La struttura “tipo” di un testo argomentativo

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Transcript della presentazione:

La struttura “tipo” di un testo argomentativo Premessa: enunciazione del problema Tesi Argomento/argomenti a sostegno della tesi Antitesi e argomenti a sostegno dell’antitesi Confutazione dell’antitesi Conclusione

ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA TESI La struttura NON è RIGIDA: PUÓ PRESENTARE SOLO ALCUNI DEGLI ELEMENTI CHE LA COMPONGONO PROBLEMA TESI ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA TESI CONCLUSIONE

PUÓ PRESENTARE UNO SPOSTAMENTO DEGLI ELEMENTI CHE LA COMPONGONO: PROBLEMA ANTITESI CONCLUSIONE ARGOMENTI A SOSTEGNO DELL’ANTITESI CONFUTAZIONE DEGLI ARGOMENTI A SOSTEGNO DELL’ANTITESI TESI

QUALUNQUE SIA LA STRUTTURA DI UN TESTO ARGOMENTATIVO, L’ELEMENTO DI MAGGIORE IMPORTANZA È: L’ARGOMENTO

RICORDA !! QUANTO PIÚ GLI ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLA TESI SARANNO FORTI E CONVINCENTI, TANTO PIÚ LA TESI APPARIRÁ VALIDA E ACCETTABILE

MA COME DARE FORZA E VALIDITÁ AGLI ARGOMENTI? SI DEVONO UTILIZZARE TECNICHE PARTICOLARI

SPIEGAZIONI DI CONCETTI TECNICHE UTILIZZABILI - PARERI DI STUDIOSI, - CITAZIONI DATI STATISTICI SPIEGAZIONI DI CONCETTI - CONFRONTI - ESEMPI - PROVE CONCRETE - ESPERIMENTI

CARATTERISTICHE LINGUISTICHE DEL TESTO ARGOMENTATIVO

USO DEL PRESENTE COME TEMPO VERBALE USO FREQUENTE DI FRASI COMPLESSE (SUBORDINATE) CON PROPOSIZIONI FINALI, CAUSALI, CONSECUTIVE, IPOTETICHE USO FREQUENTE DI CONNETTIVI, ELEMENTI INVARIABILI DEL DISCORSO, CHE HANNO LA FUNZIONE DI LEGARE TRA LORO LE VARIE PARTI DEL TESTO.

I CONNETTIVI SONO AVVERBI, CONGIUNZIONI O LOCUZIONI: ma, tuttavia, invece, però poiché, dato che, siccome inoltre, ancora, in primo luogo, infine dunque, pertanto, allora, insomma, quindi è opinione che, è certo che..

ESEMPIO di testo ARGOMENTATIVO (PROVA A RICONOSCERE I VARI ELEMENTI CHE LO COMPONGONO!) Contro la pena di morte

La pena di morte è ancora presente in molti Stati del mondo La pena di morte è ancora presente in molti Stati del mondo. Uno di questi sono gli USA - considerati da molti lo Stato democratico per eccellenza - stato in cui ogni anno molti uomini vengono condannati alla pena capitale; nella nazione di gran lunga più popolata del mondo, la Cina, le condanne a morte sono molto frequenti. Il dibattito sulla pena di morte si ravviva in occasione di delitti particolarmente efferati, come per esempio i recenti “gialli” di Avetrana, Brembate etc.

Benché la pena capitale possa apparire sotto certi aspetti una punizione commisurata alla gravità del delitto commesso, tuttavia essa non è solo da condannare sul piano morale, ma è anche inutile o, addirittura, dannosa sul piano pratico.

Già nel ‘700 un autorevole giurista italiano, Cesare Beccaria, considerò immorale la pena di morte perché chi comminava la pena capitale di fatto si macchiava di un altro delitto; la pena di morte, inoltre, com’è noto, non riduce la criminalità; un esempio significativo è dato dallo stato americano del Texas che, pur detenendo il record delle esecuzioni capitali negli ultimi anni, non ha assistito alla sperata drastica diminuzione dei delitti di sangue. In molti casi, infine, è stata dimostrata l’innocenza dell’imputato dopo che questi aveva subito la condanna a morte.

Se tuttavia la vittima di un delitto efferato fosse un familiare o un amico, una persona cara, saremmo forse più inclini a cambiare idea sulla pena di morte, come dimostrano le voci di sdegno che si levano dall’opinione pubblica ogni qual volta accadono fatti di sangue particolarmente violenti.

Se da una parte lo sdegno generale è ammissibile, perché scaturito dalla naturale reazione emotiva di fronte alla violenza, dall’altra questo non deve sfociare in un desiderio di vendetta personale: le autorità giudiziarie devono agire assumendo come punto di riferimento l’interesse della collettività. Inoltre la morte di un criminale non restituisce la vita alla sua vittima.

La pena di morte è esecrabile sul piano morale, aumenta il tasso di violenza della società, è la massima forma di legalizzazione del crimine. Essa, infine, contraddice il principio del valore educativo della pena.

UN ALTRO ESEMPIO: Desidero rispondere all’intervento di un lettore (Corriere di ieri) in merito all’idea di smettere di doppiare i film in Italia per permettere ai giovani di imparare meglio l’inglese e per non gravare sulle casse dello Stato.

Non condivido questa posizione, in primo luogo perché, in questo modo, si priverebbero centinaia di persone (attori, fonici e traduttori) di un mestiere, e oltre a non essere il momento storico più adatto, si perderebbe un’arte tipicamente italiana, svolta con grande attenzione e professionalità. Inoltre vorrei chiarire, in quanto doppiatrice, che il doppiaggio è un lavoro svolto da liberi professionisti e società private per conto di reti televisive o dei canali di distribuzione cinematografici. Di “statale” non v’è assolutamente niente ed è un regime di libero mercato, che produce posti di lavoro e fatturato.

Detto ciò, chiunque sentisse quest’esigenza può tranquillamente vedere i prodotti in lingua originale nelle sale cinematografiche adibite, via Internet, su qualunque dvd o sui canali tv che già mettono a disposizione la doppia lingua. (Lettera di una lettrice pubblicata sul Corriere della Sera del 31/01/2011)

1)l’uso ragionato e motivato dei paragrafi Il percorso del proprio ragionamento va esplicitato, reso chiaro e comprensibile al lettore attraverso 1)l’uso ragionato e motivato dei paragrafi (non andare a capo a caso, ma tutte le volte che si considera conclusa una tappa del ragionamento) 2)l’uso degli indicatori linguistici o connettivi logici che scandiscono i passaggi logici tra le varie parti

Per esempio: come introdurre gli argomenti a sostegno della tesi? Teoria Con i connettivi: come risulta, considerato che, così, dal momento che, dato che, in base al fatto che, perché, per questa ragione, infatti. Con i Pratica La matematica è un ingrediente essenziale del cervello umano (tesi), come dimostra uno studio condotto da alcuni scienziati australiani che hanno confrontato le capacità di calcolo di bambini aborigeni australiani di lingua inglese (argomento a favore).

Come aggiungere ulteriori argomenti? Teoria Con i connettivi: allo stesso modo, altrettanto importante che, anche, inoltre, oltre a ciò, per di più, si aggiunga che, tanto più che. Con i Pratica Allo stesso modo altri studi hanno dimostrato come le capacità logico-matematiche abbiano contribuito in maniera significativa all’evoluzione umana sin dai primordi, da quando cioè gli ominidi si sono staccati ed evoluti separatamente rispetto ad altre specie di scimmie.

Come confutare obiezioni e antitesi? Teoria Con i connettivi avversativi: al contrario, bensì, d’altra parte, in realtà, in verità, ma, però, tuttavia. Con i Pratica Tuttavia non è detto che l’uomo sia tale in quanto homo mathematicus, poiché a definire la sua natura contribuiscono anche altre componenti non strettamente logiche e razionali, ma, con un termine generico, spirituali e irrazionali.

Come introdurre un’obiezione o una concessione? Teoria Con le espressioni concessive: anche se è vero che, se è vero che …, sebbene, qualcuno potrebbe dire che, pur ammettendo che … Con i Pratica Pur ammettendo che la matematica è una componente fondamentale, connaturata del nostro cervello, tuttavia è innegabile che non è la sola.

Come introdurre la conclusione? Teoria Con i connettivi conclusivi: ebbene, ecco perché, da qui si deduce che, dunque, ne consegue che, ne deriva che, perciò, pertanto, quindi Con i Pratica Ne consegue che, benché connaturate nel nostro DNA, la matematica e le capacità logiche in generale non costituiscono gli unici elementi significativi che ci identificano come specie umana distinta dal resto del mondo animale.

Assolutamente da evitare: In conclusione posso dire che … riassumendo, possiamo affermare che … ; posso concludere dicendo che …; in conclusione ribadisco che …; detto questo, posso concludere che … e simili tristi convenzioni … o frasi fatte

Perché? Perché l’autore di un testo argomentativo mantiene uno stile il più possibile IMPERSONALE. Perché ciascuna delle frasi fatte citate in precedenza ti porta inevitabilmente sulla strada della ripetizione, a ripetere con altre parole (talora neanche tanto diverse) quando detto in precedenza.

Alcune regole fondamentali per la stesura di un buon testo argomentativo A) Prima di tutto: pianifica i contenuti e la loro articolazione / successione. B) Segui scrupolosamente il piano di stesura. C) Collega le varie parti del testo utilizzando i connettivi opportuni. D) Evita le frasi fatte, i luoghi comuni E) Sii convinto dell’assoluta e indiscutibile validità delle tue opinioni, perché devi portare il lettore dalla tua parte. F) Scrivi pensando sempre che chi legge il tuo testo non deve DECIFRARLO, ma CAPIRLO, non deve INTUIRE la tua opinione, ma comprenderla al volo. G) La chiarezza cristallina è un’utopia: tutto si deve spiegare, nulla va lasciato come sottinteso, implicito.