La Pesah.

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Transcript della presentazione:

La Pesah

Le origini della Pesah La Pasqua, in ebraico Pesah, è la più importante festività ebraica e commemora l‘esodo, cioè la liberazione dalla schiavitù d’Egitto del popolo israelita, condotto da Mosè oltre il Mar Rosso, grazie al potere conferitogli dalDio JhWh. Mosè, infatti, chiamato da Dio, sfidò il Faraone e liberò i discendenti di Giacobbe.

Nelle sue più antiche origini questa festività era principalmente legata all’agricoltura, infatti la Pesah veniva festeggiata nel periodo iniziale del raccolto. Indicava quindi il passaggio dall’inverno alla primavera. La Pesah  (parola ebraica tradotta in lingua italiana con "passaggio"). viene anche detta dal  popolo ebraico "Zman Cherutenu", cioè "tempo della nostra liberazione”.

LA FUGA DALL’EGITTO Il primo riferimento alla Pesah si trova nel libro dell’Esodo, il secondo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana. L’Esodo è composto da 40 capitoli: nei primi 14 sono narrati l’arrivo degli Ebrei in Egitto, la loro riduzione in schiavitù e la loro liberazione per mezzo di Mosè. Nei restanti capitoli, si descrive il loro viaggio attraverso il deserto del Sinai; sull’omonimo monte Mosè riceverà le tavole della legge, riportanti i dieci comandamenti. Il periodo a cui fa riferimento l’Esodo si pensa sia il 1300/1200 a.C.

RITI DELLA FESTA DI PESAH La festa di Pesah cade il 15 del mese ebraico di Niisan (generalmente ad aprile) un periodo che coincide con l’inizio della mietitura. Benché la mietitura sia un momento di grande gioia nelle civiltà contadine, durante Pesah l’aspetto agricolo della festa è poco enfatizzato, mentre è più presente durante la festività dello Shavuot (la Pentecoste Ebraica). Pesah o Pasqua Ebraica è una festa che non si esaurisce in una sola giornata. A Israele dura 7 giorni, di cui il primo e l’ultimo di festa solenne e gli altri di mezza festa; fuori da Israele dura 8 giorni, di cui i primi due e gli ultimi due di festa solenne. Il giorno che precede Pesah è la Festa dei Primogeniti, che ricorda i primogeniti ebrei risparmiati durante l’ultima piaga inflitta agli egizi. Durante i giorni di festa solenne, è proibito qualunque lavoro, mentre nei giorni restanti molte attività restano aperte per metà giornata.

Durante Pesah è vietato possedere e mangiare prodotti lievitati, mentre si consuma il matzà, un pane azzimo e scondito. Non è obbligatorio mangiare le azzime, ma cibarsi volontariamente di cibi lievitati (chamez) è assolutamente proibito durante tutta la Pasqua Ebraica e farlo comporta un grave danno per l’anima. Non solo i farinacei, ma anche prodotti come la birra, essendo lievitati, non sono kosher, ossia non sono “idonei” per Pesah. Poiché la casa deve essere monda da ogni sostanza lievitata (chamez), prima di Pesah ogni abitazione è pulita da cima a fondo in cerca della più piccola briciola di pane, motivo per il quale, anche in italiano, si parla di “pulizie di Pasqua” per indicare una pulizia globale e scrupolosa della casa. La ricerca dei lieviti comincia negli ambienti dove è meno probabile trovarli (come la camera da letto), proseguendo via via nella sala da pranzo e nella cucina. Al termine dell’operazione di profonda pulizia della casa, che dura giorni o settimane, si svolge una sorta di “caccia al tesoro” per i bambini, che cercano dieci briciole di pane lasciate appositamente in giro per la casa. Le briciole ritrovate vengono poi bruciate.

Durante Pesah viene utilizzato un apposito servizio di stoviglie, pentole e posate; in alternativa bisogna kosherizzare (ossia “rendere adatto/rendere idoneo”) piatti e vasellame attraverso specifici lavaggi e allontanare ciò che non si può purificare. Tutto il cibo lievitato e il vasellame non kosher*, deve essere invece venduto a un non-ebreo. Generalmente questa vendita è simbolica e, subito dopo la festa, gli ebrei riacquistano quanto venduto. Se animali da compagnia e bestiame devono necessariamente mangiare lieviti, li si vende temporaneamente e simbolicamente ad un non-ebreo, come fatto col vasellame. Persino lo Stato di Israele, durante Pesah, vende per intero ad un altro Stato, ad un prezzo simbolico, tutto ciò che di chamez possiede, riacquistandolo subito dopo la festa. *Kosher: L’insieme Di Regole Religiose Che Governano La Nutrizione Degli Ebrei Osservanti. La Parola Ebraica “Kasher O Kosher” Significa Conforme Alla Legge, Consentito, Le Regole Principali Derivano Dalla Bibbia – La Torah.

La prima sera di Pesah si celebra una cena detta Sèder, durante la quale si leggono e commentano, in un preciso ordine, le fasi dell’Esodo (“in quel giorno lo narrerai a tuo figlio dicendo: in grazia di ciò il Signore mi fece uscire dalla terra d’Egitto“) e si invitano i bisognosi, in particolare chi non ha famiglia, a partecipare alla cena, che è composta da vino, pane azzimo ed erbe amare. Il pane azzimo e le erbe amare, che richiamano quelle mangiate prima della fuga, sono anche simbolo dei sacrifici che l’anima deve fare per mantenersi monda e priva di superbia agli occhi di Dio.

LA CENA DI PASQUA

LA VIGILIA Prima dell'inizio della festività gli ebrei eliminano, come già detto, da casa ogni minima traccia di lievito e qualsiasi cibo che ne contenga. Matzot Pane azzimo

Il piatto del Sèder Durante la cerimonia il piatto del Sèder precede la cena, il piatto ha dipinti tutti i principali simboli della festa. Al centro sono poste tre Matzot per ricordare la concitata e precipitosa fuga dall'Egitto. Attorno vi sono il ”karpas”, un gambo di sedano che ricorda la corrispondenza della festività di Pesach con la primavera e la mietitura, “maror”o erbe amare che rappresenta la durezza della schiavitù; una zampa arrostita di capretto chiamata ”zeru'a “ che rappresenta l'agnello pasquale che gli ebrei sacrificarono nella notte della morte dei primogeniti egiziani; un uovo sodo ”beitza”  in ricordo del lutto per la distruzione del Tempio; infine una marmellata preparata con mele, datteri, mandorle, prugne, noci e, spesso, vino (chiamato "Charoset") che rappresenta la malta usata dagli ebrei durante la schiavitù per la costruzione delle città di Pit'om e Ramses.

DOPO LA CENA… Terminato il pasto, successivo alla prima parte del Sèder, si consumano i bicchieri di vino restanti con la recitazione della benedizione. Dopo il pasto si permette di bere solo acqua e si proibisce di mangiare altro sino all'alba o dopo la recitazione di Shachrit.

LA PESAH CANTI PREGHIERE

CANTI I Canti per la Pesah sono utilizzati durante le celebrazioni nei periodi pasquali. Vengono cantati per trasmettere gioia e felicità in un giorno di festa come la pasqua, la quale rappresenta una giornata di pace con i propri cari e amici. CANTI : Dayaynu Vehi she’amdah P-A-S-S-O-V-E-R

"VeHi she'amadah" - cantata da Yaakov Shwaki e Yonatan Raze דיינו - פסח - עשרת המכות  Il canto “Dayaynu” (“per noi è abbastanza”) con le dieci piaghe www.youtube.com/watch?v=xcfiR3BOVV0 יעקב שוואקי ויונתן רזאל - והיא שעמדה "VeHi she'amadah" -  cantata da Yaakov Shwaki e Yonatan Raze www.youtube.com/watch?v=C8h0yQZZyXk P-A-S-S-O-V-E-R www.youtube.com/watch?v=5qSXrnkSeKs

Haggadah di Pesach Haggadah La Haggadah di Pesach narra l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto e viene letta nella prime due sere -solo la prima sera di Pesach per chi vive stabile in Terra d'Israele- nel corso del Sèder. Nei momenti di riunione quello più sentito e popolare è il Sèder di Pesach, che si celebra appunto all‘inizio di questa festa, ossia la sera in cui comincia la giornata del 15 di Nisan. In questa occasione, che di solito è di ritrovo familiare, si segue un rituale molto antico che è codificato, in modo sostanzialmente identico, per tutti i riti ortodossi e conservativi nella Haggadah di Pesach. La narrazione dell'uscita dall'Egitto inizia con una recitazione in aramaico e segue con quello che è il brano più amato, Ma Nishtanah di solito recitato dal più giovane della tavolata. In seguito vengono ricordati gli eventi che hanno portato all'Esodo, dalle dieci piaghe, all'apertura del Mar Rosso, alla distribuzione della manna, i dieci Comandamenti, eccetera. Il racconto termina con dei canti. Haggadah

La sua struttura comprende: Le benedizioni legate alla ricerca del chametz effettuata nella sera della vigilia. Durante la festa di Pesach in una casa ebraica non vi devono essere tracce di cibi lievitati. Subito dopo il chametz, eventualmente non trovato, viene annullato con un'altra benedizione. Il mattino della vigilia il chametz conservato viene bruciato con una successiva preghiera ebraica per l'annullamento. Il Sèder vero e proprio. Si giunge alla sera: a partire dal tramonto, dopo la conclusione della preghiera serale di Arvith, inizia il Sèder (in ebraico: סדר - ordinamento o ordine) di Pesach, nel corso del quale viene osservata una liturgia precisa. Nel corso di questo, dopo la santificazioni, si giunge al capitolo Magghid (in ebraico: מגיד - narratore) che è il cuore dell'Haggadah di Pesach.

Shachrith  è la preghiera mattutina ebraica, la cui origine risale al patriarca Abramo, è fondamento liturgico. Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. i sacrifici vennero sostituiti definitivamente con le preghiere, pur rimanendo invariate le usanze del culto del Santuario che prevedevano due sacrifici giornalieri, quello della mattina accompagnato da questa preghiera e quello pomeridiano accompagnato dalla Tefillah di Minchah. C'era inoltre la preghiera serale di Arvith, che per alcuni rimase in secondo piano in quanto non aveva alcun legame con i Sacrifici e la Tefillah di Musaf che viene aggiunta nei giorni festivi per ricordare il Sacrificio aggiuntivo.

Elaborato della classe 2D: Lucia Boldrini, Giulia Cacciamani, Andrea Campioni, Lorenzo Caprari, Mattia Carsetti, Giovanni Cirella, Riccardo Lucarini, Gaia Maiolatesi, Davide Maltoni, Elisa Mariani, Leonardo Mariotti, Francesco Nagni, Alessia Ottaviani, Paolo Pecchia, Raimondo Quaranta, Anna Rondelli, Elisabetta Spagliccia, Asia Trognoni, Adriano Zuccarini. A.S. 2016/2017