“DETEMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA CORRELAZIONE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN TECNICHE AUDIOMETRICHE TESI SU: “DETEMINAZIONE SPERIMENTALE DELLA CORRELAZIONE TRA SOGLIA AUDIOMETRICA IN ALTA E IN BASSA FREQUENZA IN UN CAMPIONE DI SOGGETTI” RELATORE: CANDIDATO: CHIAR. MO PROF. ANNUNZIATA ALFONSO CLAUDIO SAULINO MATR. 584/10 ANNO ACCADEMICO 2003/2004
Obiettivo del lavoro È stato quello di studiare: Il comportamento della soglia audiometrica alle frequenze superiori a 8 kHz, in un campione di soggetti normoudenti. Di correlare la soglia tonale a bassa frequenza (≤8kHz) con quella ad alta frequenza (≥9kHz).
Introduzione Per audiometria a frequenze elevate si intende la determinazione della soglia tonale per quella porzione del campo uditivo posta al di sopra degli 8.000Hz. Nell’audiologia clinica, lo studio delle frequenze elevate, non ha sinora trovato una diffusa applicazione pratica a causa della difficoltà legata all’accoppiamento del trasduttore con l’orecchio da esaminare.
Il primo ad effettuare una taratura acustica, adoperando un “Dome tweeter” fu Rosen nel 1964. Nel 1971 Lipscomb, adoperando un audiometro denominato “Tracor”, stabilì il livello standard della soglia uditiva in alta frequenza per l’apparecchiatura adoperata, attraverso la soglia ottenuta in giovani soggetti sani.
Le metodiche utilizzate possono suddividersi in tre gruppi, a seconda del posizionamento del trasduttore acustico: In cuffia; In campo libero; In campo quasi libero; La prima metodica, inizialmente presentava notevoli problemi di taratura e standardizzazione, che successivamente risolti l’hanno resa attualmente la più utilizzata. La seconda metodica presenta notevoli difficoltà di standardizzazione. La terza metodica presenta comunque delle difficoltà di utilizzo clinico pratico.
Descrizione del campione Sono stati esaminati 22 soggetti, tra cui 17 di sesso femminile e 4 di sesso maschile, comprendenti diverse fasce d’età: quindici soggetti tra i 20 e i 30 anni; quattro soggetti tra i 30 e i 40 anni; tre soggetti tra i 40 e i 70 anni. età media totale di 29.7 anni. La batteria di esami effettuati comprende: Visita audiologica; Audiometria (da125 a 20.000 Hz); Timpanometria; Reflessometria (500, 1.000, 2.000, 4.000 Hz);
Audiometro utilizzato L’audiometro utilizzato per l’indagine audiometrica è stato un AMPLAID A319.
Dalla menù principale dell’audiometro è possibile selezionare tra i vari test anche quello della audiometria tonale a frequenze elevate (high frequency).
I toni usati corrispondono alle frequenze di 9. 000, 10. 000, 11 I toni usati corrispondono alle frequenze di 9.000, 10.000, 11.200, 12.500, 14.000, 16.000, 18.000, 20.000 Hz. I suoni generati dall’audiometro vengono trasmessi al soggetto da esaminare con un ricevitore auricolare a cuffia diverso da quello utilizzato per l’audiometria tonale liminare, in quanto è unicamente adatto a riprodurre le alte frequenze. Il ricevitore auricolare a cuffia viene collegato con il pannello posteriore dell’audiometro e consente di esplorare unicamente la soglia tonale per via aerea.
Nell’audiogramma sono stati riportati i valori medi delle perdite uditive (espresse in dB) determinate per tutti i soggetti esaminati, sia per quanto riguarda l’orecchio destro sia per quello sinistro. Dall’audiogramma si evince che non esiste una notevole differenza tra i due orecchi per quanto riguarda la perdita; la curva audiometrica ottenuta assume pressoché un andamento nella norma (<25 dB) ad eccezione per la frequenza dei 20.000 Hz. L’intero campione ha mostrato una notevole difficoltà per l’identificazione di tale frequenza; tale difficoltà è giustificabile in quanto questa si trova al confine con gli ultrasuoni .
Nell’audiogramma sono stati riportati i valori medi delle perdite uditive (espresse in dB) inerenti all’orecchio destro e a quello sinistro del campione suddiviso in diverse fasce d’età. Dall’audiogramma si comprende che la curva audiometrica ottenuta per la fascia di età compresa tra i 20-30 e la fascia d’età compresa tra i 40-50 assume un andamento nei limiti della norma con una comprensibile perdita uditiva ai 20.000 Hz. La curva audiometrica ottenuta per la fascia d’età maggiore di 40 anni (>40) mostra un udito nella norma per le frequenze comprese tra i 125-8.000 Hz, cioè quei valori presi in esame per effettuare l’audiometria tonale liminare standard; presenta invece una sostanziale perdita uditiva per le frequenze comprese tra i 9.000-20.000 Hz, frequenze prese in esame per effettuare l’audiometria tonale a frequenze elevate in cuffia.
Hz 125 250 500 1.000 2.000 3.000 4.000 6.000 8.000 9.000 10.000 11.200 12.500 14.000 16.000 18.000 20.000 1,00 0,76 0,84 0,74 0,68 0,78 0,62 0,60 0,86 0,54 0,59 0,80 0,83 0,70 0,71 0,72 0,41 0,46 0,61 0,64 0,57 0,73 0,79 0,52 0,56 0,87 0,39 0,65 0,58 0,48 0,47 0,85 0,89 0,44 0,91 0,77 0,75 0,82 0,96 0,21 0,45 0,43 0,26 0,42 0,36 0,30 0,14 0,33 0,31 0,20 0,32 0,35 0,34 0,16 -0,03 -0,10 -0,04 0,06 0,18 0,25 0,27 -0,09 0,03 0,88 0,08 0,07 0,50 0,37 0,28 0,40 La tabella evidenzia un elevato grado di correlazione, prossimo a 1, per le perdite uditive 4.000 e 8.000,9.000 Hz ; 8.000 e 9.000,10.000 Hz , cioè tra alcuni valori della perdita uditiva del campo tonale standard e quello delle alte frequenza.
Il grafico mostra l’andamento della deviazione standard in relazione alla frequenza. Si nota come fino a 8.000 Hz i valori della deviazione standard sono limitati,che sta a significare che non esiste una notevole variazione del test con il retest, mentre aumentano notevolmente per le frequenze superiori. Il massimo della deviazione standard si ha a 18.000 Hz. A 20.000 Hz la deviazione standard diminuisce dovuto al cattivo riconoscimento del campione a tale frequenza.
Conclusioni Dall’analisi dei dati è emerso che i soggetti classificati come normudenti, sulla base dell’audiogramma con frequenza massima di 8.000 Hz, presentano una perdita uditiva più accentuata per le frequenze di 10.000 e 12.000 Hz. Si nota anche che la curva audiometrica migliora per le frequenze intorno a 14.000 Hz, mentre peggiora per quelle superiori. Tutto ciò evidenzia che la metodica dell’audiometria ad alta frequenza permette di mostrare con anticipo eventuali danni uditivi, prima ancora che questi interessino il campo tonale dell’audiometria standard. Tale metodica è quindi essenziale quando si vuole diagnosticare precocemente alcune patologie dell’orecchio interno ad etiologia dismetabolica o da rumore industriale.