La donna della domenica di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, 1972 Università della Terza Età e del Tempo Disponibile- San Martino Buon Albergo Docente: prof. Cecilia Chiumenti a.a. 2016-2017 La donna della domenica di Carlo Fruttero e Franco Lucentini, 1972
Pubblicato nel 1972, questo libro è considerato il capostipite del «giallo italiano», ed ebbe un grande successo di pubblico, tanto che Luigi Comencini nel 1975 ne trasse un film con famosi attori (Marcello Mastroianni, Jean Luis Trintignant, Jacqueline Bisset) Carlo Fruttero è stato uno scrittore e traduttore italiano. Gran parte della sua produzione letteraria è legata al lungo sodalizio artistico e di amicizia con Franco Lucentini. Franco Lucentini creò un sodalizio con Carlo Fruttero nell’immediato dopoguerra, quando i due si conobbero a Parigi. A Torino diventano redattori della Einaudi (loro il merito di aver tradotto per primi Borges e Beckett, Salinger e Robbe-Grillet). Accomunati dalla passione per la fantascienza, curano insieme diverse antologie di testi fantastici.
La vicenda Si svolge in una Torino di inizio estate: Lamberto Garrone, un architetto di ambigui comportamenti viene trovato ucciso nel suo studio. A indagare è il commissario Santamaria, che si trova a dirimere un’intricata storia, complicata dagli atteggiamenti ipocriti della borghesia piemontese. Si può dire infatti che la vera protagonista, il tema, cui sono interessati gli autori è la città della FIAT, in apparenza ordinata e precisa fino alla noia, in realtà intrisa di follia e malvagità. La situazione si risolve in meno di una settimana e la scena finale è ambientata al Balun, famoso mercato delle pulci della città, dove avviene un secondo assassinio Il romanzo, per i temi trattati, appare di una sorprendente attualità.
Personaggi: Commissario Santamaria e vicequestore De Palma, inquirenti del caso Anna Carla Dosio, una moglie borghese annoiata e amica di Massimo Campi, ricco giovane nulla facente amante di Lello Riviera, impiegato comunale Ines e Virginia Tabusso, anziane sorelle, la prima irruenta e decisa, l’altra ingenua e dolce L’americanista Bonetto, intellettuale fallito, «che sa tutto dell’America»
Letture: incipit: il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone…… l’equivoco della lettera di Anna Carla (pag. 73) personaggi: commissario Santamaria (pag. 50-53); Anna Carla e Vittorio (pag. 9), Lello e Massimo (pag. 89-90) Ines Tabusso (pag. 118-9)
bibliografia L'idraulico non verrà (1971, 1993 La donna della domenica (1972) L'Italia sotto il tallone di F&L (19 Il significato dell'esistenza (1975) A che punto è la notte (1979) Ti trovo un po' pallida (1981) La cosa in sé (1982, teatro) Il palio delle contrade morte La prevalenza del cretino (1985) L'amante senza fissa dimora (1986) Il colore del destino (1987) La manutenzione del sorriso (1988) La verità sul caso D. (1989) Enigma in luogo di mare (1991) Il ritorno del cretino (1992) Breve storia delle vacanze (1994)
Torino La descrizione di Torino è stupefacente, dettagliata, reale in ogni dove, di una rappresentazione della vita italiana di quegli anni quasi perfetta. La vera indagine non è quella per scovare il colpevole, ma è quella dei vizi e dei difetti di una società dalla doppia faccia. Si passa dalla noia di ricchi imprenditori, alla stanca relazione omosessuale che trascina avanti Massimo Campi, al disprezzo dell’ “ambiente” in genere per i meridionali e per il ceto più basso della popolazione. Una società classista insomma e per molti versi conservatrice. la casa della vittima (pag. 107-108) I salotti della Torino bene (pag. 144-145)
Come arriva Santamaria alla soluzione Come arriva Santamaria alla soluzione? In modo tradizionale, lento, progressivo, considerando le varie ipotesi (la prima e ovvia sembra quella del sesso facile, degli ambienti equivoci frequentati da Garrone), ma poi il fiuto del commissario lo porta a indagare altre piste, quelle degli affari e , come dice, scherzosamente, seguendo le indicazioni di un proverbio torinese, la cativa lavandera a treuva mai la bona pera = la lavandaia pigra non trova mai una pietra adatta al suo lavoro. (Indizio fornito da Bonetto pag. 361-2) Lo stile dei due autori è forse piuttosto lento nella prima parte, quando s’indugia sui personaggi, sull’ambiente, per poi accelerare dopo il secondo delitto verso il colpo di scena finale.