L’ETÀ DI COSTANTINO IL GRANDE

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Transcript della presentazione:

L’ETÀ DI COSTANTINO IL GRANDE

In hoc signo vinces 306 311 312 313 324 325 327-330 337 Muore Costanzo Cloro Muore Galerio La battaglia di Ponte Milvio L’Editto di Milano e morte di Diocleziano Sconfitta e morte di Licinio Concilio di Nicea Trasferimento della capitale imperiale a Costantinopoli Morte di Costantino 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

L’EDITTO DI MILANO (1) ……«Quando noi, Costantino Augusto e Licinio Augusto, giungemmo sotto felice auspicio a Milano ed esaminammo tutto quanto riguardava il profitto e l’interesse pubblico, tra le altre cose che parvero essere per molti aspetti vantaggiose a tutti, in primo luogo e soprattutto, abbiamo stabilito di emanare editti con i quali fosse assicurato il rispetto e la venerazione della Divinità: abbiamo, cioè, deciso di dare ai cristiani e a tutti gli altri libera scelta di seguire il culto che volessero, in modo che qualunque potenza divina e celeste esistente possa essere propizia a noi e a tutti coloro che vivono sotto la nostra autorità»……. 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

L’EDITTO DI MILANO (2) ….«Stabiliamo inoltre anche questo in relazione ai cristiani: i loro luoghi, dove prima erano soliti adunarsi e a proposito dei quali era stata fissata in precedenza un’altra norma … se risultasse che qualcuno li ha comprati, dal nostro fisco o da qualcun altro, devono essere restituiti agli stessi cristiani gratuitamente e senza richieste di compenso, senza alcuna negligenza ed esitazione; e se qualcuno ha ricevuto in dono questi luoghi, li deve restituire al più presto agli stessi cristiani»…. 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

L’EDITTO DI MILANO (3) «Se coloro che hanno comprato questi luoghi, o li hanno ricevuti in dono, reclamano qualcosa dalla nostra benevolenza, devono ricorrere al giudizio del prefetto locale, perché nella nostra bontà si provveda anche a loro. Tutte queste proprietà devono essere restituite per tua cura alla comunità dei cristiani senza alcun indugio. E poiché è noto che gli stessi cristiani non possedevano solamente i luoghi in cui erano soliti riunirsi, ma anche altri, di proprietà non dei singoli, separatamente, ma della loro comunità, cioè dei cristiani, tutte queste proprietà, in base alla legge suddetta, ordinerai che siano assolutamente restituite senza alcuna contestazione agli stessi cristiani, cioè alla loro comunità e alle singole assemblee, osservando naturalmente la disposizione suddetta, e cioè che coloro che restituiscono gli stessi luoghi senza compenso si attendano dalla nostra benevolenza, come abbiamo detto sopra, il loro indennizzo». 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

L’EDITTO DI MILANO (4) «In tutto questo dovrai avere per la suddetta comunità dei cristiani lo zelo più efficace, perché si adempia il più rapidamente possibile il nostro ordine, così che grazie alla nostra generosità si provveda anche in questo alla tranquillità comune e pubblica. In questo modo, infatti, come si è detto sopra, possa restare in perpetuo stabile la sollecitudine divina dei nostri riguardi da noi già sperimentata in molte occasioni. E perché i termini di questa nostra legge e della nostra benevolenza possano essere portati a conoscenza di tutti, è opportuno che ciò che è stato da noi scritto, pubblicato per tuo ordine, sia esposto ovunque e giunga a conoscenza di tutti, in modo che la legge dovuta a questa nostra generosità non possa sfuggire a nessuno». 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

LA POLITICA DI COSTANTINO 1. Gli interventi in questioni economiche Costantino cercò di ovviare alla scarsità di oro sequestrando le riserve auree dei templi pagani con le quali coniò il solidus aureus. Nessuna riforma strutturale, svalutazione ed inflazione in crescita esponenziale. La nuova moneta d’oro fu usata solamente per il commercio all’ingrosso dei beni di lusso e per la finanza di alto livello. 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

LA POLITICA DI COSTANTINO 2. Le questioni religiose Nonostante la condanna dell’arianesimo a Nicea, Costantino non fece mai osservare con rigore le disposizioni conciliari e consentì così la rapida diffusione dell’eresia tra le popolazioni straniere. Continuò in ogni caso a proteggere i cristiani permettendo al clero di raggiungere un ruolo di primo piano nel sistema di governo imperiale. Accettò il battesimo soltanto in punto di morte, ma il sacramento gli fu impartito dal vescovo ariano di Nicomedia. 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

LA POLITICA DI COSTANTINO 3. La difesa dell’Impero L’imperatore scelse di non impegnare risorse economiche per accrescere numericamente l’esercito. Istituì una solenne guardia personale riservata all’imperatore sottraendo centinaia di unità alla cavalleria. Riorganizzò i vertici militari istituendo una nuova figura di comandante in capo, il magister militum, incaricato di guidare le truppe in precedenza assegnate alla disponibilità dei prefetti del pretorio. Titolo Presentazione 08/11/2017

LA POLITICA DI COSTANTINO 4. Il rapporto con la pars Occidentis Costantino fu sempre molto tiepido verso la parte occidentale dell’impero, nonostante fosse stata l’area per la quale aveva rivendicato la successione al padre Costanzo. Lasciò al suo destino sia l’Italia, sia l’Europa romana preferendo concentrare la difesa sui confini orientali e abbandonando qualsiasi progetto di rinforzare le difese del limes renano. 2. 6 marzo 2017 08/11/2017

I SUCCESSORI DI COSTANTINO 1. I diretti discendenti 337. Costantino morì a Nicomedia. Lasciò tre figli (Costantino, Costanzo e Costante che si divisero i territori imperiali), ossia ciò che restava della sua fallimentare politica familiare. 337-350. Nell’arco di soli 13 anni morirono due dei tre eredi di Costantino, lasciando al potere soltanto Costanzo II che associò al trono il nipote Giuliano detto l’Apostata. 359-363. Alla morte di Costanzo II (359), Giuliano diventò unico imperatore. Il suo fu un governo politicamente positivo, nonostante il suo atteggiamento anticristiano. Riprese con scarso successo le operazioni militari contro la Persia nel corso delle quali morì nel 363. Titolo Presentazione 08/11/2017

I SUCCESSORI DI COSTANTINO 2. Gli imperatori eletti dall’esercito 363. Alla morte di Giuliano l’esercito tornò ad essere arbitro della successione imperiale designando Valentiniano. 364. Il nuovo sovrano scelse di governare l’Occidente nominando augusto d’Oriente il fratello Valente. 375. Valentiniano morì e Valente, scegliendo di non indicare nessun collega, tornò a riunificare il potere imperiale nelle proprie mani. Titolo Presentazione 08/11/2017