La rinascita dopo il Mille

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Transcript della presentazione:

La rinascita dopo il Mille Dopo il Mille si parla di BASSO MEDIOEVO ed avviene una RINASCITA GENERALE: Aumento demografico (=aumento della popolazione) Rivoluzione agricola (=migliorano le tecniche agricole) Rinascita dei commerci (=la disponibilità di più prodotti favorisce il commercio) Rinascita delle città e Inurbamento (=spostamento della popolazione verso le città) Nascita del COMUNE (=un nuovo organismo sociale)

1. Incremento demografico e Rivoluzione agricola Dopo il Mille la popolazione aumenta perché finiscono le invasioni, che avevano portato distruzione, morti, malattie. Inoltre l’incremento demografico avviene anche per la maggiore disponibilità di cibo (=derrate alimentari), dovuta, a sua volta, alla rivoluzione agricola: migliorano le tecniche agricole e dunque si producono più prodotti della terra. Tra le innovazioni agricole, ricordiamo: L’uso della rotazione triennale (= il terreno è diviso in 3 parti, di cui una non coltivata per recuperare le sostanze nutritive e ridiventare fertile; le altre 2 parti sono coltivate, una a grano e l’altra a legumi. In questo modo non si riusciva a produrre più cibo e non si rischiava la carestia) L’uso di nuovi attrezzi, come l’aratro pesante, con ruote per meglio manovrarlo, con vomere (lama in ferro che muoveva meglio del legno la terra) e con versoio (un prolungamento del versoio). Grazie ad esso si sfruttarono anche i terreni più duri e l’area coltivabile in Europa aumentò. L’uso del cavallo al posto del bue per il traino dell’aratro L’uso di mulini ad acqua o a vento per azionare macchinari come la macina (per macinare grano, sale) o quelli per spremere le olive o per tagliare la legna.

La rinascita dopo il Mille può essere così rappresentata: Aumento demografico Maggiore richiesta di cibo + maggior numero di lavoratori Miglioramento delle tecniche agricole: rivoluzione agricola Aumenta la disponibilità di cibo Diminuiscono la mortalità, le malattie, perché la stato di salute migliora

2. Rinascita del commercio e delle città La Rivoluzione agricola fece anche rinascere il commercio: aumentò la quantità di prodotti e così quelli non consumati iniziarono ad essere venduti nei MERCATI. Essi si tenevano fuori dalle mura di corti, castelli e città. Esistevano anche FIERE ANNUALI (dette CHAMPAGNE) che si tenevano nella regione della Francia meridionale della Champagne, appunto e dove tutti i mercanti europei esponevano le proprie merci. Il commercio avveniva anche a grande distanza, attraverso le navi: con l’Oriente (per le spezie, gli oggetti preziosi) o con l’Africa settentrionale (per l’oro). Iniziò ad essere riutilizzata la MONETA, al posto del baratto (scambi in natura) che aveva caratterizzato l’Alto Medioevo. Grazie alle nuove attività commerciali rinacquero le città, dove avvenivano gli scambi di prodotti. Esse pian piano furono ripopolate perché offrivano nuove possibilità di lavoro. Vi abitavano ARTIGIANI (che fabbricavano utensili, strumenti per la casa e per i vari mestieri) e MERCANTI. Insieme, artigiani e mercanti formarono una nuova classe sociale: la BORGHESIA (parola che viene da «borgo», quartiere dove avvenivano i commerci). Oltre ai borghesi, le città erano popolate da PICCOLI NOBILI e da CONTADINI, che lì si spostavano in cerca di fortuna.

3. La nascita del COMUNE Dopo che le città ripresero vita (con l’aumento della popolazione e le diverse attività artigianali e commerciali), alcune di esse volevano AUTOGOVERNARSI, liberandosi del potere del signore feudale sotto il cui dominio ricadevano (ricorda che il Feudo – un terreno - era stato affidato ad un Feudatario che comandava in tutto il territorio). Alcuni cittadini si riunirono in ASSOCIAZIONI, dette «coniuratio» o «communio», per combattere insieme ed ottenere maggiore autonomia. Essi volevano ottenere alcune Libertà, come: Esenzione (non pagare) da alcune tasse Gestire da soli e liberamente il commercio Governare la loro città, eleggendo dei rappresentanti (potevano esser eletti solo le persone benestanti – borghesi e nobili – mentre erano escluse donne, poveri, persone di altra religione, come gli Ebrei) Amministrare la Giustizia (potere in grado di condannare chi non rispetta le leggi Occuparsi di imporre e riscuotere (prendere, prelevare) le tasse Battere (stampare) moneta

3. La nascita del COMUNE (2) I Comuni italiani più importanti sorsero al centro-nord (sottoposto all’Impero) e ciascuno si specializzò in un’attività economica, ecco alcuni esempi: Venezia, nella lavorazione del vetro (ricorda, tuttora, la famosa «murrina») Firenze, nella lavorazione della lana Milano, nella fabbricazione di armi Genova, nei commerci marittimi Lucca, nella lavorazione della seta Fabriano, per la carta Nel sud Italia c’era il Regno dei Normanni, che impedì il formarsi di Comuni liberi. Pian piano i Comuni estesero il loro potere anche nelle campagne circostanti, (vicine), diventando dei PICCOLI STATI. Fuori dall’Italia, altri Comuni sorsero in Germania e nelle Fiandre (Belgio)

Chi governa il Comune Il governo (guida, comando) del Comune fu affidato ai CONSOLI (fase consolare), che restavano in carica per 1 anno. In ogni Comune italiano il loro numero variava da 2 a 20. Poteva essere consoli i nobili o i borghesi più ricchi. Essi erano eletti da un Parlamento, un’assemblea detta ARENGO, anch’essa formata solo da cittadini maschi, maggiorenni, cristiani e, soprattutto ricchi. Poiché la partecipazione politica, cioè il governo della città, era affidato a pochi si parla di OLIGARCHIA (governo di pochi). Tra le famiglie ricche cominciarono presto rivalità e conflitti, per garantirsi il governo del Comune: si formarono FAZIONI, cioè schieramenti, che combattevano per arrivare al potere. In Italia si opposero 2 gruppi: i GUELFI parola che viene da Welf, potente famiglia tedesca (più vicini al Papa e contro l’imperatore) e i GHIBELLINI parola che viene da Waibeling, città in cui si trovava il castello di un’altra potente famiglia tedesca, gli Hohenstaufen(dalla parte dell’Imperatore, contro il Papa). I guelfi erano costituiti dall’alta borghesia, i ghibellini dalla piccola borghesia e dai feudatari (grandi e piccoli possidenti di terre). Famiglie e intere città appartenevano all’una o all’altra fazione e combattevano per ottenere il potere. In Italia, la situazione si complicò quando la fazione guelfa a sua volta si divise tra GUELFI BIANCHI (che volevano il Comune libero) e GUELFI NERI (rimasti dalla parte del Papa). Quando una fazione veniva sconfitta, tutti i membri venivano cacciati dal Comune e privati dei loro beni. Molte furono le battaglie combattute tra famiglie, tra Comuni delle due diverse fazioni con lo scopo di ottenere nuovi territori e più potere.

Chi governa il Comune (2) Per cercare di eliminare le lotte tra le diverse fazioni, si decise di togliere il potere al console (che essendo della stessa città, si schierava e proteggeva un unico gruppo) e di affidarlo ad un uomo esterno, più imparziale e non legato agli interessi delle fazioni: il PODESTA’ (fase podestarile), eletto ogni anno. Capitava che un podestà prima governasse un Comune e l’anno successivo un altro Comune: era la sua professione. Ma le rivalità continuarono, soprattutto tra borghesi (mercanti e artigiani, banchieri) e nobili: entrambi aspiravano a governare il Comune. Seguì, allora la fase comunale: al Podestà venne affiancato un Capitano del Popolo e le cariche di governo passarono in mano alla borghesia. Nasceva il COMUNE DEL POPOLO.

Classi sociali del Comune Gli abitanti del Comune appartenevano a 4 classi sociali (gruppi, ceti della società): Nobiltà: i nobili nascevano tali perché ereditavano titolo e terre. Disprezzavano il lavoro (affidato ai contadini) Borghesia: i borghesi erano uomini che «si erano fatti sa soli», che avevano lavorato per essere ricchi. Si distingueva una borghesia mercantile (commercianti) ed una finanziaria (banchieri). Inoltre si parlava di alta borghesia o popolo grasso per i borghesi più ricchi (commercianti, banchieri, giudici, notai, medici, speziali cioè farmacisti, grandi artigiani della seta o delle pellicce…); di piccola e media borghesia o popolo minuto per i borghesi meno ricchi (vinai, fornai, sarti, fabbri, macellai…). I borghesi formarono, a seconda del lavoro che svolgevano, delle Corporazioni o Arti di mestieri e si davano delle regole (prezzi da applicare ai prodotti, orari di apertura, paghe per gli operai…) Plebe: operai, servi, contadini, artisti, mendicanti… Piccola e media borghesia (popolo minuto) e plebe erano esclusi da ogni potere all’interno del Comune: a comandare erano nobili e alti borghesi, che si contendevano il comando.

Repubbliche marinare In Italia, oltre che molti Comuni al centro-nord, sorsero anche 4 Repubbliche marinare (poste sul mare, si occupavano di commerci e scambi). Repubblica (dal latino res: cosa + publica: pubblica) significa «cosa pubblica, di tutti» ed indica un sistema politico in cui il popolo governa eleggendo i suoi rappresentanti. Nel Medioevo non avveniva come oggi (effettivamente noi cittadini mandiamo al potere dei politici dopo averli scelti ed eletti): comunque a governare erano sempre i più ricchi. Però alcune città poste sul mare seppero almeno rendersi indipendenti, liberi, dall’imperatore e dai grandi nobili e riuscirono, in autonomia, a gestire i traffici commerciali nel Mar Mediterraneo. Si trattava delle Repubbliche marinare di: Amalfi Pisa Genova Venezia, destinata a durare più delle altre. I suoi traffici toccavano l’Egitto, la Turchia (dove acquistava sete, spezie), oltre che l’Europa