Lo Sfruttamento Minorile
Introduzione Lo sfruttamento minorile è una forma di schiavitù causata dalla povertà, dalla lotta per la sopravvivenza o dalla ricerca di guadagni senza scrupoli. Nella maggior parte dei casi, a questo, si somma una povertà culturale che porta a considerare la scuola inutile e più redditizio e sicuro il lavoro.
Alcune cause del fenomeno… La povertà: causata, nella maggior parte dei casi, dalla necessità di sfamare una famiglia che ha contratto debiti o che ha perso il padre, lavoratore; Sete di profitto: gli sfruttatori preferiscono assumere i bambini poiché oppongono meno resistenza, costano meno e sono più abili e adatti per alcuni lavori, come la lavorazione dei tappeti, per cui occorrono dita veloci e sottili; L’ignoranza: essa parte soprattutto dai genitori, che non essendo ben istruiti, non sono pienamente consapevoli dei diritti fondamentali dei propri figli, dunque sono più portati ad avere sfiducia nella scuola e nell’istruzione come mezzo di crescita.
Forme di lavoro minorile: Il lavoro domestico: fenomeno sommerso, difficilmente quantificabile, ma molto diffuso. Malnutrizione, orari di lavoro massacranti e sfruttamento sessuale sono considerati come complemento del loro impiego. Il lavoro forzato: centinaia di bambini sono costretti al lavoro forzato in cantieri edili, piantagioni di canne da zucchero o ai telai per saldare i debiti contratti dai genitori. Lo sfruttamento sessuale: che coinvolge circa un milione di minori ogni anno nel mondo. Esso è inoltre praticato da molti datori di lavoro che, in questo modo, affermano la loro prepotenza su persone incapaci di difendersi.
Dov’è più diffuso?
Lo sfruttamento minorile in Italia Il Italia, lo sfruttamento del lavoro minorile è vietato dalla legge 977 del 17 ottobre 1967[2] Nonostante i divieti, l'ISTAT nel 2001 stimava che ci fossero in Italia circa 140.000 lavoratori tra i 7 e 14 anni.
Chi lo combatte? L’ UNICEF è in prima fila nella lotta contro il lavoro minorile, e in questa lotta unisce le proprie forze a quelle dei governi, delle altre agenzie ONU (in primo luogo l’OIL e l’UNESCO) e soprattutto delle organizzazioni non governative locali. Consapevole della complessa natura del fenomeno e delle sue cause strutturali, l’UNICEF invita a diffidare delle soluzioni facili, dei trionfalismi e delle crociate repressive.
A cura di: P. Viscido M. Calace V. Oliva Classe II A/S Anno scolastico 2016/2017