pressione diastolica superiore a 130 mmHg - Interessamento cardiaco - Interessamento encefalico - Retinopatia ipertensiva di grado III - IV - Insufficienza renale
NEFROANGIOSCLEROSI MALIGNA (2) Meccanismi patogenetici (a) Ipertensione arteriosa in fase maligna Trauma meccanico sulla parete arteriolare con attivazione di sostanze vasoattive (angiotensina, endotelina, noradrenalina) Aumentata permeabilità della parete arteriolare Trasudazione della componente plasmatica Deposito intraparietale di fibrinogeno, piastrine, emazie e fattori mitogenici con ispessimento ed alterazione della parete, talora trombosi intraluminale Microangiopatia trombotica Necrosi fibrinoide delle arteriole Anemia emolitica microangiopatica Endoarterite obliterante Ulteriore sofferenza vascolare ed aumento dei valori pressori
NEFROANGIOSCLEROSI MALIGNA (4) Terapia Farmacologica: - Diazossido o Nitroprussiato di Na e.v. nei casi gravi - Simpaticolitici - ACE- inibitori - -bloccanti - Diuretici - Ca-antagonisti In caso di farmaco resistenza: - Nefrectomia bilaterale (rara) Emodialisi
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (1) Affezioni ad etiologia immune caratterizzata dalla compromissione renale da parte di un gruppo di vasculiti sistemiche che presentano un comune substrato anatomopatologico caratterizzato da: a) Necrosi fibrinoide delle pareti vascolari b) Infiltrazione infiammatoria estesa anche ai tessuti perivascolari
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (2) Classificazione 1) Vasculite dei grossi vasi 2) Vasculite dei vasi di medio calibro 3) Vasculite dei piccoli vasi
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (3) 1) Vasculiti dei grossi vasi a) Arterite temporale a cellule giganti b) Arterite di Takayasu Colpiscono prevalentemente l’aorta ed i suoi rami principali. In caso di coinvolgimento renale vengono spesso colpiti gli ostii delle principali arterie renali. La più comune manifestazione clinica renale è data dalla ipertensione reno-vascolare.
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (4) 2) Vasculiti dei vasi di medio calibro a) Poliarterite nodosa b) Morbo di Kawasaki Colpiscono generalmente le maggiori arterie degli organi interni, inclusi i reni, provocando trombosi o rottura con infarto renale ed emorragia.
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (5) 3) Vasculiti dei piccoli vasi (a) A) Granulomatosi di Wegener: - Infiammazione granulomatosa coinvolgente le vie respiratorie e vasculite necrotizzante coinvolgente i vasi di piccolo e medio calibro (capillari, venule, arteriole, arterie). E’ frequente una glomerulonefrite necrotizzante. B) Sindrome di Churg-Strauss: - Flogosi eosinofila e granulomatosa coinvolgente le vie respiratorie, e vasculite necrotizzante coinvolgente i vasi di piccolo e medio calibro, associata ad asma ed eosinofilia ematica. C) Poliarterite microscopica: - Vasculite necrotizzante senza depositi immuni che interessano i piccoli vasi. Glomerulonefrite necrotizzante. Capillarite polmonare
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (6) 3) Vasculiti dei piccoli vasi (b) D) Porpora di Schonlein-Henoch: - Vasculite con depositi immuni a prevalente composizione IgA che interessa i piccoli vasi (cute, intestino, glomeruli). Atralgie o artriti. E) Vasculite crioglobulinemica essenziale: - Vasculite con depositi immuni di crioglobuline riguardanti i piccoli vasi (cute, glomeruli). F) Angioite cutanea leucocitoclastica: - Assenza di vasculite sistemica o glomerulonefrite.
NEFROPATIE VASCOLARI IMMUNOLOGICHE (7) Classificazione in relazione al meccanismo patogenetico (a) 1) Vasculiti mediate da immunocomplessi: - Porpora di Schonlein-Henoch - Vasculite crioglobulinemica - Vasculite reumatoide - Vasculite lupica 2) Vasculite dovuta all’attacco diretto da parte di anticorpi: - Sindrome di Good-Pasture - Morbo di Kawasaky 3) Vasculiti necrotizzanti pauci-immuni: - Poliarterite microscopica - Granulomatosi di Wegenr - Sindrome di Curg-Strauss
Giungono con maggiore frequenza all’attenzione del nefrologo pazienti affetti da vasculiti dei piccoli vasi
La vasculite dei piccoli vasi colpisce maggiormente capillari, venule ed arteriole. Tuttavia possono essere coinvolte anche le arterie
Le forme più comuni di vasculite dei piccoli vasi sono costituite dalle vasculiti necrotizzanti pauci-immuni, così definite per l’assenza o la scarsezza di depositi di immunocomplessi nelle pareti dei vasi.
- Presenza di necrosi fibrinoide segmentaria - Formazione di semilune Le vasculiti necrotizzanti pauci-immuni manifestano la stessa forma di glomerulonefrite necrotizzante definita istologicamente da: - Presenza di necrosi fibrinoide segmentaria - Formazione di semilune - Assenza o scarsità di depositi di immunoglobuline “Glomerulonefrite pauci-immune con semilune” (Pauci-immune crescentic glomerulo-nephritis)
Le vasculiti necrotizzanti pauci-immuni dei piccoli vasi sono strettamente correlate alla presenza nel siero di autoanticorpi anticitoplasma dei neutrofili (ANCA), evidenziati per la prima volta da Wiik e Wegener nel 1973.
Gli ANCA sono anticorpi di tipo IgG, IgM, IgA capaci di attivare neutrofili e monociti con liberazione di mediatori e danno vascolare. Ne esistono di due tipi: C-ANCA (ANCA citoplasmatici), più spesso associati con il Wegener (incidenza 85-90%; specificità > 90%), e rivolti contro l’enzima PR3 (proteinasi3, contenuto negli -granuli) P-ANCA (ANCA perinucleari), più spesso riscontrati nella poliarterite microscopica (incidenza 45%) e rivolte contro l’enzima MPO (mieloperossidosi, contenuto negli -granuli).
CARATTERISTICHE DEGLI ANCA 1) Sono relativamente specifici per le vasculiti e, all’interno della vasculite in linea generica, per le forme che interessano i vasi di piccolo calibro. 2) La loro positività correla con le fasi di acuzie della malattia vasculitica.
PERCHE’ DOSARE GLI ANCA? 1) Diagnosi 2) Monitorizzazione del follow-up 3) Come guida nella condotta terapeutica
VASCULITI NECROTIZZANTI PAUCI-IMMUNI (1) Meccanismi patogenetici ANCA-mediati Infezione virale delle vie respiratorie Sindrome similinfluenzale Citochine circolanti Attivazione dei neutrofili 1a fase: espressione degli antigeni di superficie che interagiscono con gli ANCA 2a fase: il recettore Fc ed il Fab2 (che si lega ai neutrofili) legano i complessi ANCA-Ag o gli ANCA VASCULITE I complessi ANCA-Ag si adsorbono sulle cellule endoteliali Secrezione di Ig G
VASCULITI NECROTIZZANTI PAUCI-IMMUNI (2) Diagnosi Viene posta sulla base della osservazione combinata di: - Dati sierologici - Spettro clinico della malattia - Esame bioptico
VASCULITI PAUCI-IMMUNI DEI PICCOLI VASI Principi di Terapia Corticosteroidi + Ciclofosfamide (se il paziente non necessita trattamento emodialitico ed in tutti i casi potenzialmente letali) Plasmaferesi (nelle forme con emorragia polmonare) Eventualmente Ig e.v. Emodialisi (se la funzione renale è seriamente compromessa) Trapianto renale
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (1) Classificazione 1) Microangiopatia trombolica, nelle due varianti: a) Sindrome emolitico-uremica b) Porpora trombolica-trombocitopenica 2) Necrosi corticale acuta
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (2) Sindrome emolitico-uremica (a) Età di insorgenza: - Comunemente al di sotto dei 4 anni di età, ma anche in età adulta (post-partum, dopo trapianto renale, in associazione all’uso di estroprogestinici, mitomicina, ciclosporina, 5-fluorouracile) - Insufficienza renale acuta oligo-anurica Quadro clinico: - Pallore, astenia, talora ittero - Manifestazioni emorragiche cutanee (porpora, petecchie)
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (3) Sindrome emolitico-uremica (b) Esami di Laboratorio: - Anemia (emolitica microangiopatica) - Piastrinopenia - Aumento della bilirubina indiretta - Riduzione della eptoglobina plasmatica - Riduzione del fibrinogeno - Riduzione dei fattori V e VIII della coagulazione - Aumento di FDP circolanti - Aumento di LDH segni di emolisi intravascolare
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (4) Sindrome emolitico-uremica (c) Anatomia Patologica: Le lesioni sono localizzate prevalentemente a livello del rene. I glomeruli presentano un rigonfiamento delle cellule endoteliali ed un aspetto a doppio contorno della membrana basale per voluminosi depositi sottoendoteliali costituiti da globuli rossi e piastrine. La membrana basale rimane integra.
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (5) Sindrome emolitico-uremica (d) Etiopatogenesi: Sofferenza endoteliale Riduzione del lume capillare Deformazione eritrocitaria Attivazione piastrinica Lisi del globulo rosso Aggregazione piastrinica Liberazione di endocostituenti granulari che amplificano il danno vascolare (ADP, serotonina, trombossano, -tromboglobulina, trombossano A2)
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (6) Sindrome emolitico-uremica (e) Terapia: - Emodialisi - Antiaggreganti piastrinici - Plasmaferesi - Infusione di plasma fresco congelato
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (7) Porpora trombolica trombocitopenica Tale sindrome differisce dalla precedente solo perché: 1) Colpisce soprattutto soggetti di sesso femminile fra i 20 ed i 40 anni spesso in concomitanza con la gravidanza; 2) Mentre nella sindrome emolitico uremica il rene è l’organo bersaglio privilegiato, nella porpora trombotica trombocitopenica è pressochè costante l’interessamento del sistema nervoso centrale e frequente il coinvolgimento pluriorganico.
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (8) Necrosi corticale acuta (a) Definizione: Necrosi ischemica topograficamente limitata alla sola corticale (poiché resta mantenuta la pervietà dei vasi arteriosi fino all’origine delle arterie arciformi). Sono generalmente risparmiati lo strato corticale sottocapsulare (cortex corticis), quello iuxtamidollare e le aree midollari.
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (9) Necrosi corticale acuta (b) Patologie favorenti lo sviluppo: - Patologia gravidica nel 70% dei casi - Sepsi da batteri Gram-negativi - Coagulazione intravascolare disseminata - Disidratazione, shock - Interventi chirurgici - Sostanze nefrotossiche - Rigetto iperacuto o accelerato in corso di trapianto renale
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (10) Necrosi corticale acuta ( c) Patogenesi: Shock Vasocostrizione + + Ipoperfusione corticale Alterazione emocoagulativa in senso procoagulante Riduzione o inibizione della fibrinolisi Necrosi corticale acuta
NEFROPATIE VASCOLARI ASSOCIATE AD ALTERAZIONE DELLA COAGULAZIONE (11) Necrosi corticale acuta (d) Quadro clinico: Oligo-anuria, dolori lombari, febbre, leucocitosi, sindrome uremica acuta Diagnosi: Biopsia, Angiografia Terapia: - Sintomatica - (volta alla rimozione delle cause responsabili della necrosi corticale acuta) - Sostitutiva - (volta alla prevenzione e/o correzione (Emodialisi) delle alterazioni cliniche e metaboliche dovute alla abolita funzione renale)
INFARTO RENALE (1) Definizione L’occlusione di un ramo arterioso principale o comunque terminale (arterie interlobari ed arcuate), quando avviene con una rapidità tale da non permettere l’instaurarsi di un circolo collaterale, determina nella corrispondente area di irrorazione una necrosi ischemica detta “infarto renale”.
Presentazione clinica INFARTO RENALE (2) Presentazione clinica Sintomatologia: - A volte assente - Dolore nel 40% dei casi (toracico, addominale, al fianco, al dorso) - Nausea, febbre Laboratorio: - Leucocitosi - VES - GOT - LDH - Fosfatasi alcalina - Micro e macroematuria - Proteinuria - Leucocituria
INFARTO RENALE (3) Diagnosi: - Urografia - Angiografia digitale - TC con M. d. C. Terapia: - Anticoagulanti - Embolectomia chirurgica - Angioplastica per via endoluminale
INFARTO RENALE (4) Patogenesi 1) Emboli (provenienti dal cuore o dai grossi vasi) 2) Trombosi locale
NEFROANGIOSCLEROSI DELLA SENESCENZA (1) Definizione Insieme di alterazioni vascolari, interessanti arterie ed arteriole, caratterizzate da: - Ispessimento iperplastico dell’intima - Ialinizzazione della media - Aumento del tessuto connettivo - Atrofia della muscolatura liscia - Riduzione delle fibre elastiche
NEFROANGIOSCLEROSI DELLA SENESCENZA (2) Alterazioni funzionali - Riduzione del flusso renale ematico - Riduzione della filtrazione glomerulare - Aumento della frazione di filtrazione - Generalmente non alterazioni funzionali clinicamente rilevanti