Corso di formazione AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI INTERVENTO

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Sezione Valli Sarno Irno Agro Nocerino Sarnese MARIA ANNA FORMISANO PSICOLOGA E DOCENTE 1 Soggetto già qualificato per la formazione e l’aggiornamento.
Transcript della presentazione:

Corso di formazione AUTISMO A SCUOLA: METODOLOGIE DI INTERVENTO Analisi funzionale e comportamenti problema Brindisi, 4 aprile 2017 Dott.ssa Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta annachiara.rosato@libero.it 1 Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 1 1

“Mio figlio Andrea mi fa diventare matta!”; “Cosa posso fare con Giacomo? Disturba tutta la classe!”; “Siamo disperati…Nessun operatore vuole più lavorare con Maria”. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

…e questo quanto ci irrita?!.. La definizione che gli autori danno a queste condotte è COMPORTAMENTI PROBLEMA o PROBLEMATICI. Questi comportamenti sono definiti a posteriori, in cui ciò che il soggetto fa è discorde da quello che il genitore, l’insegnante o l’operatore vorrebbe. …e questo quanto ci irrita?!.. Sfida vs di noi, ci crea ansia anticipatoria Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 3

Soluzioni dell’ultimo minuto… e che diano risultati immediati Molti operatori si preoccupano di eliminare o ridurre il comportamento piuttosto che identificare le ragioni che lo mantengono. Se fai questo dopo potrai fare…(soggetti con RM non sono capaci di legare un messaggio verbale ad un comportamento) Apprendimento in base agli errori, non intervengono perché vogliono che impari dalle esperienze (il bambino fuori dalla classe) Punizione (sculacciata, urlo, brutto voto, interruzione di un’attività piacevole…) Generslmente l’intervento deve essere orientato all’eliminazione del problema e quindi si abusa della punizione (rimuovergli dei punti, metterlo in disparte, mettergli dei -) Ma saper valutare, comprendere e modificare un CP è utile a prescindere dalla diagnosi e dalla patologia, dobbiamo attenerci a ciò che il b fa limitando quanto possibile le inferenze su quello che il bambino è. CP come indicatore di eventuale difficoltà o disagio ma anche come situazione modificabile Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 4

Aggiungiamo frustrazione Applicare una tecnica senza un metodo si rischia di fallire molto velocemente perché si trascurano diversi aspetti del contesto e della persona: dimostriamo di non avere compreso il messaggio comunicativo del comportamento problema e daremo un messaggio incongruo con le esigenze della persona Aggiungiamo frustrazione Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

Che cos’è un comportamento problema (Emerson 1995) Un comportamento distruttivo e/o pericoloso per L’individuo Gli altri L’ambiente O che ostacoli l’apprendimento e l’interazione sociale Il c del b è soggetto alle leggi dell’apprendimento, influenzano e cambiano il c del b. 6 Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 6 6

Fattori a rischio per lo sviluppo di comportamenti problema Livello di funzionamento adattivo (Sigafoos et. Al, 1995). “Efficienza è il grado con cui l’individuo raggiunge gli standard di indipendenza personale e responsabilità sociale propri dell’età e del gruppo culturale di appartenenza” (Grossman, 1973) Limitata abilità comunicativa (Schroeder et al, 1978) Difficoltà di apprendimento (QI) Autismo (Sturmey and Vernon, 2001) Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

Riassunto… CP è prevalentemente frutto dell’apprendimento, è sociale e va definito in base alle conseguenze che produce per la persona e per gli altri Il 10-15% di individui con disabilità intellettive emette CP CP è funzionale CP produce un costo umano ed economico significativo, ma è suscettibile al cambiamento Se un comport non ha un beneficio ambientale o individuale per la persona questo si estinguerà o si ridurrà, se invece un comp si ripete è plausibile ipotizzare che abbia una specifica e attiva funzione per l’individuo. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 8

Topografie prevalenti Aggressività Auto-lesionismo Danno/distruzione dell’ambiente Vocalizzazioni non appropriate Stereotipie Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

TOPOGRAFIE PREVALENTI Non guardare la persona, non rispondere, non collaborare quando viene data un’istruzione Comportamenti autostimolatori (es mettere in bocca oggetti…) Sdraiarsi o buttarsi sul pavimento Scappare lontano dagli adulti Arrampicarsi sul tavolo o sugli scaffali Urlare, emettere suoni forti… Piangere “Lagnarsi” (vari comportamenti presenti insieme come pianto, urlare, buttarsi a terra..) Distruzione di oggetti Spingere, picchiare, mordere Comportamenti autolesivi

Le potenziali funzioni di un comportamento problema Attenzione sociale (Sr+) Accesso a tangibile (Sr+) Evitamento sociale (Sr-) Evitamento/fuga da attività/compito (Sr-) Rinforzo automatico (non-sociale) (SrA) Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

Marco sfarfalla le mani davanti al frigorifero Cosa mantiene un comportamento, stesso comportamento funzioni diverse Sr+ DARE Sr- TOGLIERE Sr automatico Sete Marco sfarfalla le mani davanti al frigorifero “Povero Marco, hai sete vero?” “Ecco del succo” Marco infila le perline Marco sfarfalla le mani e si dondola sulla sedia Oh sei stanco, facciamo un’altra cosa Marco sfarfalla le mani e si dondola mentre guarda un video Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 12 12

SR+ attenzione/tangibile …è un bimbo molto deciso… Antecedente B Comportamento C conseguenza Presenza interlocutore deprivazione Aggressione Urla autolesionismo Attenzione Tangibile

•Restituzione del rinforzo (dammi i teletubbies…) Antecedenti frequentemente associati con comportamenti mantenuti da SR+ •Deprivazione di attenzione •Necessità di condividere l’attenzione •Mancato accesso al rinforzo (blocco o NO) •Mancato accesso al rinforzo (blocco o NO) •Ritardo nella consegna (aspetta) •Restituzione del rinforzo (dammi i teletubbies…)

SR-fuga/evitamento …è stanco… ANTECEDENTE B COMPORTAMENTO C CONSEGUENZA Istruzione/compito Aggressione Urla Rimozione del compito/istruzione

Perché esiste un CP? Come si è originato un comportamento problema? Come si mantiene? Quale funzione ha? I CP sono soggetti ai principi dell’apprendimento (rinforzo, estinzione, punizione) e l’ambiente (genitori, operatori, insegnanti) influenza e cambia il comportamento degli individui. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

Premesse di base La meta è legittima: quello che le persone fanno ha una spiegazione/un senso/un intento comunicativo che va rispettato Il modo è problematico Il CP non si manifesta casualmente Il CP si correla agli eventi che lo precedono e lo seguono Un solo CP può avere molteplici funzioni Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

CHE COS’ E’ UNA VALUTAZIONE FUNZIONALE DEL COMPORTAMNETO? Insieme di procedure per individuare le cause di comportamento disadattivo o socialmente inappropriato e ridurlo attraverso l’insegnamento dei comportamenti alternativi Il corpo della letteratura empirica e scientifica che sostiene questi metodi si trova nel campo dell’analisi comportamentale applicata (ABA)

ELEMENTI DI UNA VALUTAZIONE FUNZONALE EFFICACE Classifica il comportamento a seconda della funzione Identifica le variabili di controllo (antecedenti e conseguenti) che portano ai compotamenti problematici

Cosa fare?! Primo passo: comprendere la funzione del comportamento Secondo passo: perché il comportamento ha quella funzione, cosa vuole ottenere. Per evitare di interpretare un gesto e quindi intervenire in modo improprio. Terzo passo: intervenire, selezionando una risposta alternativa più adattiva con la stessa funzione Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

Presupposti all’assessment funzionale del CP Il CP svolge una funzione specifica per arrivar ad uno specifico risultato : ottenere attenzione od oggetti, evitare qualche cosa perché il compito è troppo difficile o non gradito o avere un feedback sensoriale Il CP ha un intento comunicativo che deve essere rispettato la persona sta cercando di mandare un messaggio in base alle motivazioni descritte sopra: mi piacerebbe che mi parlassi – attenzione- il compito è troppo difficile/ho bisogno di una pausa-evitamento- sono annoiato-autostimolazione. La persona potrebbe non avere i mezzi per comunicarci questi messaggi, l’importante è rispettare l’intento comunicativo (la funzione, cambiare la forma) Il CP si correla agli eventi ambientali e non si manifesta casualmente hanno una funzione di controllo sull’ambiente, dalle numerose associazioni tra gli eventi si crea questo controllo Un solo CP può avere molteplici funzioni picchiare per evitare un compito o attirare l’attenzione, se quindi si cerca di intervenire con la punizione senza aver considerato le variabili ambientali non ci si può stupire del fatto che emergano altri comportamenti anche peggiori del primo. Interventi preventivi e che rispettino la dignità e i diritti della persona. 1-per arrivar ad uno specifico risultato (ottenere attenzione od oggetti, evitare qualche cosa perché il compito è troppo difficile o non gradito o avere un feedback sensoriale 2-la persona sta cercando di mandare un messaggio in base alle motivazioni descritte sopra: mi piacerebbe che mi parlassi –attenzione- il compito è troppo difficile/ho bisogno di una pausa-evitamento- sono annoiato-autostimolazione. La persona potrebbe non avere i mezzi per comunicarci questi messaggi, l’importante è rispettare l’intento comunicativo (la funzione, cambiare la forma) 3-hanno una funzione di controllo sull’ambiente, dalle numerose associazioni tra gli eventi si crea questo controllo 4-picchiare per evitare un compito o attirare l’attenzione, se quindi si cerca di intervenire con la punizione senza aver considerato le variabili ambientali non ci si può stupire del fatto che emergano altri comportamenti anche peggiori del primo. Interventi preventivi e che rispettino la dignità e i diritti della persona. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 21

Per stabilire la funzione di un CP: Assessment Funzionale Interviste ai genitori Osservazione diretta dei comportamenti e compilazione di una presa dati dove vengono registrate le variabili di controllo (ABC) (foglio analisi funzionale descrittiva) Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 22

Analisi funzionale descrittiva ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA RISPOSTA ALLA CONSEGUENZA A. cammina con un compagno verso l’aula di sostegno; il compagno mette la mano sul braccio di Antonio Antonio picchia il compagno Il compagno si allontana da Antonio Antonio cammina tranquillamente verso l’aula di sostegno L’insegnante dice agli studenti di prepararsi per l’ora di lettura Antonio graffia il suo compagno di banco L’insegnante dice: “Antonio smettila di picchiare” e lo allontana in un’altra parte dell’aula Antonio sta tranquillo Mentre guarda gli altri leggere Antonio osserva i compagni; l’insegnante sta lavorando singolarmente con ogni bambino Antonio picchia il suo compagno di banco Il bambino piange; l’insegnante va da Antonio e si siede accanto per spiegargli perché non deve picchiare. Antonio resta seduto tranquillo vicino alla maestra Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 23

Dati dell’Assessment Funzionale Eventi Antecedenti: alla presenza di chi o di quali attività è possibile osservare con maggiore probabilità il comportamento problematico?o quali situazioni è più probabile che non si verifica? Eventi Conseguenti: quali sono gli eventi che sistematicamente seguono i CP? INTERVENTO: Comportamenti Alternativi appropriati che abbiano la stessa funzione Informazioni sulle var A: alla presenza di chi o di quali attività è possib osservare il CP, sulle C: eventi che SISTEMATICAENTE seguono i CP e permettono quindi di individuare i c alternativi sostitutivi che abbiano la stessa funzione del CP. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 24

Antecedenti comuni per il CP RINFORZO NEGATIVO Il compito è troppo difficile Non c’è abbastanza rinforzo positivo Tanto ottengo quello che voglio gratuitamente, perché lavorare? Stare con gli altri mi mette in difficoltà RINFORZO POSITIVO In assenza di attenzione Quando non si ha accesso a qualcosa Quando non si può avere qualcosa Quando si deve aspettare quello che si vuole Quando si deve interrompere un’attività preferita Quando bisogna riconsegnare una cosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

FASE 1: IDENTIFICARE I CP Domande: Mi elenchi ogni CP manifestato dalla persona Con quale frequenza, normalmente, si verificano i comportamenti specifici? Descriva l’intensità di ciascun comportamento Per ciascun CP, identifichi le attività e/o gli ambiti nei quali il comportamento si manifesta normalmente. Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

FASE 2: DARE UNA PRIORITÀ Il CP è una minaccia per la vita della persona? Sì-No Il CP è una minaccia per l’incolumità fisica della persona? Sì-No ….di terzi? Sì-No Il CP interferisce con il processo di apprendimento della persona? Sì-No …di altre persone nel setting? Sì-No Il C distrugge o danneggia oggetti? Sì-No Se non si interviene ritiene che il comportamento peggiorerà? Sì-No Il C interferisce con l’accettazione da parte di coetanei a sviluppo tipico? Sì-No Nel momento in cui esistono più di un CP, bisogna stabilire quale C deve essere affrontato per primo, generalmente quelli che possono procurare lesioni fisiche al soggetto, agli altri Successivamente ci sono quelli che possono interferire con il normale processo di apprendimento della persona o degli altri o che danneggiano l’ambiente. Se la risposta è sì per una delle prime 3 domande allora si consiglia l’intervento immediato. A volte la persona intervistata percepisce i c come più disturbanti, più frequenti o più intensi di quanto non siano nella realtà Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa 27

FASE 3: definire i CP Le definizioni operative sono necessarie per assicurare agli operatori di agire sullo stesso comportamento e di rispondervi in maniera coerente. Disturbante: _________, ___________ Aggressione fisica:___________,_____ Autolesione:__________,___________ Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

I comportamenti: Possono avere la stessa topografia ma avere una o più funzioni Comportamenti diversi potrebbero avere funzioni diverse Copyright © 2007 Francesca degli Espinosa

ESERCIZIO Osservate il video e individuate i comportamenti problema di F. Che cosa fanno gli altri?

Video vari (autostimolazioni, accetaz del no, frustrazione….) Esempi da apprendimento vol 1 Osservazione video e compilazione analisi funzionale descrittiva

ESERCIZIO Pensate ad un vostro bambino o ragazzo Definite un comportamento problema che manifesta (es. spinge, lancia oggetti, urla, si morde..) Compilate una sintetica analisi funzionale con A (antecedente) B (comportamento) C (conseguenze) Ipotizzate una possibile funzione (attenzione, accesso a tangibile, auto stimolazione, evitamento) Formate piccoli gruppi e lavorate insieme, individuando ognuno un proprio cp

Psicologa Psicoterapeuta Grazie a voi per l’ascolto e alla Dott.ssa Giovanna Di Carlo- BCBA per la condivisione del materiale utilizzato e per il prezioso contributo alla mia formazione Annachiara Rosato Psicologa Psicoterapeuta annachiara.rosato@libero.it