Educare attraverso lo sport in un oratorio Associazione Sportiva Dilettantistica SANTA CECILIA 2017
Qual è il nostro obiettivo finale? Qual è la stella polare che ci guida? Chi comanda qui?
Costruire una persona felice e responsabile, con quella Parola, vicino all’orecchio mentre cammina sulla sua strada?
“e qualunque cosa ci accada nella vita, anche se per vent'anni non ci vedessimo più, e anche se avessimo le occupazioni più importanti, o pervenissimo agli onori o piombassimo in qualche sventura, anche allora non dimentichiamo mai di come sia stato dolce sentirci una volta qui uniti, tutti insieme da un così buono e bel sentimento. Sappiate dunque che non c'è nulla di più alto, forte e sano , e utile per la vostra vita avvenire, di qualche buon ricordo, specialmente se recato a voi fin dai primi anni dalla casa dei genitori. Molto si parla della vostra educazione, ma uno di questi buoni e santi ricordi, custodito fin dall'infanzia è forse la migliore delle educazioni. Fedor Dostoveskij Si delinea il nostro compito come educatori sportivi, che ogni componente della nostra squadra possa avere sperimentato come è stato bello ….. stare insieme
Il nostro impegno e trasformare queste parole in uno stile Il nostro impegno e trasformare queste parole in uno stile che farà della nostra associazione sportiva uno strumento al servizio di “uomini nuovi”. Speriamo …. Intanto cosa troverà il ragazzo in campo ?
ENTUSIASMO RICERCA DEI TALENTI FATICA TECNICA ESTETICA ORGANIZZAZIONE COERENZA
E’ uno sport che diverte Prevale la dimensione ludica, creativa, gioiosa. Ciò non toglie che sia disciplinato, organizzato, competitivo. Servirà che l’allenatore sia bravo ad organizzare allenamenti capaci di …
E’ uno sport aggregativo. Funziona come polo di socializzazione leggera e immediata; non richiede distinzioni di sorta; E’ un contenitore prezioso E’ aperto a tutti. Tuttavia chi lo frequenta deve rispettare le regole del gioco, ma soprattutto lo “spirito dell’Oratorio”, la sua identità, la sua collocazione nella comunità.
E’ uno sport centrato sul primato della persona. Si fa sport, e bene, in relazione al principio dello sviluppo integrale della persona, verso il quale tutto il resto è subalterno. Questo è un principio discriminante e decisivo, criterio di comportamento e di scelte, regola aurea non negoziabile.
E’ uno sport “scuola di vita” e “palestra di virtù”. L’ambiente dell’oratorio propone già di per sé una condizione di apprendimento dei valori della vita. E’ un luogo colmo di messaggi, di opportunità per crescere da “onesti cittadini e buoni cristiani” (San Giovanni Bosco) che trova concretezza anche nel modo con il quale si fa sport Nel modo in cui dirigenti ed allenatori e genitori si formano in maniera permanente
LA SQUADRA COME METAFORA DEL BENE COMUNE Avere un progetto che non escluda, ma che sia un cammino di costruzione di un gruppo vincente, che sappia esprimere come qualità di gioco e come filosofia praticata l’idea che il buono ed il bello possano vincere. La traduzione degli ideali educativi in un modo particolare e caratteristico di giocare
QUALCHE IDEA FILOSOFICO SPORTIVA IL PASSAGGIO, come espressione calcistica della condivisione, come disponibilità a mettere l’altro nelle condizioni di avere successo, come elemento concreto di gioia comune. IL RECUPERO DEL PALLONE, il pressing, l’anticipo, l’attenzione. L’aggressività che diventa un elemento positivo e di valorizzazione di tutta una serie di ragazzi che hanno il problema dello scaricare tensioni ed emozioni. IL GIOCO SENZA PALLA, come sintesi più alta della collaborazione di gruppo. Accorciare le distanze, aggredire lo spazio, rispettare gli spazi altrui, come momento importante per passare da una accezione egoistica della vita ad un progetto dove insieme si può. I FONDAMENTALI , solo se coltivo con perseveranza i miei talenti, solo se li affino e li espando allora il mio gruppo avrà il meglio che io posso dare
LE REGOLE ED I RITUALI Le regole aiutano a crescere, se sono giuste, ferme e coerenti. Ciò che distrugge la regola e con sé l’autorevolezza dell’educatore è applicarla in modo diseguale o incostante. Poche regole ma su quelle non c’è discussione. Le regole devono essere ricordate periodicamente ed hanno un carattere preventivo. I ragazzi devono avere chiari i ruoli degli adulti e questi devono essere univoci nella promulgazione delle regole, La prima: Il rispetto: dell’allenatore, dei compagni, degli avversari, dell’arbitro, degli spazi che si utilizzano per giocare.
Gesù e i bambini "Lasciate che i piccoli..." "Lasciate che i piccoli..." Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: <<Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso>>. E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva”