Hai mai conosciuto un ragazzo interessante ma originale e complicato?

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Transcript della presentazione:

Hai mai conosciuto un ragazzo interessante ma originale e complicato?

Leopardi (1798 – 1837) Un poeta profondamente moderno, incompreso dai suoi contemporanei, vicinissimo alla nostra sensibilità.

L’Italia nell’Ottocento

Recanati È ora una cittadina in provincia di Macerata, allora faceva parte dello Stato della Chiesa.

Casa Leopardi

La vita

La biblioteca di casa Leopardi

Le opere (prosa e poesia) Zibaldone Canti, al cui interno troviamo i Piccoli e i Grandi Idilli, Operette morali

Quando scrive le sue opere? Zibaldone: dal 1817 Canti: tra il 1818 e il 1836 Piccoli idilli: l’Infinito (1819) Grandi idilli o Canti pisano - recanatesi: A Silvia (1828), La ginestra (1836) Operette morali: tra il 1827 e il 1831

La poetica La poetica, cioè come L. intende la sua poesia e le sue funzioni, si definisce nel corso degli anni ed è caratterizzata da una determinata consapevolezza e da contenuti ben definiti…

Siete sicuri che ora, alla vostra età, guardate il mondo come facevate da bambini?

Come lo spiegate ora? E da piccoli? Provate a pensare ad un elemento naturale qualsiasi… Come lo spiegate ora? E da piccoli?

La poetica di Leopardi, le funzioni della poesia 1) Tentativo di raggiungere l’autenticità primitiva dell’uomo antico (// del fanciullo), l’immaginazione, la fantasia… 2) Il poeta ricerca il piacere, attraverso la ricerca del vago, dell’indefinito… 3) La poesia può esprimere la solidarietà tra gli uomini…

La ricerca dell’autenticità 1) La poesia dei moderni è molto diversa da quella degli antichi (poesia immaginativa – prescientifica) 2) Ricerca poetica di questa autenticità primitiva… 3) Il poeta moderno, però, può solo fare dei tentativi, non riuscirà mai a raggiungere il suo obiettivo, si potrà avvicinare ma non sarà mai un poeta antico… 4) Il poeta antico immaginava; il poeta moderno ‘sente’, sente la verità, la realtà per com’è, sente il dolore e non può consolarsi…La sua è detta perciò poesia sentimentale…

La ricerca del vago, dell’indefinito si riflette sul linguaggio! La poesia leopardiana non ha un linguaggio qualsiasi… Le parole sono ricercate e richiamano concetti indefiniti, incerti, vaghi… Perché? Per soddisfare il bisogno di bellezza e di piacere che è insito nell’essere umano… Quindi la poesia ha una soluzione: propone ciò che è inesauribile! Con la poesia possiamo soddisfare il nostro bisogno di ‘infinito’!

La poetica si evolve parallelamente al PESSIMISMO LEOPARDIANO Pessimismo personale Pessimismo storico (molto affine al contrasto tra uomo antico e moderno esaminato con la produzione poetica) 3) Pessimismo cosmico (l’infelicità è insita nell’uomo // teoria del piacere)

Leopardi non è stato un semplice poeta, ma un pensatore profondamente moderno…. Di fronte alla consapevolezza che ha maturato sull’esistenza, quali sono le soluzioni? Dove può trovare rifugio l’uomo? 1) Nel ricordo 2) Nella speranza 3) Nella solidarietà (vedi La ginestra) 4) Nella poesia!!!!

L’infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.  

L’infinito Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo; ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.  

Commento 1) L’aggettivazione dei dimostrativi per il limite e l’infinito evidenzia il percorso interiore di Leopardi, questa sua avventura immaginativa: a) allontanamento, ritorno, definitivo abbandono nell’infinito. b) lo studio dei campi semantici, delle parole esaminate in base al loro significato, suggeriscono questo percorso, che parte dal concreto e giunge all’astratto, da un percepire con i sensi a un cogliere con il cuore e la mente… 2) Il significato della congiunzione avversativa ‘ma’ ? Confine ‘lessicale’ della poesia, tra il ‘finito’ e l’infinito. 3) Quando è stata scritta questa poesia? 1819!* 4) In questa poesia, L. elabora la sua nuova poetica, cioè la ricerca del vago, dell’indefinito. La poesia è un mezzo per rimediare all’infelicità dell’uomo legata al bisogno, costantemente insoddisfatto perché il suo appagamento è limitato nel tempo. Una poesia di valore deve contenere l’indefinito. Questa è la vera poesia, questa è una bella poesia. 5) A quale raccolta poetica appartiene? Tutte le poesie di L. sono raccolte nei Canti (1831). 6) Significato di ‘idillio’, di “Piccoli idilli” e “Grandi idilli”. All’interno troviamo una suddivisione che comprende i Piccoli e i Grandi idilli. La parola ‘idillio’ non l’ha inventata L., era un genere poetico che già esisteva (poesia di carattere agreste). L. rinnova completamente questo genere e fa confluire due tematiche distinte.